Sono molte le compagnie aeree che sono state costrette a licenziare il personale, creando disagi per chi vuole mettersi in volo.
La compagnia britannica British Airways ha annunciato la cancellazione di oltre 10.300 voli previsti per la fine di ottobre.
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Una decisione presa dall’azienda vista la carenza di personale. Solo tre giorni fa, la compagnia aveva dichiarato che nel periodo estivo i voli cancellati sarebbero stati almeno di 1.300. Da qui all’autunno il numero continuerà a salire.
Cosa è successo alla compagnia britannica
Come per molti altri settori, l’emergenza covid 19 ha inciso anche sul trasporto aereo. Infatti, a seguito della pandemia, la compagnia si è vista costretta a licenziare 10 mila lavoratori. Di questi solo una parte è stata integrata nuovamente in azienda, nel frattempo la domanda è risalita in maniera inaspettata. La compagnia di bandiera del Regno Unito ha ribadito che con gli aiuti previsti dal governo britannico la situazione andrà a migliorare, cercando di creare minori disagi possibili per i passeggeri. Il taglio dovrebbe essere applicato in particolar modo per le distanze a breve durata, che possono essere raggiunte anche con altri mezzi di trasporti, volendo salvaguardare il più possibile le lunghe tratte.
Ovviamente la compagnia si è scusata per il disagio causato ai passeggeri, proponendo una nuova prenotazione del volo con un’altra compagnia o laddove questo non fosse possibile il rimborso pieno del costo del biglietto.
L’estate nera del trasporto aereo
L’effetto dei licenziamenti a seguito della pandemia si è fatto sentire anche sulle altra compagnie e altri Paesi. Basti pensare che nel primo sabato di luglio vi è stato uno sciopero del personale di bordo di Ryanair e di Easyjet in Spagna, oltre che ad una protesta dei lavoratori dell’aeroporto di Charles de Gaulle a Parigi che ha portato alla cancellazione del 10% dei voli. In Italia, l’estate è iniziata con la protesta della low-cost Irlandese e di quella britannica, di Volotea e Malta air.
La situazione in Italia
Sulla vicenda è intervenuto Pierluigi Di Palma, Presidente dell’Enac, l’ente nazionale per l’aviazione civile. Stando alle sue parole l’Italia avrebbe risentito meno di questa situazione poichè la cassa integrazione e 800 milioni di aiuti hanno evitato molti licenziamenti. Secondo Enac al momento i disagi sono presenti solo negli aeroporti di Bergamo, dove lavora Ryanair, e Venezia dove invece sono presenti molti operatori low-cost. Il problema è che su queste società che hanno una sede fuori dai confini italiani l’ente non ha alcun potere.