Superbonus, interventi possibili anche senza sanatoria? La legge parla chiaro

È possibile utilizzare il superbonus anche quando l’immobile non è conforme alle regole attuali sull’edilizia? La questione è stata chiarita con il decreto semplificazione del 2021. 

Con la nuova legge di bilancio, sono state inserite delle modifiche al superbonus in senso restrittivo. La misura era stata infatti introdotta nel 2020, dopo l’emergenza pandemica. 

superbonus edilizia
ContoCorrente

Il suo scopo in quel momento era quello di rilanciare il settore edilizio. Il super bonus fino ad adesso, ha consentito ai contribuenti italiani, di poter essere rimborsati del 110 per cento della spesa sostenuta. Ma solo per interventi sugli immobili volti all’efficienza energetica e al miglioramento della classe abitativa. 

Con le nuove modifiche inserite nel decreto Aiuti Quater, il superbonus passerà adesso al 90 per cento. Alcune situazioni di spesa, resteranno comunque agevolate alle condizioni precedenti. È il caso dei contribuenti il cui reddito non supera i 15 mila euro annui. Ma anche di coloro che hanno effettuato questi interventi in un immobile adibito a residenza principale del richiedente. È stato inoltre previsto che la formula del 110 per cento resti invariata in alcuni casi fino al 2025.

Il superbonus 110 per cento resterà ad esempio attivo per tutti i lavori da realizzare nei comuni colpiti da eventi sismici

In queste settimane si discute inoltre della possibilità di lasciarlo invariato anche per chi vive nelle case popolari, o per le associazioni onlus senza scopo di lucro che devono effettuare interventi sulle loro sedi fisiche. 

Superbonus, nel 2021 abolito obbligo di attestazione regolarità edizilia

Fin dal primo anno della sua introduzione, per i contribuenti si è posto un problema burocratico non indifferente. Per accedere al superbonus, nella forma in cui era stato introdotto nel 2020, era infatti necessario dimostrare che l’immobile in questione presentasse tutti i criteri di regolarità previsti dalla normativa edilizia di riferimento. Un passaggio che ha messo in difficoltà tantissimi italiani. E questo perché non è affatto semplice reperire tutti i documenti necessari a per certificare la regolarità dell’immobile.

Nel 2021, si è deciso tramite il decreto semplificazioni di abolire questo obbligo. Una novità che ha consentito ai contribuenti di poter richiedere il super bonus, senza dover sanare abusi edilizi pregressi. Non essendo più necessario ricorrere a una sanatoria prima della richiesta, oggi per ottenere il superbonus basta semplicemente inviare la Cilas, presentando tutti gli atti richiesti dall’ente pubblico in merito.

Gli interventi naturalmente devono rispettare le finalità previste dal bonus. E se durante i lavori invece, si rendono necessari interventi diversi da quelli previsti dal superbonus, decade il titolo edilizio che consente di evitare la sanatoria. In questo caso gli interventi andranno sotto un titolo edilizio diverso dalla Cilas, per cui è sempre richiesto il contratto di regolarità edilizia. 

Perchè resta importante per i contribuenti verificare la regolarità edilizia degli immobili

Per questo, al di là delle concessioni fatte dal decreto semplificazioni, è sempre consigliabile per i contribuenti verificare la regolarità urbanistica del proprio immobile. E farlo sempre prima dell’inizio dei lavori. Evidente come la pratica di sanatoria, può comportare diversi costi a carico del committente. E questo naturalmente disincentiva questa pratica. Spesso al committente, dopo l’analisi svolta dall’ente proposta, vengono richiesti per regolarizzarsi interventi strutturali e non, molto costosi. 

Superbonus, cosa prevede la legge sui cantieri che presentano difformità edilizie

I problemi riguardano anche i cantieri che presentano difformità edilizie. È infatti molto difficile in questo caso che una banca possa accettare la cessione del credito fiscale. E questo perché per gli istituti di credito, al di là della legislazione pubblica in merito, è importantissimo attestare la regolarità dell’immobile. Di norma viene sempre chiesto per la cessione del credito, la presentazione di una dichiarazione sostitutiva di atto notorio per attestare la regolarità dell’immobile. 

Inoltre, se ci si trova in fase d’appalto, esistono degli specifici obblighi. Il professionista in questo caso deve predisporre per legge un capitolato speciale. Si tratta di un documento tecnico che va allegato al contratto stipulato. Al suo interno vanno inserito i motivi che rendono l’immobile non regolare dal punto di vista edilizio. Se il progettista evita di presentare questo documento, il committente potrà rivelarsi in un secondo momento contro di lui. La responsabilità professionale in questo caso è infatti sempre e comunque del progettista. E se il contratto viene successivamente impugnato a causa della sua omissione, al committente viene concessa la possibilità di rivalersi legalmente contro di lui. 

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