Depressione, dagli psichiatri la svolta per i casi più gravi: chi può ritrovare il sorriso

La Società Italiana di Psichiatria sperimenta un nuovo farmaco contro i casi di depressione grave. I risultati sarebbero importanti ma si invita alla cautela.

 

Un aiuto ulteriore per agire contro la depressione e cercare di facilitare il rapporto fra paziente e psichiatra. Una possibile svolta che, di questi tempi, potrebbe costituire un passaggio chiave nel contrasto agli effetti portati dalle troppe crisi dei giorni nostri.

Depressione farmaco
Foto: Canva

Una combinazione di fattori che, dalla pandemia alla guerra (e alle paure di effetti indiretti a essa correlata) passando per i rincari e le difficoltà lavorative, ha reso decisamente complicati gli ultimi anni per la maggior parte delle persone. Tant’è che il ricorso al Bonus psicologo, destinato a chi ha riscontrato difficoltà estreme nel superare l’impatto del Covid-19 nella propria quotidianità (magari con conseguenze quali la perdita del lavoro o la chiusura della propria attività), è stato fra i più soggetti a richiesta di proroga. Non sempre, però, il consulto di un professionista basta a superare uno scoglio che potrebbe apparire letteralmente insuperabile nei casi più gravi. Per questo la Società Italiana di Psichiatria ha continuato a lavorare anche sui sostegni medici a chi è affetto da depressione.

Uno studio interamente italiano dedicato ai problemi depressivi ha portato alla sperimentazione di un farmaco apposito, sviluppato con l’obiettivo di sostituire progressivamente i medicinali attualmente in uso. Lo scopo finale, risparmiare a chi soffre di depressione un percorso troppo lungo e complicato fra controlli dei sintomi, soprattutto nei casi di resistenza ai trattamenti. Questo, almeno, quanto sostenuto dalla Società Italiana di Psichiatria, stante i risultati ottenuti nella fase di test e presentati durante il congresso nazionale di Genova.

Depressione grave, un nuovo farmaco consigliato dagli psichiatri: di cosa si tratta

I risultati della ricerca sono stati pubblicati sul Journal of Affective Disorders, frutto di un lavoro condotto dall’Università “Gabriele D’Annunzio” di Chieti e dall’Università di Brescia. Lo studio ha coinvolto 22 centri italiani, all’interno dei quali sono stati monitorati un totale di 116 pazienti, i quali hanno sperimentato su di sé il nuovo farmaco, denominato Esketamina. Nello specifico, assunto per via nasale sotto forma di spray. Secondo quanto emerso dai test, più del 64% dei pazienti avrebbe sperimentato un miglioramento ritenuto “significativo”. Addirittura il 40% di questi, inoltre, avrebbe avuto una remissione completa della malattia. Secondo gli autori della ricerca, i primi miglioramenti sarebbero riscontrabili già nelle prime 24 ore successive all’assunzione della prima dose di farmaco. Con la possibilità di arrivare a una remissione completa dopo i primi due mesi.

Gli psichiatri si sono mostrati ottimisti. Le possibilità di risoluzione di casi gravi di depressione potrebbero trarre beneficio dal nuovo farmaco. Secondo gli esperti, infatti, particolare aiuto potrebbe riguardare coloro che non rispondono alle cure, oppure con tentativi estremi (suicidio o autolesionismo) alle spalle. Chiaramente, gli stessi ricercatori invitano a usare cautela, dal momento che il farmaco in questione è inserito nella cosiddetta fascia H territoriale. Destinato quindi all’uso negli ambulatori territoriali dei Dipartimenti di Salute mentale (in forma esclusiva). L’impiego dovrà inoltre avvenire sotto strettissimo controllo medico, con indirizzo esclusivo alle orme di depressione resistente.

(Le informazioni presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e riguardano studi scientifici pubblicati su riviste mediche. Pertanto, non sostituiscono il consulto del medico o dello specialista, e non devono essere considerate per formulare trattamenti o diagnosi)

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