Tessera sanitaria, allarme chip: a rischio le visite sanitarie?

La difficoltà nel reperire i materiali per il microchip ha costretto il sistema a disporre nuovamente una Tessera sanitaria che ne è priva. Ma forse non è un problema.

 

Materie prime carenti e, di conseguenza, un effetto domino sugli strumenti alle quali sono destinate. Se questo succede per gas e metalli vari, niente impedisce che possa accadere anche per altre situazioni.

Tessera sanitaria chip
Foto: Web

Poco tempo fa, si era parlato della crisi dei semiconduttori come di una possibile fonte di problemi per quel che riguardava i cosiddetti “chip”, ossia i lettori magnetici che consentono alle carte (di credito ma non solo) di funzionare. Problematica che, a quanto pare, ha riguardato anche la Tessera sanitaria ordinaria, in dotazione a ogni cittadino e funzionante esclusivamente attraverso il proprio chip, che rende possibile anche la prenotazione di una visita medica. Tecnicamente, le nuove tessere non prevedono l’impianto del chip. Tant’è che l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato, ha spiegato all’AdnKronos che quello effettuato è praticamente un passo indietro.

A risentire dell’assenza del microcircuito, a quanto pare decisa a tavolino, potrebbero quindi essere le visite mediche. E il Lazio sta quindi cercando di prevenire eventuali problematiche dovute all’assenza del chip, creando “una task force con Laziocrea e le Asl per anticipare eventuali difficoltà nel tracciamento dati e fascicolo sanitario”. Un piano che, sulla carta, è solo di emergenza. Nel senso che verrebbe applicato solo qualora, effettivamente, sul sistema di prenotazione dovessero essere riscontrate delle problematiche. Teoricamente, con lo Spid e gli altri sistemi di identificazione elettronica, non dovrebbero sorgere in toppi.

Tessera sanitaria, il nodo del chip: ecco cosa potrebbe accadere

L’obiettivo, in sostanza, è evitare che il sistema incappi in qualche battuta d’arresto. L’assessore D’Amato ha infatti fatto sapere che il sistema di prenotazione, anche con le tessere sanitarie senza chip, non dovrebbe riscontrare troppe difficoltà. Le uniche eccezioni potrebbero riguardare coloro che utilizzano la Tessera sanitaria in un lettore ma, sempre a livello statistico, dovrebbe trattarsi di un numero estremamente limitato di persone. Tuttavia, la carenza dei semiconduttori resta.

L’allarme era stato lanciato da Sogei e, ora come ora, anche a fronte di una criticità assorbita tutto sommato senza troppi patemi, il rischio di eventuali problematiche resta. Il Ministero dell’Economia, a fronte della crisi internazionale che ha finito per coinvolgere anche questo mercato, ha previsto quindi la diffusione di una Tessera sanitaria semplificata.

In pratica, il fatto di dover utilizzare una card senza chip non sarebbe una scelta dovuta a un passo indietro in fatto di tecnologia, quanto una decisione volta a prevenire eventuali carenze esagerate dei materiali necessari alla realizzazione dei microchip per Ts e Cns. Il tutto deciso con il decreto ministeriale del 9 giugno 2022, che prevede la distribuzione della tessera “semplificata”.

Un provvedimento reso necessario dalle circostanze e che, a quanto pare, non sta interessando solo il nostro Paese. Inoltre, nello stesso decreto è stata prevista la possibilità di prorogare la validità dell’utilizzo del chip su tessere già attivate, fino al 31 dicembre 2023. La mancanza del chip, secondo Sogei, non determina comunque limitazioni nell’uso della card. Né, tantomeno, “la richiesta di erogazione di prestazioni o di farmaci, e l’assistenza sanitaria”. Almeno questa è una buona notizia.

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