Tumore alla prostata, scoperta una nuova terapia: basta una sola seduta

Per il tumore alla prostata è stata scoperta una nuova terapia efficace che prevede una sola seduta di pochi minuti.

Il tumore alla prostata è uno dei più comuni tra gli uomini. Generalmente l’insorgenza di questo tumore è collegato al fattore anagrafico. A quanto pare, nella fascia di età compresa tra 50 e 60 anni un uomo su 4 presenta delle cellule cancerose nella prostata.

Tumore alla prostata
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Ma sarebbe stata scoperta una tecnica di radioterapia che potrebbe rivoluzionare la terapia oncologica per coloro a cui è diagnosticato un tumore alla prostata. Ci stiamo riferendo alla brachiterapia ad alto dosaggio che prevede un’unica somministrazione di pochi minuti. Il trattamento si è rivelato particolarmente efficace contro i tumori alla prostata a basso rischio.

Che cos’è la brachiterapia ad alto dosaggio? Può davvero essere considerata una valida alternativa alla radioterapia tradizionale?

Tumore alla prostata: di cosa si tratta

Il tumore alla prostata è uno dei tumori più comuni e consiste nella comparsa di cellule cancerose nella prostata. Generalmente le cellule cancerose che colpiscono la ghiandola crescono lentamente e per questo motivo il tasso di sopravvivenza a cinque anni è superiore al 95%.

Sebbene il tumore alla prostata possa colpire in diverse fasi della vita dello sviluppo di un uomo, si è notato che ha una maggiore incidenza nella fascia di età che va dai 50 ai 60 anni (uno su quattro) e aumenta ulteriormente a 80 anni (uno su due).

Tuttavia, oltre al fattore anagrafico, ad incidere sulla comparsa del tumore alla prostata c’è anche la familiarità con la patologia, l’obesità e una dieta ricca di grassi saturi.

Di fatto, per prevenire la comparsa di tali tumore è importante tenere sotto controllo il peso e avere una dieta sana e bilanciata.

Per scoprire se un soggetto ha un tumore alla prostata è necessario fare la misurazione del PSA, l’antigene prostatico specifico. L’esame consiste in un comune prelievo di sangue.

Generalmente, si consiglia di eseguire questo esame a partire dai 50 anni. Ma, in caso di familiarità con la patologia, è preferibile effettuare lo screening già a partire dai 40 anni.

Una volta confermata la diagnosi di cancro alla prostata, le strade da seguire sono diverse, in base alla situazione clinica. Il tipo di trattamento dipende dall’estensione del tumore, dall’eventuale diffusione extra prostatica e dall’età del paziente.

In alcuni casi, dopo l’intervento è necessario sottoporsi a sedute di radioterapia a fasci esterni, ormonoterapia o chemioterapia.

Ma per fortuna, un recente studio ha individuato una terapia alternativa che sembra essere particolarmente efficace nel trattamento del tumore alla prostata a basso rischio.

Cos’è la brachiterapia ad alto dosaggio

La brachiterapia ad alto dosaggio rappresenta una rivoluzione nelle terapie oncologiche che utilizzano le radiazioni. Si tratta di un metodo che permette, attraverso l’uso di una serie di cateteri, di raggiungere la zona da trattare. In questo modo, le radiazioni risultano molto più efficaci e mirate.

Gli studi finora seguiti hanno coinvolto 441 uomini con tumore alla prostata. Le indagini hanno coinvolte soggetti con tumore di tre differenti categorie:

  • 44 uomini a basso rischio;
  • 285 uomini a medio rischio;
  • 112 uomini ad alto rischio.

I 441 pazienti sono stati sottoposti ad una singola dose di elevata di radiazione. Di questi, 166 sono stati sottoposti anche ad una cura ormonale. Successivamente, si è proceduto con l’intervento chirurgico o con la chemioterapia.

Al termine dello studio 94 pazienti mostravano valori di PSA nella norma. Dunque, per i pazienti con un tumore alla prostata a basso rischio la terapia è risultata efficace nel 100% dei casi. Mentre, i pazienti con tumore a medio rischio hanno riscontrato un’efficacia della terapia del 95%. Infine i pazienti ad alto rischio hanno mostrato un’efficacia della brachiterapia nel 92% dei casi.

Ad entusiasmare i ricercatori sono stati i livelli di PSA a tre anni dalla brachiterapia ad alto dosaggio:

  • I pazienti con tumore a basso rischio mostravano livelli di PSA normali nel 100% dei casi;
  • Gli uomini con tumore a medio rischio mostravano livelli di PSA normali nell’86% dei casi;
  • I pazienti con tumori a rischio elevato mostravano livelli di PSA normali nel 75% dei casi.

È, dunque, è evidente che la brachiterapia può davvero essere considerata una valida alternativa alla radioterapia tradizionale, usata per il trattamento del tumore alla prostata. Grazie a questa terapia è possibile risparmiare sui tempi e sui costi che, attualmente, gli ospedali devono sostenere per trattare il tumore alla prostata. Ma l’aspetto più entusiasmante riguarda i benefici a cui vanno incontro i pazienti.

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