Assegno Unico, anche il figlio può richiederlo (ma solo in questo caso)

Anche i figli maggiorenni possono inoltrare domanda per l’Assegno Unico. A patto che rispettino determinati requisiti.

L’Assegno unico universale, nella sua forma piena, è attivo ormai da un anno. Durante il quale la misura ha di fatto sostituito le principali agevolazioni messe precedentemente a disposizione delle famiglie con figli.

Assegno unico figli
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La logica del sostegno è piuttosto semplice. L’Assegno unico è stato pensato per convogliare in un un’unica agevolazione generica i sostegni destinati alla natalità, dal Bonus bebè al Bonus mamma domani, passando per gli ANF e le detrazioni per i figli a carico al di sotto dei 21 anni. L’introduzione dell’Assegno ha inoltre coinciso con l’abrogazione del Bonus tre figli. Lasciando però intatto il provvedimento a beneficio della maternità comunale (pari a 1700 euro) e il Bonus Nido. Con il vantaggio del carattere “universalistico”, che non rende necessario il requisito dell’Isee. Il richiedente, anche in assenza di un indicatore Isee valido al momento della presentazione della domanda, potrà beneficiare della misura di sostegno, anche se con importo al minimo previsto dalla normativa vigente.

Qualora l’Isee fosse presentato successivamente alla domanda, comunque entro il 30 giugno dell’anno in corso, saranno riconosciuti gli importi arretrati spettanti, in base al valore dell’Isee calcolato. Fra le comunicazioni obbligatorie all’Inps, l’Isee figura nel caso in cui vi siano variazioni nel nucleo familiare. Per quanto riguarda la richiesta, l’istanza dovrà essere presentata da uno dei due genitori esercenti la responsabilità genitoriale, oppure dal tutore o addirittura dal figlio, a patto che abbia già compiuto i diciotto anni. Va ricordato che la domanda potrà essere presentata una sola volta per ogni anno di gestione e dovrà essere corredata dalla specifica riguarda tutti i figli per i quali si richiede l’Assegno unico.

Assegno Unico, chi lo richiede e quando arrivano i soldi

Il quesito legato alle figure in grado di richiedere la misura è presto risolto. Il figlio potrà chiederlo per sé stesso ma solo nel caso in cui abbia raggiunto la maggiore età. E, chiaramente, qualora non produca reddito per sé stesso. Qualora sia un figlio maggiorenne a richiedere l’Assegno unico, l’iban di destinazione dovrà essere intestato allo stesso. Vale quindi la regola generale delle coordinate bancarie di riferimento intestate al richiedente. Inoltre, un figlio maggiorenne potrà inoltrare la domanda anche successivamente a quella presentata dal genitore. In questo caso, l’istanza precedente sarà automaticamente annullata e sostituita. Restano però alcune condizioni da osservare qualora a inoltrare la domanda fosse un figlio maggiorenne.

L’età, infatti, dovrà essere inferiore ai 21 anni. Sarà poi necessario possedere almeno un requisito tra la frequenza di un corso di formazione scolastica o professionale (quindi di laurea) oppure lo svolgimento di un tirocinio. O, in alternativa, di un’attività lavorativa con reddito complessivo inferiore a 8 mila euro. Sarà inoltre possibile inoltrare la richiesta nel caso in cui il giovane fosse registrato come disoccupato in cera di lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego o stia svolgendo il Servizio civile universale. Tali requisiti, età inclusa, non si applicheranno però ai figli maggiorenni con disabilità. Per costoro, infatti, la percezione dell’Assegno sarà indipendente dalle suddette prerogative. Per quanto riguarda i genitori, invece, è prevista la possibilità di aggiungere al novero delle richieste ulteriori figli qualora si verificasse una nuova nascita.

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