Pensioni, la Meloni vuole lasciare il segno: pronta l’opzione al maschile

Una idea, un piano che già fa discutere ma che potrebbe portare ad una soluzione inattesa nel campo previdenziale.

Che il sistema previdenziale italiano abbia bisogno di una profonda ristrutturazione è cosa più che mai nota. Ad oggi ci ritroviamo di fronte a dinamiche assolutamente inaspettate, almeno in teoria. Situazioni legate all’evoluzione vera e propria della nostra società che si contra visibilmente con un sistema pensionistico, per l’appunto che non regge il confronto.

Giorgia Meloni pensioni
Foto: Web

In merito al discorso pensioni ci ritroviamo di fronte ad una porta già molte volte, in qualche modo forzata dalla politica italiana. Una situazione che in alcuni casi è apparsa senza alcuna via d’uscita e che oggi prova per l’ennesima volta ad essere in qualche modo interpretata. Oggi più che mai, insomma, torna a concretizzarsi l’opportunità di dire la propria, per la politica, in merito ad una rivoluzione del sistema pensionistico attesa ormai da decenni.

In linea di massima, ciò che in qualche modo blocca il tutto è la stessa complessità di mettere mano ad un sistema, da parte delle varie parti politiche protagoniste degli ultimi anni, che non prevede, quasi non consente una vera e propria risoluzione delle cose. Il tutto spiegato in questo modo certo fa nascere numerosi dubbi in merito alle forze politiche per l’appunto che negli anni hanno sfidato la possibilità del cambiamento. In effetti, almeno in teoria la cosa appare certo abbastanza ambigua. I fatti non lasciano scampo.

Le riforme, negli anni, sono state annunciate, in qualche modo anche organizzate, in rarissimi casi messe in atto ma mai si è arrivati ad un risultato che potesse dirsi soddisfacente. In tutto ciò si è arrivati ad un particolare momento storico, il nostro, con un sistema pensionistico incerto e poco incline a programmare in qualche modo un futuro capace di dare risposte concrete ai nuovi lavoratori. Le soluzioni insomma più che mai mancano.

Il nuovo Governo, quello che verrà dai risultati delle politiche dello scorso 25 settembre metterà il centrodestra guidato dal soggetto politico guidato da Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia, a provare a concepire una nuova idea, un nuovo modello che in qualche modo possa ispirare la stessa logica previdenziale nel nostro paese. Oggi più che mai occorre chiarezza, occorre una idea valida che possa assicurare un futuro ai milioni di giovani lavoratori italiani.

Pensioni, la Meloni vuole lasciare il segno: il progetto di rivedere l’opzione vigente

In attesa di formare il nuovo Governo, che vedrà con tutta probabilità in Giorgia Meloni la prima premier donna della nostra storia repubblicana, girano già alcune idee in merito ai provvedimenti che l’esecutivo di centro destra potrebbe immaginare di adottare in alcuni specifici campi. Su tutti, in questa fase spicca quello delle pensioni, con una particolare opzione che potrebbe in qualche modo semplificare numerose dinamiche in quello specifco contesto.

Opzione uomo, consentirebbe, di fatto, l’anticipo della fase di pensionamento per il lavoratore. Quota 102, introdotta dall’esecutivo guidato da Mario Draghi, andrà ad esaurirsi a fine 2022. In quella fase subentrerà nuovamente la Legge Fornero, con la quota di 67 per la pensione di anzianità con almeno 20 anni di contributi, oppure, al dall’età con 42 anni e 10 mesi di contributi, uno in meno per le donne.

Opzione uomo consentirebbe per l’appunto ai lavoratori di uscire dal mondo del lavoro prima dei 60 anni. Il tutto non sarebbe certo indolore, considerate le regole attuali. In questo caso si dovrà rinunciare, nei panni del lavoratore al 30% della pensione per uscire, anticipatamente dallo stesso mondo del lavoro. Un esempio pratico ci porta ad ipotizzare un ipotetico assegno pensionistico di 2000 euro. Ipotizzando l’anticipo dai 67 anni ai 58-59 di ridurrebbe fino a 1400 euro mensili. Un taglio abbastanza netto, insomma.

Un prezzo importante da pagare insomma. Il tutto all’interno di una dinamica che regalerebbe al cittadino, per l’appunto, l’uscita dal mondo del lavoro con quasi 10 anni d’anticipo. Proposta interessante, dunque, ma di certo non semplice da affrontare, almeno al momento.

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