Quanto guadagna un tassista? La risposta lascia di stucco

Per un tassista ci sono solo guadagni ma anche ingenti costi di mantenimento di licenza e vettura. Lo stipendio è frutto di un bilancio.

 

Nelle scorse settimane, la protesta dei tassisti aveva infiammato le principali città italiane. Roma su tutte, alle prese con i sinistri scricchiolii politici che si sarebbero poi tradotti nella definitiva crisi di governo.

 

Guadagno tassista
Foto © AdobeStock

E del resto, il pressing dei taxi contro la nuova normativa che, a dire dei lavoratori del settore, avrebbe favorito compagnie rivali come Uber, aveva finito per dare scacco matto all’esecutivo Draghi anche su questo fronte. Una vittoria che non ha lasciato indifferente l’opinione pubblica, per la quale il dibattito sulla figura dei tassisti ha sempre rivestito un ruolo rilevante. Specie ora, con l’obbligo dell’accettazione dei pagamenti POS introdotti anche per i professionisti e gli autonomi, come appunto i taxi. L’imponenza delle proteste ha comunque acceso i riflettori anche su questioni meramente economiche, con dubbi volti a determinare quanto, effettivamente, possa guadagnare chi fa il tassista di mestiere. La risposta è abbastanza sorprendente.

Va subito detto che lo stipendio medio mensile (netto) di un proprietario di taxi si distacca dalla media delle retribuzioni italiane, che è fra le più basse in Europa. E questo dà già la misura di quanto il lavoro, pur nelle sue difficoltà, possa essere remunerativo. Anche perché, in contesti urbani più grandi o di grande rilevanza turistica, il guadagno potrebbe addirittura lievitare ulteriormente, distaccandosi senza problemi dalla media ordinaria. Attenzione però, perché non tutto è rose e fiori: a fronte di buoni guadagni, si profilano altrettante spese che, alla fine delle fiera, riducono sostanzialmente il netto mensile.

Lo stipendio di un tassista: ecco quanto guadagna e quanto perde

Partendo dal presupposto di una media da 1.800 euro al mese netti, ossia oltre il 17% in più dei 1.533 euro medi degli stipendi italiani, un tassista particolarmente fortunato potrebbe toccare anche quota 3 mila al mese. Tutto dipende dal tariffario, dalle corse effettuate ma, per un conteggio reale, anche dal bilanciamento con le spese di mantenimento. Basti pensare al carburante, al costo della licenza, alla manutenzione ordinaria e alle rate per l’autovettura. Ad esempio, una licenza costa in media 180 mila euro in città come Roma e Milano, addirittura 300 mila a Firenze. Chiaramente, al fine di ottenerne una è necessario rateizzare l’importo. Il che, in base alla rata da pagare, andrà a livellare al ribasso l’importo complessivo guadagnato.

Fin qui niente di strano. In sostanza, per farla semplice, il pagamento equivale alla rata di un mutuo. Senza contare che, perlopiù, le licenze non prevedono l’inclusione della vettura, che andrebbe quindi a costituire un costo a parte. Per quanto riguarda le corse, invece, buona parte del prezzo è determinata da due fattori: il primo scatto e il progressivo chilometrico. Si tratta comunque di costi stabiliti dai Comuni di riferimento, con possibili differenze da una Regione all’altra. In media, in Italia, il costo di un chilometro è compreso fra 0,90 e 1,30 euro. Si tratta però di costi variabili in base alla progressione dei chilometri percorsi. In soldoni, più il tragitto e lungo e più la tariffa sale. Matematico. Unica eccezione è la tariffa oraria fissa, la quale subentra nel momento in cui il taxi dovesse restare fermo in coda.

Non è finita qui. Il tariffario si alza per le corse festive e anche negli orari notturni, così come per le tratte extraurbane e in base al numero di passeggeri e bagagli. A fronte delle voci determinanti per la costruzione del prezzo finale, quindi, fanno da contraltare anche le spese fisse da sostenere per il mantenimento della vettura e della licenza. Il che finisce per incidere sullo stipendio medio nella misura in cui il professionista ha concordato la rateizzazione dei propri costi fissi.

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