Pensione di inabilità o invalidità? Attenzione alle differenze, cosa cambia

Pensione di invalidità e di inabilità sono due misure di sostegno molto diverse, che fin troppo spesso vengono confuse. Vediamo insieme le differenze a chi sono rivolte. 

La pensione di inabilità è una prestazione assistenziale che viene erogata direttamente dall’Inps ad alcuni soggetto considerati inabili al lavoro. È una misura di supporto destinata a tutti quei cittadini che hanno subito degli incidenti molto gravi, che hanno determinato un’inabilità al lavoro del 100 per cento

pensione inabilità
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Nella misura sono compresi anche gli invalidi permanenti. Per poter accedere a questo beneficio, esistono però dei precisi requisiti da soddisfare che sono sia sanitari, reddituali ma anche amministrativi. Per avere diritto alla pensione di invalidità, il richiedente deve avere in primo luogo un’età compresa tra i 18 e i 67 anni di età. Anche la sua condizione di bisogno economico deve essere dimostrata. La legge stabilisce in merito che possono presentare richiesta, soltanto i contribuenti inabili al 100 per cento al lavoro, o invalidi permanenti, con un reddito massimo di 17.050. Un limite che però scende a 5.010 euro per coloro che risultano invalidi parziali e minori. 

Pensione di inabilità, quanto dura il beneficio dopo che la domanda viene accettata

Nel momento in cui la domanda viene accettata, la pensione di inabilità verrà erogata per un totale di 13 mensilità. La sua decorrenza scatta il primo giorno del mese successivo a quando si è inoltrata la richiesta.  Per gli accertamenti reddituali sui richiedenti, la legge considera anche quelli dichiarati nell’anno di presentazione della domanda.  

Si tratta di un assegno che troppo spesso viene confuso con quello di invalidità. Si tratta invece di due misure pensate per scopi diversi. Vediamo nel dettaglio le differenze. 

Quali sono le differenze con l’assegno ordinaria di invalidità civile

Come si spiegava in precedenza, per accedere alla pensione di inabilità bisogna dimostrare di essere inabili al lavoro al 100 per cento, o risultare invalidi permanenti. E questa è la prima differenza con l’assegno di invalidità. Questa misura infatti può essere erogata anche a coloro che hanno visto ridursi la loro capacità lavorativa, ma non in modo totale. 

L’importo dell’assegno in questo però, deriva esclusivamente da versamenti contributivi del richiedente. La legge stabilisce che hanno diritto ad accedere a questo beneficio, tutti coloro che si sono visti riconosciuta un’invalidità, di almeno un terzo, a causa di un’infermità fisica o mentale. In questo caso però va dimostrato che il richiedente è impossibilitato a svolgere qualsiasi tipo di attività lavorativa.. Bisogna inoltre, per aver diritto a percepire la misura, aver maturato almeno 5 anni di contributi. E almeno tre di questi, devono essere stati versati nei cinque anni precedenti la domanda. Soddisfatti questi requisiti, l’assegno di invalidità può essere riconosciuto a quel punto a tutti i lavoratori dipendenti, agli autonomi, e coloro che sono iscritti alla gestione separata. 

Pensione di inabilità, una volta approvata resta valida per tre anni

Nel momento in cui si riceve il beneficio, questo resta valido per un triennio. Dopodiché è necessario rinnovare la domanda. Se al momento del rinnovo, lo stato convalida per tre volte in modo corretto la richiesta, l’assegno diventa permanente. E nel momento in cui il percettore raggiunge tutti i requisiti richiesti per l’uscita dal mondo del lavoro, l’assegno di invalidità si trasforma in automatico in pensione di vecchiaia. 

Gli importi vengono definiti con due sistemi di calcolo diversi. Se il lavoratore vanta numero e anni di contributi maturati prima del 31 Dicembre 1995, beneficerà di un sistema di calcolo misto. E gli importi fino a quella data saranno conteggiati con il sistema retributivo, i successivi con il contributivo. Tutti i lavoratori che hanno invece iniziato la loro attività professionale dopo la data del 31 Dicembre 1995, vedranno conteggiati i loro importi esclusivamente con il sistema contributivo. 

Cosa presentare per fare domanda

Riepiloghiamo adesso i requisiti necessari per ottenere la pensione di inabilità, e quali documenti sono indispensabili per inviare la domanda. Il riconoscimento di questo assegno, può essere concesso solo a chi risulta inabile al lavoro al 100 per cento, oppure è invalido permanente. In questo caso però, la condizione clinica del richiedente deve essere attestata da un certificato medico redatto dalla Commissione Medica ASl del territorio. Bisogna essere cittadini italiani, con relativa residenza nella nazione e avere un’età compresa tra i 18 e i 67 anni. 

Nel caso in cui a presentare richiesta siano cittadini stranieri, è necessario che questi si rivolgono prima all’anagrafe del loro comune di residenza. Se invece si tratta di cittadini stranieri extracomunitari, questi devono risultare in possesso di un permesso di soggiorno della durata minima di un anno

Inoltre, c’è un particolare che non tutti conoscono. La pensione di inabilità spetta anche nel caso in cui il richiedente sia ricoverato in un istituto pubblico, che dunque si occupa anche di ammetterlo e sostenerlo. Si tratta di una misura compatibile con tutte le prestazioni di invalidità per guerra o servizio, a patto che queste ultime certificano una patologia diversa da quella per cui si è ottenuto l’assegno di inabilità. 

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