Imu, va pagata anche se la casa è in ristrutturazione? La legge parla chiaro

Imu, molti si chiedono se vi siano riduzioni dell’imposta, nel caso in cui l’abitazione sia sottoposta a lavori di ristrutturazione. Cosa dice la legge. 

Nel caso di un immobile in affitto, a chi tocca pagare l’Imu? Al proprietario dell’immobile oppure all’inquilino? Una confusione nata nella testa dei contribuenti italiani con la legge di bilancio del 2020

imu casa
ContoCorrente

In questa infatti è stata introdotta l’eliminazione della Tasi. Una tassa in cui una parte della quota era direttamente a carico dell’inquilino, fino a un massimo del 30 per cento dell’imposta totale. La Tasi è stata accorpata all’Imu con la legge di bilancio 2020, sgravando dunque l’inquilino dal suo pagamento. In seguito, si è anche deciso di inserire alcune esenzioni sul pagamento della tassa sulla prima casa. Come quella che prevede la riduzione fino al 50 per cento per alcuni immobili in comodato d’uso. Una possibilità prevista per non penalizzare troppo le famiglie, e dunque gli immobili che i genitori decidono di dare in affitto ai figli per supportarli economicamente. 

Imu, ecco le categorie da cui lo stato può pretendere il saldo del tributo

Con l’eliminazione della Tasi, ormai da anni il pagamento dell’Imu risulta esclusivamente a carico del proprietario dell’immobile. Nello specifico, la normativa vigente, identifica queste categorie come le uniche a cui può essere richiesto il saldo del tributo. 

    • Proprietari dell’immobile
    • Coloro che risultano titolari del diritto reale di utilizzo e della superficie dell’immobile
    • i locatari degli immobili, anche quelli in corso di costruzione, che vengono concessi in locazione finanziaria
    • I concessionari, ma solo nel caso in cui si tratta di concessioni sulle aree demaniali
    • i genitori che risultano, a seguito di un provvedimenti diretto del giudice, assegnatari di una casa familiare

Nessuna agevolazione o riduzione per le case in ristrutturazione

Non sono previste invece agevolazioni o esenzioni sull’Imu, nel caso in cui l’immobile sia in ristrutturazione. E questo perchè il pagamento dell’Imu scatta per legge semplicemente detenendo un’area fabbricabile o privata. Esiste però una situazione, in cui l’Imu viene calcolata sulla base della rendita catastale.

Questo accade quando l’immobile è sottoposto a lavori che risultano classificabili per legge come manutenzione ordinaria. Questo viene spiegato in modo chiaro nella normativa di riferimento: “in caso di utilizzazione edificatoria dell’area, di demolizione di fabbricato, di interventi di recupero[..], la base imponibile è costituita dal valore dell’area, la quale è considerata fabbricabile, senza computare il valore del fabbricato in corso d’opera, fino alla data di ultimazione dei lavori di costruzione, ricostruzione o ristrutturazione ovvero, se antecedente, fino alla data in cui il fabbricato costruito, ricostruito o ristrutturato è comunque utilizzato”.

E questo significa dunque che nel momento in un immobile è in ristrutturazione, l’Imu sarà versata non tenendo conto della rendita del fabbricato, quanto del valore di mercato dell’area. 

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