Patatine, il test lascia di sasso: attenzione a quali scegliete

Un piatto leggendario ma finito anch’esso nell’ingranaggio della produzione di massa. E, secondo gli esperti, non tutte le patatine fritte sarebbero uguali.

 

Gli appassionati di Asterix ricorderanno la famosa gag del cuoco dei giganti, nel film “Le 12 fatiche”. Probabilmente, però, a fronte delle insolite portate, il dettaglio delle “radici” potrebbe essere sfuggito ai più.

Patatine controlli
Foto © AdobeStock

Il cuoco, infatti, alla prima portata (il classico cinghiale apprezzatissimo dai Galli) accompagna delle “radici”, sbucciate, affettate e fritte, per il cui nome era ancora indeciso. Beh, quel contorno aveva tutto l’aspetto delle patatine fritte. E l’episodio sembra riprendere la contesa franco-belga sull’origine della deliziosa variante delle patate, peraltro con diverse citazioni. Ccome il significativo nome dello chef, Mannekenpix, che riprende quello della famosissima statua del Manneken Pis, a Bruxelles, considerato uno dei simboli dello spirito indipendente dei belgi. Chiaramente, la sagacia e la cultura della coppia Goscinny-Uderzo ha portato il fumetto a essere disseminato di citazioni simili. Curioso, però, che ve ne sia una così celata su quella che è sì una disputa storica, ma comunque collocata in tempi più recenti.

Se le avventure di Asterix erano collocate nel 50 a.C., quindi ai tempi di Giulio Cesare, la diatriba sulla paternità delle patatine fritte affonda le radici alla fine del XVIII secolo, col Belgio che colloca l’invenzione a un’abitudine culinaria della Vallonia, mentre i francesi attribuiscono la frittura delle patate addirittura all’inizio della Rivoluzione, nel 1789. Una delle tante rivalità culturali che hanno animato (e continuano a segnare) la vicinanza geografica fra i due Paesi. Sicuramente una delle più pittoresche, visto che si parla di uno dei piatti internazionali per eccellenza, forse il più gustoso in assoluto. A pensarci bene, rispetto ad altre ricette più antiche, le patatine fritte sono piuttosto prossime a noi. Eppure la loro diffusione è stata talmente repentina da rendere la reale paternità poco più che una curiosità storica. Non esiste Paese al mondo, infatti, che non prepari questa variante delle patate.

Patatine, i test degli esperti: ecco perché non sono tutte uguali

Come tutti i cibi più popolari, anche le patatine non hanno impiegato molto tempo a “industrializzarsi” e ad animare una produzione in serie. Basti pensare ai fast food, che accompagnano a cheeseburger e tranci di pizza un accompagnamento di patatine fritte. Sì, perché uno dei boom di questo piatto si è avuto proprio negli Stati Uniti e già durante l’Ottocento. Ad esempio, una famosa (ma contestata) leggenda vuole che fu un piccolo incidente nella cucina di George Crum, a Saratoga Springs, il fautore della nascita delle chips, ossia le nostre patatine in sacchetto. Ma questa è un’altra storia.

Utile comunque a far capire quanto, già poco dopo la loro probabile invenzione, le patatine fritte fossero un piatto estremamente popolare. Tanto da finire nel quadro delle produzioni di massa, incluse quelle per il congelamento. Non è inusuale, infatti, tornare dal supermercato con un sacchetto di patate surgelate, da mettere in padella oppure in forno. E proprio qui arriva uno dei nodi.

L’indagine

Non tutti i marchi, infatti, si equivalgono. Almeno non secondo gli esperti. Un test eseguito dalla rivista Il Salvagente, infatti, ha messo sotto esame 12 patatine surgelate, adatte sia alla frittura che alla preparazione in forno (più per quest’ultima in realtà). Il tutto sulla base di alcuni parametri, come la cottura, modalità, tempi e, naturalmente, l’etichetta. E, sulle 12 testate, ben 4 sarebbero risultate ancora crude dopo essere state cotte. È andata meglio con le altre 8 patatine testate, che hanno effettivamente raggiunto la giusta duratura dopo i tempi di cottura consigliati. La buona notizia è che i livelli di acrilammide, considerata potenzialmente cancerogena, sono risultati entro i parametri. Anche se, al momento, l’Unione europea non ha fissato un vero e proprio limite di legge, se non un valore indicativo, prescritto alle aziende. A ogni modo, per questo tipo di cibi, gli esperti consigliano la cottura in forno. Più controllabile.

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