Pensioni, aumenti in vista ma non se ne accorge nessuno: la verità che non ti aspetti

Aumenti in vista per le pensioni al fine di contrastare l’inflazione, con molti che si chiedono se i relativi importi saranno o meno adeguati alle esigenze delle famiglie italiane. Ecco la verità che non ti aspetti.

Sono in molti ad attendere l’aumento delle pensioni in vista il prossimo mese di ottobre. Gli importi però saranno adeguati alle esigenze dei pensionati italiani, oppure no? Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.

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Cibo, abbigliamento, istruzione dei figli, regali ai nipoti e chi più ne ha più ne metta. Sono davvero molti i costi da dover sostenere e che hanno un peso non indifferente sulle nostre tasche. Una chiara dimostrazione di come il denaro, pur non essendo sinonimo di felicità, si riveli essere davvero molto utile in diverse situazioni.

Proprio in tale ambito abbiamo già avuto modo di vedere assieme che giungono buone notizie per molti pensionati che a partire da ottobre 2022 potranno beneficiare di un aumento sulle pensioni. Una notizia indubbiamente positiva, che tuttavia non sembra portare con sé i risultati sperati.

Basti pensare che sono in molti a chiedersi se i relativi importi saranno o meno adeguati alle esigenze delle famiglie italiane, già duramente colpite dalla crisi economica in atto. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.

Pensioni, aumenti in vista ma irrisori? Ecco tutto quello che c’è da sapere

Come già detto sono previsti degli aumenti sulle pensioni in vista del prossimo mese di ottobre. Una notizia senz’ombra di dubbio positiva che, tuttavia, non sembra in grado di garantire i risultati sperati. In particolare sono in molti a temere che in realtà si tratti di importi irrisori, non in grado di rispondere in modo adeguato alle varie esigenze delle famiglie italiane durante colpite dalla crisi economica in corso.

Ebbene, entrando nei dettagli ricordiamo che tale aumento sarà possibile per effetto di una misura introdotta con il decreto Aiuti bis, che prevede a un acconto pari al 2% per la compensazione annuale dell’inflazione. Tale rivalutazione del 2%, è bene sottolineare, non riguarda tutti, ma solamente coloro che percepiscono meno di 35 mila euro lordi l’anno.

Data la percentuale, pertanto, è possibile subito evincere come non si tratterà di un importo in grado di stravolgere la vita. Questo soprattutto considerando che si tratta di un aumento del 2%, a fronte di un tasso di inflazione che ad oggi si attesta attorno all’8%. Se tutto questo non bastasse, tale aumento viene calcolato sul lordo. Ciò, pertanto, vuol dire che l’importo effettivamente riconosciuto sarà ancora più basso a causa delle imposte.

Pensioni, aumenti in vista ma irrisori? Occhio alla rivalutazione e al conguaglio

Entrando nei dettagli, in effetti, l’aumento massimo riconosciuto sarà pari a circa 54 euro. Questa però, è bene sottolineare, è la cifra lorda. L’importo netto, infatti, sarà alla fine della fiera pari a circa 33 euro. Considerando che verrà riconosciuto da ottobre a dicembre, più la tredicesima, ecco che i pensionati potranno beneficiare al massimo di un aumento pari a 132 euro.

Non si può sorridere nemmeno pensando al conguaglio. Sempre da ottobre a fine anno 2022, infatti, oltre alla rivalutazione del 2% poc’anzi illustrata, molti pensionati potranno beneficiare di un ulteriore aumento pari allo 0,2%. Quest’ultimo, è bene sapere, non è altro che l’anticipo del conguaglio del 2021.

Inizialmente previsto per gennaio 2023, è stato anticipato appunto ad ottobre 2022, in modo tale da poter correggere il dato sull’inflazione del 2021. Quest’ultimo pari all’1,9% anziché 1,7%, così come stimato e applicato dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale nel corso del 2022.

Anche in questo caso, data la percentuale, è facile intuire come si tratti di aumenti altrettanto irrisori. Basti pensare che in presenza di una pensione pari a 2 mila euro, si potrà beneficiare di un aumento pari a circa 4 euro lordi. Ovvero 44 euro lordi di arretrati, se prendiamo in considerazione undici mensilità.

Se tutto questo non bastasse, oltre una certa soglia la percentuale per il calcolo del conguaglio sarà ancora più bassa. Per le pensioni tra le quattro e le cinque volte il trattamento minimo, ovvero tra circa 2.100 e 2.600 euro, ad esempio, la rivalutazione sarà pari al 90%, ovvero con una percentuale dello 0,18%. Tale percentuale si abbassa ulteriormente, ovvero allo 0,15% per trattamenti pensionistici con importo più alto.

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