Notifiche del Fisco in arrivo con un “inganno”: rischia grosso chi non paga

Fisco, un allegato in PDF rende perplessi i cittadini. La notifica del mistero nasconde un dubbio ma la regola è sempre la stessa, chi non paga rischia grosso.

Un avviso di pagamento inviato dal Fisco in PDF invece che nel formato p7m ha lo stesso esatto valore. Il contribuente deve corrispondere quanto dovuto, lo ha affermato la Corte di Cassazione.

Fisco notifica PDF
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Numerosi cittadini si sono visti recapitare una PEC con un allegato in PDF volto ad informare il contribuente della necessità di corrispondere tasse non pagate alla scadenza. Il cambiamento di formato, da p7m a PDF, ha generato perplessità tanto da spingere un utente a contestare la notifica del Fisco rivolgendosi alla Cassazione. La sua richiesta di invalidare il documento è stata, però, respinta perché tutti gli avvisi sono validi, anche quelli in PDF.

Notifiche del Fisco, la Cassazione conferma la validità del formato PDF

Delusione dei contribuenti dopo la notizia della sentenza della Cassazione che ha stabilito la validità del formato PDF degli avvisi di pagamento. Nello specifico, la citata sentenza sottolinea che la notifica di una cartella può avvenire tramite PEC con allegato di un documento informatico ossia di un atto nativo digitale o di una copia per immagini di un originale cartaceo ossia di una copia informatica.

Allacciandosi a questo punto definito nella sentenza, la Cassazione ha precisato che le firme digitali di tipo cades e pades sono equivalenti nelle estensioni PDF e p7m. Si tratta di un giudizio fondamentale che attesta come non ci sia alcuna possibilità di impugnare gli avvisi di pagamento.

L’insegnamento della sentenza per i contribuenti

Le cartelle di pagamento vanno corrisposte indipendentemente dal formato in cui arriva la notifica. Il Fisco chiede un pagamento, il contribuente lo deve effettuare per non rischiare conseguenze peggiori (ricordiamo che non pagare le tasse significa andare incontro al pignoramento dei beni). La sentenza della Cassazione ha posto un limite ben preciso che farà desistere in futuro i contribuenti dall’avanzare ricorsi infondati. Atto nativo digitale o copia informatica sono equivalenti e non c’è alcuna possibilità di aggrapparsi sugli specchi per non pagare quanto dovuto. Il cittadino che riceverà un avviso in PDF dovrà affrettarsi a corrispondere la somma richiesta – sempre che l’accusa sia legittima – sfruttando il servizio Paga on line presente sul portale dell’Agenzia delle Entrate e sull’App Equiclick oppure utilizzando i canali telematici delle banche, di Poste Italiane o prestatori di servizi di pagamento che aderiscono alla rete PagoPa o, infine, recandosi presso un Ufficio Postale, uno sportello bancario o presso tabaccai autorizzati.

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