Pagamenti in contanti: 5 cose da evitare assolutamente

I pagamenti in contanti sono in costante diminuzione a causa della diffusione di strumenti di pagamento elettronici, che stanno sostituendo il denaro.

Negli ultimi anni si è assistito ad una riduzione notevole dei pagamenti effettuati con il denaro contante. Si tratta di un cambio di tendenza favorito dalla diffusione degli strumenti di pagamento elettronici e accentuato ulteriormente dalla pandemia.

Pagamenti in contanti: 5 cose da non pagare con il denaro contante

Nel 2020, ovvero nell’anno della pandemia, si è assistito ad un’importante crescita delle transazioni effettuate con di strumenti di pagamento elettronici. In quel periodo, i pagamenti compiuti con carte di credito, bancomat, bonifici e smartphone è passato dal 29% al 33%, rispetto all’anno precedente.

Nonostante quest’importante crescita dei pagamenti elettronici, la maggior parte degli italiani sostiene di preferire i contanti.

Tuttavia, il Governo è intervenuto introducendo una serie di incentivi e restrizioni volte a diminuire l’utilizzo del denaro contante e a favorire l’uso degli strumenti di pagamento tracciabili.

Il motivo principale, dietro tali decisioni, è legato alla volontà di combattere con ogni mezzo l’evasione fiscale.

Per tale ragione, il Governo Conte aveva pensato ad un sistema di rimborso, conosciuto con il nome Cashback, accessibile solo per i pagamenti effettuati con gli strumenti elettronici.

Inoltre, è stato anche abbassato il valore massimo per i pagamenti in contanti, che attualmente fissato a €2.000. Ma, a partire da gennaio 2023, tale valore diminuirà ulteriormente a €1.000.

Pagamenti in contanti: 5 pagamenti da non effettuare con il denaro contante

Oggi scopriremo quali sono i pagamenti che conviene effettuare con gli strumenti tracciabili, perché permettono di beneficiare di rimborsi e sconti che non sono previsti nel caso di utilizzo di denaro contante.

Tanto per cominciare, con l’introduzione del Cashback di Stato conviene effettuare pagamenti con gli strumenti elettronici, quando si acquistano medicinali. In questo caso, il contribuente ha la possibilità di ottenere immediatamente un rimborso del 10% della spesa sostenuta.

Tuttavia, è necessario informare l’esercente, ovvero il farmacista, della volontà di aderire all’iniziativa Cashback di Stato.

Tra i pagamenti che devono assolutamente essere effettuati con metodi tracciabili ci sono tutti quelli che permettono di accedere ai bonus e alle detrazioni fiscali.

Ci stiamo riferendo alle agevolazioni previste per: il bonus casa e il bonus mobili.

Conviene effettuare pagamenti tracciabili anche per le spese relative alle attività sportive dei propri figli. Scegliendo questa modalità di pagamento, infatti, è possibile verificare di una detrazione fiscale del 19%, in fase di dichiarazione dei redditi. Se, invece, si opta per il pagamento in contanti, pur ricevendo una regolare fattura, non è possibile accedere alla detrazione.

Tra le spese per le quali è possibile ottenere le detrazioni fiscali, solo se è stato scelto un metodo di pagamento tracciabile, ci sono anche:

  • Le spese funebri;
  • I costi degli abbonamenti ai servizi di trasporto pubblico locale, regionale e interregionale;
  • Le mensilità di affitti per studenti universitari fuori sede;
  • Le rette di iscrizione e frequenza scuole e università.

Quali sono le cose che possono essere pagate in contanti, dando accesso alla detrazione

Esistono invece alcune categorie di pagamenti che è possibile effettuare in contanti e beneficiare delle detrazioni fiscali previste.

Ci stiamo riferendo alle spese sostenute per:

  • L’acquisto di dispositivi medici e medicinali, ma in tal caso occorre raggiungere una determinata soglia di spesa;
  • Le spese di visite mediche e analisi presso aziende sanitarie pubbliche o strutture private accreditate al sistema sanitario nazionale;
  • Tutte le spese per le quali è prevista una percentuale di detrazione differente dal 19%;
  • I costi deducibili.
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