Distributori automatici, da spesa a guadagno: conviene investire?

È davvero potenzialmente remunerativo il mercato dei distributori automatici? Molto dipende dal piano di marketing, fondamentale per i guadagni.

 

Tendenzialmente, ad alcuni specifici macchinari si accosta più la voce di spesa che quella di guadagno. Eppure, dove c’è qualcuno che spende, c’è inevitabilmente qualcuno che il denaro lo intasca.

Distributori automatici guadagno
Foto © AdobeStock

I distributori automatici, ad esempio, sono tutt’altro che dei buchi neri. C’è chi li richiede, chi li posiziona e, infine, ci guadagna. Un mercato nemmeno troppo di nicchia, considerando che tali strumenti si trovano praticamente in ogni contesto pubblico, dagli uffici alle scuole, fino alle sedi amministrative e agli ospedali. Tanto da rendere lecita la domanda sull’effettiva convenienza di un investimento in questo settore. Di sicuro, si tratta di un modo remunerativo per guadagnare senza lavorare, o quantomeno non nel vero senso del termine. Acquistare un simile dispositivo e collocarlo nel punto giusto sono le due operazioni principali da fare in questi casi. Tutto, infatti, sta nell’analizzare bene il mercato, il contesto e la potenziale remuneratività del luogo di collocazione. Il resto lo faranno i clienti, che peraltro il gestore del distributore potrebbe non vedere mai.

Non è comunque semplice determinare se vi sia un reale guadagno, proprio perché molto (se non tutto) dipende dal luogo di collocazione. Senza contare che, per riuscire a posizionarsi al meglio sul mercato, oltre al posto bisognerà tener conto anche del target e scegliere accuratamente cosa vendere, così da soddisfare i reali bisogni dei clienti in quel preciso contesto. Di sicuro, c’è bisogno di un minimo di conoscenza del marketing e di una discreta abilità nello stilare un piano d’azione ed economico. Ad esempio, un complesso di uffici privo di un bar potrebbe essere una buona soluzione. Tuttavia, bisognerà tener presente anche di altri fattori per riuscire a centrare l’obiettivo.

Distributori automatici, conviene investire? Da cosa dipende il guadagno

La prima e obbligatoria spesa riguarda il distributore stesso. Andrà quindi considerato un budget di riferimento, oltre il quale sarà difficile spingersi. Seguirà quindi il piano di marketing, riferito al collocamento e al contesto sociale di inserimento. Il locale dovrà essere individuato allo scopo di intercettare un determinato tipo di clientela, visto che la pubblicità sarà relativa in questo senso. Il punto centrale è infatti l’utilità dei distributori automatici. Dal locale di posizionamento, inoltre, dipenderà anche il numero dei macchinari da piazzare. Questo sarà dettato anche da quanto persone transitano in quel punto o da quanti vi lavorano. Andranno poi determinati i prodotti di vendita. Bisognerà quindi chiarire se i distributori serviranno per sostituire un bar o addirittura un punto di ristoro. O, semplicemente, per una pausa caffè.

O anche per qualcosa di diverso dai prodotti alimentari. Una soluzione conveniente potrebbe essere il franchising, ossia un tipo di investimento che consente di risparmiare su determinate spese. Per i distributori, però, graverà il costo di gestione, ossia un 20% circa cui ricavi. Occhio anche alla manutenzione, necessaria e da preventivare nel budget iniziale, anche se un contratto di franchising potrebbe includerla di per sé. Per quel che riguarda i guadagni, come detto, molto dipenderà dalla somma dei suddetti fattori. Tendenzialmente ci si aggira sui 40 mila euro annui, considerando le spese, ma solo in caso si vendano perlomeno 100 euro di prodotti, o poco più. Detraendo le spese di un contratto di franchising, resterebbero 26 mila euro. Sempre che il distributore sia stato posizionato nel punto giusto.

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