Presidenti di Camera e Senato, quanto guadagnano? Le cifre che non ti aspetti

Seconda e terza carica dello Stato, quanto guadagnano i presidenti di Camera e Senato? Si tratta di cifre da capogiro.

Sono in molti a chiedersi quanto guadagnano i presidenti di Camera e Senato. Entriamo quindi nei dettagli per vedere quali sono le informazioni disponibili e tutto quello che c’è da sapere in merito.

Quanto guadagnano i presidenti di Camera e Senato
Foto © AdobeStock /Canva

Lo scorso 25 settembre gli italiani sono stati chiamati ad eleggere il nuovo governo. A vincere le elezioni, come ben sappiamo, è stato Fratelli d’Italia. Proprio il partito guidato da Giorgia Meloni, pertanto, avrà l’importante compito di guidare l’Italia nel corso dei prossimi anni.

Un impegno importante, con il nuovo esecutivo che è chiamato innanzitutto ad eleggere i nuovi presidenti di Camera e Senato. In attesa di scoprire chi ricoprirà questi due importanti incarichi, sorge spontanea una domanda: quanto guadagneranno?  Entriamo quindi nei dettagli per vedere quali sono le informazioni disponibili e tutto quello che c’è da sapere in merito.

Presidenti di Camera e Senato, quanto guadagnano? Svelate le cifre

Come già detto, sono in molti a chiedersi quanto guadagneranno i nuovi presidenti di Camera e Senato. A tal proposito è bene sapere che, in base a quanto previsto dalla nuova legge sullo stipendio dei dipendenti pubblici, non possono superare quota 240 mila euro all’anno.

Entrando nei dettagli la seconda e la terza carico dello Stato hanno diritto ad un’indennità di parlamentare pari a 5 mila euro. A questa si aggiunge una diaria di 3.503 euro e un’indennità d’ufficio pari a 4.223 euro. Ma non solo, i presidenti di Camera e Senato hanno anche diritto ad un rimborso spese pari a 3.690 euro.

Sommando le varie voci, quindi, è possibile evincere che i presidenti di Camera e Senato guadagnano ben 16.416 euro al mese, ovvero 196.992 euro all’anno. Importi, come è possibile evincere, al di sotto del tetto di 240 mila euro imposto per legge. A tal proposito, inoltre, interesserà sapere che ad esempio nel 2013 gli allora presidenti Pietro Grasso al Senato e Laura Boldrini alla Camera decisero di tagliare i propri compensi.

Chissà, quindi, se anche i futuri presidenti seguiranno lo stesso esempio, decidendo a loro volta di ridursi lo stipendio. Un taglio, è bene sottolineare, non obbligatorio, ma che se applicato si rivelerebbe essere, senz’ombra di dubbio, un gesto importante per un Paese già messo a dura prova dalla crisi economica in corso.

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