Non è tutto pellet quel che luccica: consigli utili per la scelta

Anche il pellet è finito nella morsa del rally delle materie prime. Tuttavia, il bio-combustibile rappresenta ancora una buona opportunità di risparmio.

 

Fonti alternative di combustibile per il riscaldamento domestico. Una strategia fin troppo discussa nelle ultime settimane, specie dopo la certificazione dei rincari in arrivo sui costi delle utenze.

Pellet convenienza
Foto © AdobeStock

In realtà le cose stanno diversamente. Il rally delle materie prime ha finito inevitabilmente per coinvolgere anche quei mercati che, fin qui, concedevano un minimo di risparmio. Il pellet è finito anch’esso nel calderone anche se, chiaramente, i prezzi sono ben distanti da quelli che riguardano il gas. Il che, in buona sostanza, rende il pellet ancora più conveniente, nonostante il rialzo che, alla lunga, si era pensato potesse scoraggiare anche i maggiori fan. Del resto, non è un mistero che tale materiale consenta un risparmio e un minor impatto ambientale (anche se non del tutto nullo), oltre che una sensibile differenza rispetto all’alimentazione da gas. Ossia, può essere acquistato “fisicamente” e, per questo, consente delle scorte personalizzate, basate unicamente sulle proprie disponibilità economiche.

In pratica, il pellet è più “gestibile” del gas, al netto dei costi necessari per l’impianto delle stufe. Anche l’Istat si è occupato della questione, indicando come l’acquisto di tale materiale abbia riscontrato sempre più successo fra gli italiani, portando al 15% il totale dei cittadini che hanno deciso di passare al bio-combustibile. Non certo un numero irrilevante considerando che si parla di 2,3 milioni di impianti collocati nelle case degli italiani, ossia il 26% di quelli di riscaldamento totali nel nostro Paese. E, secondo l’Istituto di Statistica, tali numeri sono destinati a salire ancora, al pari del consumo di pellet che, a ottobre e novembre, incrementerà il suo contributo al consumo energetico domestico.

Occhio al pellet, meglio scegliere quello giusto: quale acquistare e dove

Mediamente, un sacco da 15 kg si aggira su prezzi difficilmente superiori ai 24 euro. Chiaramente tutto dipende dalla marca e dal luogo di acquisto, visto che lo stesso peso può essere pagato anche 8 euro. Interessante notare come, in base al rivenditore scelto, il costo di un sacco di pellet possa variare anche in modo sensibile. C’è da dire che, per chi vuole togliersi il pensiero, esiste la possibilità di farsi arrivare il combustibile direttamente a casa, acquistandolo su Amazon. In questi casi, tuttavia, ci sarà da fare i conti con le spese relative, da aggiungere a quelle del prodotto in sé. Un’interessante promozione, valida come una sorta di scorta invernale, mette a disposizione proprio sulla piattaforma di commercio online un set da 75 kg di pellet (ossia cinque pacchi) a un costo di 144,95 euro. Sempre su Amazon, un pacco da 15 kg di Thermo Pellet di faggio arriva a costare 24,10 euro.

L’alternativa sono i classici rivenditori. Bricoman, piuttosto che Leroy Merlin. Anche alcuni supermercati maggiori dispongono di pacchi di pellet, a prezzi ovviamente più contenuti. Se si dovesse optare per i nomi “classici”, però, di sicuro non si sbaglierà in termini di risparmio. Basti pensare che un sacco da 15 kg di Hasslacher Premium di abete presso Bricoman, non arriva a costare nemmeno 10 euro (9,95 per la precisione). Stessa qualità e stessa quantità, ma di marca diversa, da Leroy Merlin tocca quota 8,19. Certo, il risparmio è garantito se l’impianto è già in funzione dentro la nostra abitazione. In caso contrario, meglio farsi prima qualche conto.

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