Che le sigarette facciano male e danneggino alla lunga i nostri polmoni è un dato di fatto. Un altro meno conosciuto, è che sono in grado di sprigionare radioattività.
Che le sigarette fanno male alla nostra salute, non è certo un mistero. La scienza ci ha messo un po ‘per comprenderlo, basti solo pensare a tutti i medici che intorno agli anni 50-60 erano testimonial pubblicitari di tantissime marche di tabacco, rassicurando il grande pubblico sulla loro totale innocuità per il nostro organismo.
Sigarette, cosa dice l’articolo pubblicato dalla Fondazione Veronesi
È bastato qualche decennio affinché però la comunità medica si accorgesse che non era affatto così, e che i danni che le sigarette sono in grado di fare al nostro corpo, ai nostri polmoni, sono semplicemente incalcolabili. E qualche anno fa, è stata la Fondazione Veronesi, che ha sede in Italia, a pubblicare un articolo mettendo in guardia da un effetto negativo molto poco conosciuto delle sigarette. Tra le sostanze di cui si compone il loro fumo, c’è la presenza di un elemento incredibilmente tossico, e, cosa ancora più sconvolgente, in grado di sprigionare una grande radioattività.
Sembra assurdo dirlo, ma è proprio così. All’interno del fumo delle sigarette industriali di tabacco troviamo infatti la presenza del polonio-210. Un elemento che oltretutto è diventato molto famoso negli anni, e conosciuto anche dall’opinione pubblica, in quanto sarebbe la sostanza utilizzata nel 2006 dai servizi segreti russi, per uccidere il dissidente Aleksandr Litvinenko. Ma com’è possibile tutto questo? La spiegazione scientifica è in realtà molto semplice.
Il motivo per il polonio-210 è presente nelle sigarette, parte tutto dalle piantagioni di tabacco
Nelle piantagioni di tabacco, visto i ritmi di produzione che le multinazionali tengono, si fa un ampio uso di prodotti fertilizzanti. Tutte sostanze che piano piano vanno ad intaccare le foglie di tabacco, fino a quando il loro eccessivo accumulo, contribuisce alla formazione nelle foglie dell’isotopo radioattivo del polonio. Si tratta di una verità scientifica ampiamente conosciuta, e da molto prima dell’articolo della Fondazione Veronesi pubblicato nel 2021.
Nel 2011 ad esempio era stato l’Istituto Superiore di Sanità a condurre una ricerca in merito, analizzando i principali marchi di sigarette che esistono sul mercato italiano.
Sigarette, lo studio ISS non lascia dubbi: il polonio è contenuto in quantità simili in tutte le marche
Uno studio che aveva mostrato in modo inequivocabile come il polonio-210 fosse presente in tutti i campioni analizzati, senza oltretutto che nelle quantità vi fossero differenze significative tra le varie marche. Sempre in quello studio veniva fatto un calcolo per i fumatori. In base ai dati raccolti, era possibile infatti asserire che chi consuma in media circa 30 sigarette al giorno, si assume il rischio che deriva dall’esposizione a sostanza tossico radioattive, nella stessa misura di chi si sottopone a quaranta radiografie al torace. Un dato che deve far spaventare e riflettere tutti coloro che coltivano giornalmente questo vizio, a cui è difficilissimo rinunciare.