In Pensione nel 2023 con il sistema contributivo puro, la possibilità poco conosciuta

Pensione, quali lavoratori hanno diritto ad esercitare l’opzione per il sistema contributivo puro, per la liquidazione economica della pensione. 

Sono state poche le modifiche apportate dal governo Meloni in tema previdenziale nella nuova legge di bilancio. E infatti, come aveva già fatto filtrare l’esecutivo a fine anno, per una vera riforma del sistema pensionistico bisognerà ancora attendere qualche mese.

pensione 2023
ContoCorrente

Come ogni anno, alcuni lavoratori hanno la possibilità di ottenere la liquidazione della pensione secondo le regole contributive. Si tratta di una disposizione sancita dall’articolo 1 della numero 335/1995. Una norma che consente ai lavoratori, che risultano regolarmente iscritti presso l’Assicurazione Generale Obbligatoria e fondi ad essa sostitutivi, di “trasformare” l’importo di liquidazione della pensione utilizzando il sistema contributivo puro. Al momento infatti, rientrano nel sistema contributivo puro soltanto i lavoratori che non hanno al loro attivo un singolo giorno di contributi prima della data del 1 Gennaio 1996. 

Pensione con opzione sistema contributivo puro: come funziona e quando si può esercitare

Per poter esercitare questa opzione di liquidazione della pensione con il sistema contributivo, esistono alcune condizioni da rispettare. In primo luogo, non si deve aver maturato 18 anni di contribuzione prima della data del 31 Dicembre 1995. È poi necessario che il richiedente sia in possesso di almeno 15 anni di contributi. E cinque di questi, devono essere con il sistema contributivo, e dunque accreditati dopo la data del 31 Dicembre 1995. In ultimo, sempre entro la data del 31 Dicembre 1995, bisogna risultare già in possesso dell’anzianità contributiva. 

Inoltre, l’Inps si riserva anche la facoltà di rilevare eventuali periodi da riscattare, nel momento in cui la domanda di riscatto viene presentata contemporaneamente a quella per esercitare l’opzione per il sistema contributivo. Con la legge Fornero, è stato poi introdotta un’ulteriore modifica ai requisiti di accesso. L’Istituto di Previdenza Sociale ha infatti, a partire dal 2011, la facoltà di distinguere se i requisiti sono stati raggiunti e perfezionati entro il 31 Dicembre 1995 o nel periodo successivo. Nel primo caso, la facoltà di opzione per il sistema contributivo puro viene riconosciuta. Ma soltanto se, contestualmente, si è maturato entro quella data anche il diritto alla pensione

Il pensionamento con opzione per alcuni lavoratori può risultare conveniente

Nel secondo caso invece, si applicano i requisiti previsti per i lavoratori in possesso di anzianità contributiva al 31 Dicembre 1995. I lavoratori spesso scelgono questa opzione, perché in alcuni casi consentono di aumentare l’importo della liquidazione pensionistica. E questo risulta particolarmente vero per tutti quei lavoratori che hanno retribuzioni rilevanti nei primi anni assicurativi. Retribuzioni che però  sono andate poi a scendere nel tempo. Per questa categoria, esercitare questa opzione significa nella maggior parte dei casi avere diritto ad un assegno dell’importo più alto

Va detto però che i contribuenti che decidono di esercitare questa opzione, perdono in automatico il diritto all’integrazione del minimo della pensione. Inoltre, la loro retribuzione viene in questo caso vincolata al massimale previsto della base pensionabile e contributiva. La verifica dei requisiti avviene all’interno della gestione in cui il lavoratore ha iniziato l’operazione di “trasformazione”. E se ad esempio il lavoratore che intende presentare richiesta si trova in quel momento all’interno del sistema di contribuzione misto, l’opzione può essere esercitata in questo caso soltanto nella gestione in cui è presente l’anzianità contributiva. 

Impostazioni privacy