Il parere della scienza: “I soldi non danno la felicità ma…”

Quale stipendio servirebbe per raggiungere la felicità? Alcune università hanno provato a rispondere al quesito sottolineando, però, che non bisogna esagerare…

 

I soldi non fanno la felicità… ma di sicuro le danno una mano. In realtà il detto si fermerebbe alla prima parte della frase. Tuttavia, la cultura popolare ha di default aggiunto anche il resto.

Soldi felicità
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Il motivo è abbastanza chiaro: non tutti raggiungono quel grado di benessere economico tale da garantire una tranquillità (necessaria) sul piano delle spese obbligatorie e non. È pur vero, però, che disporre di un adeguato compenso lavorativo oppure svolgere un lavoro in grado di garantire autosufficienza piena o addirittura ricchezza, non sempre significa essere felici. Questo perché i casi della vita possono imporci scelte difficili, momenti complicati, dotarci di qualsiasi cosa dal punto di vista dei beni materiali e privarci del tutto di quelli affettivi. Difficile far conciliare tutto. Non bisogna essere solo bravi ma anche fortunati. Sta di fatto che, probabilmente, è vero che i soldi non portino realmente la felicità. Ma è vera pure la famigerata seconda parte del ragionamento. E non solo secondo la saggezza popolare ma anche per la scienza.

Un recente studio ha cercato di capire un po’ meglio come stiano effettivamente le cose. Affetti, sentimenti ed emozioni liete possono concederci una serenità nell’animo. I soldi, intesi come un minimo benessere economico, concedono un altro tipo di serenità. Del resto, in Italia quasi 6 milioni di persone vivono in condizioni di povertà. E 1,4 milioni sono addirittura ancora minorenni. Il che, in un contesto lavorativo che offre prospettive basse in termini occupazionali, non fa che generare sconforto e la consapevolezza che, effettivamente, avere una buona disponibilità economica sarebbe di grande aiuto. Il punto è capire quanto basterebbe. Perché, in effetti, la maggior parte di queste persone non chiedono la luna ma una semplice stabilità. Ciò che in teoria dovrebbe essere un diritto del lavoratore.

Soldi e felicità: quanto servirebbe per vivere bene e sereni?

Il costo della vita è il primo dato da tenere in considerazione. Il sito Raisin UK ha cercato di definire le cifre in quelli che sono considerati i Paesi più felici del mondo, una ventina circa. Questo per capire se esista davvero uno stipendio “medio” in grado di assicurare quell’agognato benessere economico che farebbe da pietra d’angolo alla felicità dell’individuo o di una famiglia. Chiaramente perché consentirebbe di affrontare la vita, con le sue imprevedibilità, in modo più sereno. Un discorso che, trasversalmente, richiama anche la questione del salario minimo, della quale da tempo si discute in Italia. Accanto a questi dati, si è mossa anche la Purdue University che, nel 2020, ha pubblicato una ricerca volta a determinare quale cifra guadagnino, in media, le persone che dichiarano di essere felici. Su una serie di interviste svolte con persone provenienti da 164 Paesi, i ricercatori una conclusione l’hanno raggiunta.

Per essere felici, o quantomeno sereni, i contribuenti dovrebbero guadagnare perlomeno fra 49 mila e 61 mila euro l’anno. In pratica, ricevere uno stipendio da 4 mila o 5 mila euro al mese. Non di più però, perché man mano che lo stipendio sale, secondo la scienza, aumenterebbero anche i fattori in grado di determinare crisi nella felicità raggiunta. Risultati più o meno simili quelli raggiunti dall’Università di San Diego, secondo la quale il grado di felicità comincerebbe a scendere proprio attorno ai 75 mila dollari all’anno. Sì, nel listone dei Paesi considerati è rientrata anche l’Italia.

Tuttavia, e forse non è una sorpresa, il nostro Paese risulta fanalino di coda, occupando proprio il ventesimo posto. Bisogna però considerare tanti fattori: in primis che uno stipendio statale qui possa essere diverso altrove. Inoltre, il sottobosco degli stipendi dei privati, fin troppo spesso a cifre troppo basse per poter far fronte agli imprevisti della vita. Al vertice della graduatoria si piazza il Lussemburgo, seguito dall’Irlanda e addirittura da Singapore. Paesi più vicini a noi, come la Francia e il Regno Unito, si trovano solo poco sopra l’Italia. E bisogna considerare un altro fattore: la ricerca risale al 2020. Con la pandemia, le cose potrebbero essere addirittura peggiorate. Altro che felicità.

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