Fisco, l’Intelligenza artificiale fa paura: il monito degli esperti

La nuova super anagrafe del Fisco rischia di avviare controlli anche sugli onesti. Non per sfiducia ma per peculiarità informatica.

 

Una politica di contrasto rigida contro evasione fiscale e riciclaggio. Il diktat imposto agli esordi del Governo Draghi prosegue anche ora che il leader dell’esecutivo ha rassegnato le proprie dimissioni.

Conto controllo Intelligenza artificiale
Foto © AdobeStock

L’Agenzia delle Entrate ha recepito il messaggio e varato una serie di misure volte a ridurre al lumicino le possibilità di deviazione dalla retta via sul piano fiscale. E questo per tutti i contribuenti, dai professionisti ai commercianti, fino ai semplici contribuenti. Il Fisco ha affinato le proprie armi e, soprattutto, gli strumenti di controllo e monitoraggio. Merito dell’Intelligenza artificiale, o comunque del rafforzamento dei database dai quali attingere e dalla possibilità di incrociare i controlli, riducendo al minimo la possibilità di errore. Almeno in teoria. Alcuni esperti, infatti, hanno mantenuto qualche riserva in merito alla pratica dei controlli informatizzati, non tanto per la loro efficacia, quanto per il rischio che le pratiche standardizzate e avviate di default arrivino a non fare distinzioni.

In sostanza, il timore è che la volontà di mettere a punto un sistema di monitoraggio equo finisca per equiparare troppo le varie situazioni. Il motivo è semplice: andando a trattare i vari dati in modo generico, allo scopo di verificare la congruenze fra dichiarativi e dati già in possesso di default, la super anagrafe fiscale dei conti correnti potrebbe mettere sullo stesso piano delle presunte irregolarità anche in situazioni economiche radicalmente diverse. Questo perché il controllo incrociato dei dati, funzionando come rete, verrà applicato indistintamente rispetto alle varie situazioni. Un aspetto del sistema che sta mettendo in allarme gli esperti.

Fisco, i rischi della super anagrafe: qual è il rischio per i conti

Qualora si verifichi uno spostamento di denaro non in linea con gli standard delle transazioni, oppure un prelievo eccessivo rispetto al conto o all’abitudinarietà, il Fisco attiverà i propri controlli. Dati che saranno poi incrociati con altri provenienti da altre banche dati. Il punto è proprio questo: ogni potenziale incongruenza sarà oggetto di controllo o comunque di segnalazione. Starà poi a chi verifica decidere se, effettivamente, possa trattarsi di una pratica potenzialmente illecita o semplicemente di un’azione irrilevante. Circostanza che, oltre a mettere sull’allarme contribuenti onesti, potrebbe addirittura rallentare le reali operazioni di monitoraggio. Indubbiamente il controllo sarà efficace e, chiaramente, un punto di forza in direzione dell’obiettivo di riduzione delle pratiche illecite.

Il rischio indiretto, però, è di sottoporre a controlli fin troppo pesanti anche chi con l’evasione o il riciclaggio non ha niente a che fare. E nemmeno con potenziali pratiche poco chiare. Un rischio forse calcolato visto che il nuovo sistema andrà ad abbracciare un bacino di dati estremamente ampio e, di fatto, non andrebbe a richiedere ai contribuenti di fornirne di ulteriori, se non dal punto di vista dei chiarimenti a seguito delle verifiche effettuate. E, naturalmente, del riscontro di incongruenze. L’obiettivo finale è ridurre l’evasione fiscale italiana, ancora a livelli troppo alti, così da risistemare i conti ed erogare in modo mirato e più equo gli aiuti sociali. A patto che la ricerca di virtù non vada a punire anche il virtuoso assieme al peccatore.

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