Attacchi atomici, sopravvivere è possibile: le regole da seguire alla lettera

Per sopravvivere agli attacchi atomici occorre conoscere delle regole da seguire senza lasciarsi prendere dal panico.

In caso di conflitto atomico sarebbe difficile sopravvivere ma non impossibile. Cerchiamo di sciogliere un dubbio legato ad una spaventosa eventualità.

attacchi atomici
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Cresce la paura di un possibile conflitto mondiale con coinvolgimento delle armi atomiche. Gli eventi che si stanno succedendo dal mese di febbraio 2022 non lasciano presagire nulla di buono e i segnali di una possibilità che scoppi una Terza Guerra Mondiale tolgono spazio alla speranza di una soluzione pacifica alla rivalità tra Russia, USA, Europa e Cina. Conoscete il Doomsday Clock, l’orologio dell’apocalisse creato nel 1947 da scienziati del Bulletin of Atomic Scientists dell’Università di Chicago? Si tratta di un metaforico orologio che segna il tempo rimanente prima di un’ipotetica fine del mondo. Le lancette vengono spostate in base agli eventi che accadono in un determinato anno. Per esempio, nel mese della nascita – giugno 1947 – l’ora segnava sette minuti alla mezzanotte per la probabilità che si potesse verificare una pioggia di bombe atomiche sulle capitali del pianeta.

Ebbene, oggi le lancette sono posizionate a 2 minuti e mezzo dalla mezzanotte a voler sottolineare la gravità della situazione.

Cosa sapere sulle armi nucleari

Ad aumentare la pericolosità di un conflitto mondiale moderno è la presenza delle armi nucleari. Naturalmente non sono tutte uguali. Esistono 4 differenti tipologie che si diversificano per la potenza generata dall’esplosivo utilizzato. Il tipo di esplosivo più la combinazione sono fattori determinanti nello stabilire le possibile conseguenze. La potenza non può essere aumentata semplicemente aumentando la quantità di plutonio o uranio – per esempio – dato che il superamento di una certa massa provocherebbe una spontanea reazione nucleare.

La prima tipologia di dispositivi è a fissione al plutonio 239 con potenza ino a 20 kton. Per fare un esempio citiamo la bomba di Nagasaki. Poi ci sono i dispositivi a fissione all’uranio 235 con potenza tra 20 e 200 kton (bomba di Hiroshima) e i dispositivi a fissione-fusione con la fissazione dell’uranio che innesca una reazione di fusione degli isotopi dell’idrogeno con potenza tra 40 kton e 20Mton.

Infine, ci sono le armi fissione-fusione-fissione con potenze fino a 100 Mton che sono sporche e provocano una ricaduta radioattiva eccessiva. In base alla tipologia e alla quota in cui avviene l’esplosione gli effetti degli attacchi atomici saranno differenti.

Attacchi atomici, è possibile sopravvivere?

Le conseguenze delle armi atomiche non sono proporzionali alla propria energia e spesso non rispecchiano le finalità dell’uso strategico. L’esplosione atomica crea calore e irraggiamento e un’onda d’urto causata dalla sovrappressione dell’aria che viaggia per chilometri senza raggiungere la distanza del calore e dell’irraggiamento. Poi ci sono le radiazioni che si propagano per un’area molto vicina al punto zero, l’impulso elettromagnetico e la ricaduta radioattiva (fallout) che può spostarsi per centinaia di chilometri a causa del vento.

Ustioni, nausea, vomito, gravi emorragie interne, scompensi neurologici sono alcune delle conseguenze possibili in seguito ad una esplosione ma tutto dipenderà dalla vicinanza all’attacco e dalla sua potenza. Per sperare di sopravvivere occorrerà recarsi immediatamente all’interno di un edificio dopo aver sentito il suono della sirena di allarme. I sotterranei sarebbero preferibili. In alternativa è opportuno scegliere un punto interno lontano dalle finestre e muri perimetrali che potrebbero distruggersi per l’impatto.

Trovandosi all’aria aperta sarebbe opportuno gettarsi a terra preferibilmente in una buca o avvallamento oppure dietro ad un ostacolo naturale che preservi dall’arrivo di detriti infiammati.

Altre regole da ricordare

Dopo l’attacco occorrerà stare attenti al fallout. Evitare, dunque, le zone sottovento. Nella scelta dell’edificio in cui rifugiarsi – se possibile – preferire quelli in cemento armato o mattoni. Un parcheggio sotterraneo sarebbe una soluzione ideale per una riduzione delle radiazioni ad 1/200 rispetto ad un valore esterno.

Lo spostamento verso un rifugio migliore è consigliato solo se si trova a circa 5 minuti di distanza. Se si dovesse impiegare più tempo occorrerebbe scegliere un rifugio temporaneo e attendere un’ora dopo l’attacco prima di uscire. A Hiroshima sono sopravvissute persone che si trovavano all’interno di un edificio a 300 metri dall’esplosione. Appena possibile bisognerebbe togliere i vestiti indossati e lavarli accuratamente con acqua e sapone così come sarebbe necessario fare una doccia e insaponare soprattutto viso e capelli. Importante, poi, soffiare il naso per espellere parte delle polveri inalate.

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