Novità importanti per l’anticipo del TFS ai dipendenti pubblici. Vediamo nel dettaglio cosa cambia dal 1 Febbraio del 2023.
Il TFS è un acronimo con cui si indica il trattamento di fine rapporto a cui ha diritto ogni dipendente. Spetta dunque a tutti i lavoratori subordinati, e sono compresi in questa categoria anche gli apprendisti. Il datore di lavoro dunque, al momento della cessazione dell’attività professionale del dipendente all’interno della sua impresa, è tenuto a corrispondergli una liquidazione.
È possibile per i lavoratori dipendenti richiedere il TFR soltanto una volta nel corso della propria vita professionale. L’importo oltretutto, non potrà in nessun caso risultare superiore al 70 per cento della cifra maturata negli anni.
TFR – TFS, per richiedere la liquidazione anticipata bisogna soddisfare alcuni requisiti
Per richiedere anticipatamente il TFR, bisogna però soddisfare alcuni specifici requisiti previsti dalla normativa vigente. I lavoratori subordinati del settore privato, hanno la possibilità di richiederlo, soltanto se sono dipendenti dell’azienda da almeno 8 anni. Bisogna oltretutto presentare una “giusta motivazione” per richiedere la liquidazione anticipata. Ai dipendenti pubblici non viene invece concessa questa possibilità. Per loro infatti infatti è prevista un’altra possibilità di uscita anticipata dal lavoro i cui possono pretendere la liquidazione.
Il contratto pubblico può cessare anticipatamente solo se interviene una banca privata a garantire la somma. E in quel caso, il dipendente pubblico sarà anche tenuto a pagare degli interessi sul TFR richiesto in anticipo. Ma come si fa ad avere un’idea dell’importo che si è maturato per il TFR? Un calcolo veloce, può essere ad esempio fatto dividendo il reddito annuo dichiarato al lordo, per 13,5. In questo modo, si avrà idea della cifra che si accantona anno per anno. Anche se, è bene precisarlo, il TFR viene accantonato automaticamente su ogni stipendio del mese. Per questo va intesa giuridicamente come una retribuzione differita che spetta al lavoratore dipendente per diritto.
TFS, novità importanti per i dipendenti pubblici: cosa cambia dal 1 Febbraio 2023
Quest’anno ci sono oltretutto diverse novità, stabilite nell’ultima legge di bilancio, sul trattamento anticipato di fine rapporto. In primo anche ai dipendenti pubblici viene concessa la possibilità di ricevere subito il TFS o TFR. Questo vale per tutti i dipendenti pubblici che hanno contribuito negli alla gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali. A loro, a partire dal 1 Febbraio 23, viene dunque concesso di non attendere i normali tempi di pagamento, o di interpellare un istituto di credito terzo. La finestra temporale dura però sei mesi. Questo è il tempo concesso ai lavoratori del settore pubblico per decidere di incassare anticipatamente, evitando di dover corrispondere interessi ad una banca. È stata l’Inps a definire questi nuovi parametri, con la circolare n.430 del 2023.
Esistono però alcune condizioni da rispettare per i dipendenti pubblici che intendono avvalersi di questa nuova opzione messa a disposizione dal governo. I lavoratori pubblici in questione, devono in primo luogo risultare in pensione a aver già aderito al Fondo Credito Inps. Devono anche aver cessato la loro attività lavorativa senza aver maturato il diritto e i requisiti previsti per la pensione di vecchiaia.
Ecco quanti interessi pagherà il lavoratore pubblico senza l’intermediazione delle banche
Questa nuova possibilità per i dipendenti pubblici, va dunque ad aggiungersi alla buonuscita ordinaria. Poter maturare il Tfr a queste condizioni, senza dover attendere i normali tempi di accettazione e pagamento della domanda, è un bel vantaggio. Esistono casi in cui lo stato ci mette anche 8 anni, per corrispondere l’importo del TFR e modalità ordinarie. È possibile esercitare questa opzione anche nel caso in cui vi siano cessioni o vincoli sul TFR/TFS.
Ma in questo caso, soltanto per quanto concerne la quota rimasta ancora libera. Nel momento in cui si accede a questa forma di anticipo, il lavoratore dovrà corrispondere un tasso di interesse. Questa, che resterà fisso per tutta la durata del finanziamento Inps, è pari all’1 per cento. A cui va aggiunta una ritenuta dello 0,50 per cento che va intesa come ristoro delle spese normali spese amministrative per la procedura. A differenza della procedura bancaria, in questo è possibile richiedere il 100 per cento della somma maturata. E questo, indipendentemente dal tipo di prestazione pensionistica in cui si era inseriti.
Tfr, la domanda può essere inoltrata esclusivamente per via telematica
Come ha spiegato la stessa Inps, al momento si tratta di una misura sperimentale che sarà attiva per i prossimi tre anni. La domanda può essere inoltrata esclusivamente per via telematica. Basta accedere al sito istituzionale dell’Inps, e seguire tutte le istruzioni all’interno delle sezioni TFS o TFR che è possibile trovare in homepage.