Prendere una casa in affitto conviene davvero? Facciamo due conti

Prendere una casa in affitto, è la decisione più saggia? I rincari stanno colpendo anche il settore immobiliare stravolgendo le abitudini dei cittadini.

Nel 2023 si prospettano aumenti del canone di locazione in tutta Italia. La situazione è già al limite ma nel futuro andrà peggio.

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Mutuo o affitto, tante coppie si trovano davanti a questa scelta e prendere una decisione sta diventando sempre più complesso. Sebbene i tassi di interesse dei mutui siano saliti notevolmente andando ad incidere sull’importo delle rate mensili, anche gli affitti sono soggetti a rincari in tutta Italia. La maggior parte delle persone davanti ad una differenza di pochi euro opterebbe, naturalmente, per la sottoscrizione di un mutuo. Il sogno di una casa di proprietà è, infatti, il sogno americano dei tempi moderni. Eppure i requisiti che le banche pretendono per erogare il finanziamento sono diventati più complicati da soddisfare. La busta paga, un’entrata mensile garantita, l’affidabilità creditizia e soprattutto l’equilibrio tra importo della rata mensile e stipendio sono elementi che in tanti casi precludono la possibilità di poter richiedere il mutuo. E così si dovrà optare necessariamente per l’affitto di una casa anche se la somma da pagare, alla fine dei conti, sarà più o meno la stessa che si pagherebbe con il finanziamento.

Prendere una casa in affitto, la dura realtà

I prezzi delle case in affitto sono aumentati e continueranno a crescere nel 2023. I cittadini devono fare i conti con la dura realtà che li porterà a spendere più del previsto. In una grande città o provincia, il costo medio di un trilocale è di circa 877 euro al mese (cifra per la quale senza adeguate garanzie le banche non accetterebbero l’erogazione del mutuo).

L’aumento è del 7,7% in un anno considerando che nello stesso periodo nel 2021 per un trilocale il prezzo medio si attestava intorno agli 814 euro al mese. Bisogna poi aggiungere le spese (aumentate anche queste) dell’acqua, del gas e dell’energia elettrica nonché della TARI per comprendere come anche 60 euro in più possano incidere notevolmente sul budget familiare.

Gli aumenti da nord e sud Italia

Gli aumenti maggiori sono stati calcolati nelle Isole con il 12,3% e nel Sud Italia con il 9,7%. I costi medi sono rispettivamente di 7.500 e 8 mila euro. Nel Nord Ovest si è registrato un incremento del 9,4%. Per un trilocale si spendono mediamente 11.500 euro all’anno. Segue il Nord Est con aumento percentuale dell’8,9% per un costo medio annuo di 9.700 euro. Al centro, invece, gli aumenti sono stati inferiori con variazioni intorno al 4%.

Affitti dagli importi onerosi significa mettere in crisi il tessuto sociale. Generalmente il canone non dovrebbe superare il 40% delle entrate mensili per garantire una qualità di vita decente. Cifre intorno ai 700/800 euro sono ben al di sopra delle possibilità di tanti cittadini, soprattutto delle famiglie monoreddito. L’affitto molto alto, poi, penalizza notevolmente gli studenti universitari fuori sede. E in questo settore gli aumenti registrati sono del 9% per una stanza doppia e dell’11% per una singola.

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