Invalidità, si può andare in pensione a 61 anni con 40 di contributi? Soltanto a questa condizione

Le persone affette da invalidità hanno diritto a richiedere l’anticipo pensionistico, ma soltanto a determinate condizioni. Vediamo insieme quali. 

Come prevede lo stesso spirito costituente su cui è nata la democrazia italiana nel dopoguerra, lo stato italiano pone sempre un’attenzione particolare alle categorie più disagiate. 

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E il fatto che i libri di storia riconoscano l’Italia dei decenni scorsi come caposaldo europeo del Welfare State, dimostra una particolare sensibilità legislativa del nostro paese nel supporto alle categorie più fragili della società. Sono tante le agevolazioni, economiche e non, a cui hanno diritto le persone disabili o affette da invalidità. 

Ci sono attualmente ad esempio dei bonus che consentono a un disabile di intervenire anche per modificare la sua abitazione con un contributo economico molto importante dello stato. Così come gli viene anche riservata una specifica agevolazione nell’acquisto di un’automobile che possa aiutarle a gestire meglio gli spostamenti quotidiani. 

Invalidità, non tutti hanno diritto a richiedere l’anticipo pensionistico: il motivo

E naturalmente, vista la particolare condizione psico-fisica di queste persone, viene prevista anche la possibilità di raggiungere prima la pensione di vecchiaia. Ad esempio, il governo con la nuova legge di bilancio ha deciso di modificare Opzione Donna. Stabilito che la misura non poteva più essere coperta finanziariamente, si è deciso di restringerla ad alcune specifiche categorie di lavoratrici madri in difficoltà. E tra queste, vi erano per l’appunto le lavoratrici invalide e caregiver.

Ci sono dei requisiti da rispettare in tema previdenziale, e questi riguardano anche gli invalidi. Non tutti in questa categoria possono avere il diritto di utilizzare un anticipo pensionistico. È molto ad esempio dipende dalla percentuale di invalidità che gli è stata riconosciuta dalla commissione medica ASL. 

Possono andare in pensione a 61 anni di età e 40 anni di contributi con un’invalidità riconosciuta 64 per cento?

Facciamo un esempio molto specifico per provare a comprendere quali sono le condizioni di uscita anticipata per la pensione, per questa categoria. Supponiamo il caso di un invalido, titolare di legge 104. La percentuale di invalidità che gli è stata riconosciuta è pari al 67 per cento. Mettiamo anche che questa persona abbia iniziato a lavorare giovanissimo, e ho già raggiunto 40 anni di contributi. 

Ho delle possibilità di richiedere anticipatamente la pensione di vecchiaia? Vediamo insieme cosa dice la legge in merito

Invalidità, ecco i casi in cui si può andare in pensione a 61 anni

Le misure di anticipo pensionistico varate in questi anni dai governi, hanno sempre concesso una corsia preferenziale agli invalidi. A questa categoria è infatti sempre stato consentito di raggiungere prima la pensione di vecchiaia, con requisiti di età inferiori a quelli previsti dalle norme vigenti. Questo però può accadere soltanto se il soggetto richiedente ha un’invalidità considerata grave, che lo rende impossibilitato a vivere normalmente la sua quotidianità. 

E attualmente questa percentuale deve risultare pari o superiore all’80 per cento. Sotto questa soglia, non risulta possibile usufruire degli sconti anagrafici riservati a questa categoria.E questo significa che non è possibile richiedere la pensione anticipata, nonostante si siano maturati 40 anni di contributi, con un’invalidità riconosciuta per legge al 64 per cento. 

Cosa accade invece se ho 61 anni di età e un’invalidità riconosciuta pari o superiore all’80 per cento?

Cosa accade invece nel momento in cui si ha un’invalidità pari o superiore all’80 per cento? In questo caso è possibile rientrare in uno dei criteri previsti per l’uscita anticipata dalla pensione a 61 anni di età. 

Tutti i lavoratori invalidi interessati, devono in primo luogo essere in possesso del certificato medico, che attesta la reale condizione clinica del richiedente, presso la Commissione Medica ASL. In questo caso, inoltre, non servono 40 anni di contributi, come nell’esempio fatto nel precedente paragrafo, ma 20 anni di contributi per accedere. Il requisito anagrafico differisce per le lavoratrici donneQueste possono infatti accedere con il requisito anagrafico minimo di 56 anni. La finestra mobile prevista è in questo caso di 12 mesi. È possibile inoltre richiedere a quel punto, per i titolari di assegno di invalidità, la trasformazione di questa misura dell’assegno della pensione di vecchiaia. 

Quando inizia la finestra temporale in caso di accettazione della domanda

Alla richiesta, va inoltre obbligatoriamente allegato il certificato medico, modello SS3. L’Inps a quel punto deve stabilire se l’invalidità riconosciuta al richiedente, pari o superiore all’80 per cento, esisteva prima che il requisito anagrafico fosse raggiunto. In questo caso, la finestra temporale inizia nel momento in cui si maturano i requisiti. Se invece la condizione di invalidità attestata dall’ente, è arrivata dopo il raggiungimento del requisiti anagrafico, la finestra temporale inizia il giorno a cui è stata convalidata dalla commissione medica la percentuale di invalidità che dà diritto all’anticipo pensionistico. 

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