L’ipotesi del taglio dell’IVA, se realizzata, porterebbe un grande risparmio per i consumatori. Quantifichiamo i soldi che rimarranno nelle nostre tasche.
Al centro delle preghiere dei consumatori c’è il taglio dell’IVA. Se il Decreto Aiuti Bis dovesse confermarlo la spesa sarebbe più leggera.
![taglio dell'IVA](https://www.contocorrenteonline.it/wp-content/uploads/2022/07/taglio-dellIVA.jpg)
Un esecutivo in carica per gli affari correnti sta valutando l’ipotesi del taglio dell’IVA sui generi alimentari. L’obiettivo è aiutare i cittadini ad affrontare l’inflazione che ha toccato l’8% e che avanza incessantemente. Il provvedimento potrebbe contare su 14 miliardi di risorse e garantirebbe un risparmio di circa 200 euro a famiglia. Si tratta di una cifra importante che ridurrebbe le uscite e potrebbe essere riservata per altre spese. In più, il taglio dell’IVA riguarderebbe i beni che da qualche mese a questa parte hanno subito i i rincari più elevati. L’aumento è stimato intorno al 9% andando ad influire notevolmente sulla spesa al supermercato. I carrelli stanno diventando sempre più vuoti mentre le carte di credito si svuotano come prima. Ridurre l’IVA su pane, pasta, olio, zucchero e così via sarebbe un forte segnale di aiuto ai consumatori.
Taglio dell’IVA, i costi per lo Stato
L’attuale quotazione dell’IVA su pane, pasta e olio è del 4% e un eventuale azzeramento costerebbe rispettivamente 253 milioni, 76 milioni e 141 milioni di euro. Per carne, pesci e derivati, invece, la percentuale varia tra il 10% e il 5% che si tradurrebbero in una spesa per lo Stato di 319 milioni di euro per la carne bovina, 250 milioni per il pesce, 318 milioni per il pollo e 90 milioni per le uova. Il costo totale del taglio dell’IVA sarebbe, dunque, di 1 miliardo e mezzo per le casse statali.
Il risparmio per le famiglie
Il risparmio per i consumatori, invece, è stimato dai 15 ai 30 euro mensili a famiglia. Si tratta di un importo puramente indicativo dato che per quantificare il reale risparmio sarebbe necessario valutare tenore di vita, numero dei componenti del nucleo familiare e dieta alimentare seguita. L’impatto del taglio dell’IVA, dunque, potrebbe non rilevarsi particolarmente importante soprattutto per le fasce economicamente più deboli.
Confagricoltura ha cercato di ipotizzare un risparmio tenendo conto dell’inflazione e dell’aumento dei prezzi. Quest’ultimi due elementi implicano un aumento del costo della spesa dell’8% circa ossia di 38 euro in più al mese. Con l’azzeramento dell’IVA al 4% e la riduzione di quella al 10% si raggiungerebbe un risparmio mensile di 16,5 euro. Sottraendo ai 38 euro i 16,5 di risparmio si ottiene come risultato 21,5 euro al mese ossia il vero risparmio in un mese. Moltiplicando le cifre per un anno si ha 456 euro di aumento a cui detrarre 258 euro di risparmio per il taglio dell’IVA ottenendo, così, un risparmio di 198 euro all’anno.