Il governo Meloni vola nei sondaggi, ma sulla giustizia è già bufera: cosa sta succedendo

Come accade sempre in questi casi, la luna di miele tra la Meloni e l’elettorato continua. Fratelli d’Italia è l’unico partito che nelle rilevazioni ha visto crescere il suo consenso. 

Come capita sempre in questi casi, il nuovo governo di centrodestra che si è appena insediato, sta per il momento riscuotendo successo e fiducia da parte degli elettori.

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La premier Giorgia Meloni sta facendo infatti registrare un gradimento nei sondaggi che al momento va oltre il cinquanta per cento secondo le ultime rilevazioni. E questo, nonostante l’inizio di questo esecutivo non sia stato ceto morbido. 

Governo Meloni, la fiducia nei sondaggi cresce nonostante le polemiche sulla giustizia

Uno dei primi atti rivendicati da Fratelli d’Italia, al centro oltretutto tutt’ora di numerose polemiche, è stato lo sgombero del rave party di Modena, che ben fa intendere la distanza che intercorre tra destra e sinistra su cosa sia un intervento di sicurezza pubblica. A questo bisognerebbe poi anche aggiungere le polemiche di questi giorni sulla proposta di introdurre la possibilità di applicare l’ergastolo ostativo per i reati di mafia e terrorismo, che viene definita dalle opposizioni come una norma assolutamente incostituzionale.

Resta comunque il fatto che mentre nei sondaggi tutti i partiti restano stabili, Fratelli d’Italia registra invece un avanzamento. Un’altra novità di queste rilevazioni arriva da Unione Popolare: Luigi de Magistris avrebbe infatti superato la soglia dell’un per cento per quanto riguarda il suo consenso politico. Un dato che in futuro potrebbe riservare sorprese nell’area di centro sinistra. Come si accennava in precedenza, la giustizia è stato uno dei temi caldi che questo nuovo governo ha deciso fin da subito di prendere “di petto”. Ma questo in realtà è un discorso che va oltre l’insediamento del nuovo governo, in quanto nel testo che è stato approvato a fine ottobre, vi era anche la necessità di dare applicazione a un’ordinanza della Corte Costituzionale che era stata promulgata nel 2021. 

Che cosa dice l’ordinanza della Corte Costituzionale del 2021

In questa venivano offerti chiarimenti e correzioni sui benefici penitenziari che possono essere concessi a coloro che risultano detenuti per reati gravi e decidono di non collaborare con la giustizia. In questo nuovo testo, che dunque doveva già di per sé recepire le considerazioni della consulta, tra le polemiche si è deciso di optare per misure anche più rigide di quelle richieste. La polemica da parte dell’opposizione non è tardata ad arrivare, con la Meloni che si è più volte giustificato spiegando che il suo governo si è limitato a riprendere una proposta di legge che era già stata approvato dal governo Draghi: il riferimento è all’articolo 4 bis del nuovo ordinamento penitenziario che los corso anno era stato approvato alla Camera.

Ma quali sono i cambiamenti, che tanto stanno facendo discutere, introdotti dal nuovo esecutivo? In primo luogo viene stabilito che d’ora in poi, per i detenuti macchiatisi di reati gravi di matrice terroristica o mafiosa, non basterà più soltanto una buona condotta tenuta in carcere per ottenere dei benefici dal giudice. Vengono infatti inseriti anche altri requisiti di cui si dovrà tenere conto. 

Governo Meloni, cosa cambia con l’approvazione del nuovo testo: benefici impossibili per i carcerati che non collaborano?

Tra questo, l’obbligo di risarcire economicamente le vittime dirette dei crimini per cui si è stati condannati, ma anche la certezza che il soggetto in questione non intrattenga più contatti di alcun tipo con l’organizzazione criminale di cui faceva parte. E questo significa in primo luogo che cambia l’iter di queste richieste, che non entreranno più in automatico ma verranno invece valutate seguendo parametri molto più stringenti verso i detenuti che non collaborano o non disconoscono il loro legame con la criminalità. 

Ad esempio, nel caso in cui questi benefici non vengano concessi perché il detenuto non rispetta i requisiti richiesti, gli sarà possibile richiedere la libertà condizionata solo allo scadere dei trent’anni previsti dal suo ergastolo.

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