Elezioni anticipate: grossi dubbi sulla riconferma del reddito di cittadinanza

Resta incerto il futuro della misura fortemente voluta dal Movimento Cinque Stelle, al vaglio nuove ipotesi per rivederlo.

Cosa accadrà al reddito di cittadinanza dopo le nuove elezioni? I dubbi ci sono, visto che non tutte le forze politiche ritengono che la misura abbia realmente funzionato e portato dei benefici.

cosa succederà al reddito dopo le elezioni
foto adobe

Molto dipenderà dal risultato elettorale a seguito del voto previsto per il prossimo 25 settembre.

Cosa potrà accadere al reddito di cittadinanza

Come anticipato, le forze politiche quando si parla di reddito di cittadinanza sono molto divise. Lega, Fratelli D’Italia e Italia Viva vorrebbero un’eliminazione immediata. In sua difesa, nonostante le evidenti difficoltà a reinserire i beneficiari nel mondo del lavoro, ci sono il Movimento Cinque Stelle, il Partito Democratico e LeU (liberi e uguali). Forza Italia spinge, invece, per una sua radicale trasformazione. L’anno scorso il reddito era stato rifinanziato con un altro miliardo in legge di bilancio. Adesso serviranno le stesse cifre, se non di più. Spetterà al futuro governo, stabilire come investire queste importanti risorse. Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia ha di recente dichiarato di voler abolire il reddito di cittadinanza per finanziare il taglio del cuneo fiscale. In questa maniera le risorse andrebbero alle imprese per assumere nuovo personale.

Il possibile scenario dopo il voto del 25 settembre

Facile immaginare che tra i sostenitori del reddito di cittadinanza vi sia il Movimento Cinque Stelle. I pentastellati più di tutti hanno voluto questa misura. Bisognerà però vedere i risultati elettorali. Stando alle premesse, è difficile pensare ad un M5S ancora come forza di governo. Questo non vuol dire che il reddito di cittadinanza verrà abolito sicuramente. E’ probabile che vi sarà una sua rivisitazione. Potrebbe essere rivisto, soprattutto, il sistema delle proposte di lavoro che dovranno essere accettate in un tempo prestabilito.

Lo stato dei partiti secondo il sondaggio elaborato da SWG

Ad inizio settimana, SWG ha elaborato un sondaggio per il tg la7 condotto da Enrico Mentana. Per i sondaggisti crescono Fratelli d’Italia, che rimane il primo partito con il 25%, e il partito democratico che resta secondo con il 23,2%. Lega al terzo posto con il 12,4% seguita dal Movimento Cinque Stelle al 10,1%. Forza Italia è al 7,1%. Pari merito con il 6% per Azione di Carlo Calenda e + Europa della leader Emma Bonino. Per quanto riguarda i partiti minori: verdi e sinistra italiana sono al 3,6%, Italia Viva di Matteo Renzi al 2,9%, Italexit di Gianluigi Paragone al 2,8% e Articolo 1 al 2,2%. Chiudono Insieme per il Futuro con l’1,5% e Noi con l’Italia all’1,0%. Altre liste al 2,2%. Non si esprime il 41% degli intervistati.

Un giudizio sulla crisi di governo

I sondaggisti hanno poi chiesto agli intervistati un giudizio sull’attuale crisi di governo. Ebbene, per il 51% questa è sbagliata e si poteva evitare, per il 19% è sbagliata ma inevitabile, mentre per un altro 19% è giusta. Il restante 11% del campione preso in esame non si esprime. Inoltre, per gli intervistati, i principali responsabili della crisi di governo sono l’ex Premier Giuseppe Conte e il Movimento Cinque Stelle con il 59%. Seguiti da Salvini e la Lega con il 33%. Terzo posto, in questa speciale classifica, per Berlusconi e Forza Italia con il 26%, quarto l’attuale Premier Mario Draghi con il 21%. Le responsabilità minori sono da dare a Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia con il 13% e ad Enrico Letta e il Partito Democratico con il 10%. Il 17% non si esprime.

Impostazioni privacy