Senatori, sapete quanto guadagnano? Dallo stipendio alla pensione, e c’è dell’altro

Quanto guadagnano i nostri senatori? Facciamo un po’ di conti sul loro trattamento economico, dallo stipendio alla pensione.

Ce lo chiediamo un po’ tutti: quanto guadagna un senatore, rispetto a me? Ci immaginiamo cifre alte, giustamente, ma non consideriamo che alla singola “busta paga” vanno aggiunti anche i rimborsi spese e molti servizi che i senatori non pagano, tra cui i viaggi sul territorio. Facciamo qualche calcolo e rispondiamo ad alcune curiosità circa le finanze dei nostri senatori e come sono cambiate nel tempo.

Trattamento economico senatori
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Come si compone il trattamento economico dei senatori?

Nella busta paga di un senatore, in primo luogo troviamo lindennità parlamentare, il cui importo lordo 10.385,31 euro. Se un senatore poi svolge un’attività lavorativa, l’indennità diventa 10.064,77 euro, quindi il 3,09% in meno.

Questa cifra è lorda, dobbiamo capire come diventa in versione netta. Dal lordo togliamo le ritenute fiscali e i contributi obbligatori per ottenere il trattamento previdenziale, ossia l’assegno a fine mandato, che vedremo più avanti, e l’assistenza sanitaria. La cifra diventa quindi 5.304,89 euro per i senatori e 5.122,19 euro per i senatori che svolgono un’attività lavorativa.

Dobbiamo poi considerare anche le addizionali Irpef, ossia le imposte sul reddito delle persone fisiche. Anche queste vanno sottratte dalla cifra lorda. Il valore delle addizionali varia in base al domicilio fiscale, quindi dipende dalla Regione e Comune di Residenza. Pertanto, alla fine dei conti, l’indennità sarà più o meno attorno ai 5 mila euro.

Non finisce qui, ci sono anche i vari rimborsi spese

Nella busta paga, ha un suo peso anche il rimborso spese di soggiorno, detta diaria. Per i senatori, quest’ultima corrisponde a 3.500 euro, ma può variare in base all’aumento del costo della vita, difatti è stata aggiornata nel corso del tempo. Per esempio, nel 2011 questa cifra è stata ridotta del 12,57%, prima di allora la diaria era di ben 4.003 euro al mese.

Oltre alle spese di soggiorno, nel trattamento economico dei senatori abbiamo anche i rimborsi per le varie spese accessorie, come quelle di viaggio o quelle telefoniche. Il rimborso forfettario fisso mensile è di 1.650 euro. 

Non dimentichiamo poi che i senatori non pagano i viaggi in treno, aereo, marittimi e autostradali. Si parla infatti di libera circolazione, che i senatori attestantramite un tesserino personale e speciale, da utilizzare per i vari trasferimenti.

Proseguiamo con il rimborso delle spese per l’esercizio del mandato. Quest’ultimo è stato introdotto nel 2012, come sostituto del “contributo per il supporto dell’attività dei Senatori”. Questa tipologia di rimborso è diviso in una quota mensile con rendicontazione ogni quattro mesi. Il rimborso viene calcolato in base alle spese sostenute, con una quota massima di 2.090.

Quindi quanto guadagna in totale un senatore e cosa succede se si assenta?

Sorge spontanea una domanda: se il senatore non è presente a una votazione a Palazzo Madama, riceverà comunque questi rimborsi? Ovviamente no. Inoltre, nel caso della diaria, ci saranno delle decurtazioni per ogni giorno di assenza.

Maggiormente penalizzate sono le assenze alle varie sedute delle Commissioni e Giunte per le votazioni. La decurtazione viene applicata quando il senatore non partecipa ad almeno il 30% delle votazioni del giorno.

Ora che abbiamo chiarito l’ammontare dell’indennità parlamentare e quello dei vari rimborsi, possiamo dare una cifra totale, che è attorno a 17 mila euro lordi al mese, con un netto di almeno 14.636 euro. 

Pensione senatori: quando la ricevono e a quanto ammonta

I senatori possono calcolare il momento della pensione usando lo stesso sistema utilizzato dal personale dipendente della Pubblica Amministrazione. Ci sono due requisiti da soddisfare per ottenere la pensione, il primo è anagrafico e l’altro contributivo.

Ogni senatore deve aver svolto il mandato per almeno 5 anni e aver compiuto 65 anni. Per ogni anno di mandato superiore al quinto, il requisito anagrafico si è ridotto fino ai 60 anni.

La pensione dei senatori è formata dall’assegno vitalizio maturato, al 31 dicembre 2011 e la quota di pensione per gli anni di mandato dal 2012 in poi. C’è quindi una pensione pro rata che però ha un limite massimo non superabile.

A quanto ammonta questo assegno di fine mandato? Si parla dell’80% dello stipendio mensile lordo, per il numero di anni di effettivo mandato. I contributi sono a carico dei Senatori, ai quali viene trattenuto ogni mese il 6,7%.

Com’è stato ridotto il trattamento economico dei senatori nel corso degli anni

Per ridurre le spese pubbliche, sono state adottate una serie di modifiche circa il numero dei parlamentari e la loro retribuzione. In primo luogo, il numero è stato ridotto da 630 a 400 per i parlamentari della Camera e da 315 a 200 per il Senato. Quanto abbiamo risparmiato? 500 milioni per legislatura. 

Per i senatori rimasti, lo stipendio è rimasto lo stesso dal 2011, anno in cui c’è stata l’ultima decurtazione, quindi sempre attorno ai 14 mila euro netti al mese. Il Movimento 5 Stelle ha tentato di applicare nuove decurtazioni, ma dopo di loro nessuno ha più toccato l’argomento. Nelle ultime votazioni, nessun partito ha inserito la questione nel proprio programma. Possiamo anche capire il perché, viste le cifre da capogiro per noi comuni mortali.

Un altro cambiamento è stato ridurre l’indennità parlamentare lorda, che da 12.434,32 è diventata di 10.385,31. A partire da gennaio 2012 sono stati modificati anche i trattamenti previdenziali, tramite l’introduzione del sistema contributivo. Un ulterore taglio è avvenuto riducendo le facilitazioni per i viaggi a favore di ex senatori. In più, è stato soppresso qualsiasi rimborso per i viaggi in autostrada, più l’aggiunta di un tetto annuale per le altre tipologie di viaggi, quindi in aereo o treno.

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