Assumere una badante in nero, conviene? Date un’occhiata a rischi e sanzioni

Assumere una badante in nero espone il titolare del rapporto di lavoro ad una serie di rischi e sanzioni, piuttosto salate. Scopriamo cosa può accadere.

L’assunzione di un lavoratore deve sempre essere regolarizzato tramite la sottoscrizione di un rapporto di lavoro, il versamento dei contributi previdenziali e la stipulazione di un’assicurazione sul lavoro (INAIL).

Assumere una badante in nero, conviene? Diamo un'occhiata a rischi e sanzioni

Le conseguenze che derivano da un’assunzione irregolare sono molto gravi. Per questo motivo quando si valuta l’idea di assumere una badante in nero ci si deve chiedere se “il gioco vale la candela”.

In ogni caso, assumere una persona in nero è un reato, ma non di natura penale. Tuttavia, il titolare di lavoro che non regolarizza i rapporti di lavoro con i suoi collaboratori/dipendenti va in contro a sanzioni pecuniarie piuttosto salate.

Il lavoro domestico è quello dove si verificano il maggior numero di illeciti di questo tipo, e il motivo è presto detto: è difficile, per le Forze dell’Ordine, esercitare un controllo in contesti privati.

Difficile non vuol dire impossibile, pertanto è bene prestare attenzione a non cadere in questa tentazione che può costare davvero caro. Di fatto, come molto spesso accade, gli accertamenti sul lavoro domestico irregolare scattano per segnalazioni pervenute da terze persone o per denuncia fatta dal lavoratore stesso.

Quali rischi si corrono se si decide di assumere una badante in nero?

Assumere una badante in nero: ecco quali sono i rischi

Assumere una badante o una colf in nero può sembrare una tentazione davvero facile da cogliere. Tuttavia, prima di commettere una leggerezza di questo tipo è bene sapere quali sono le conseguenze a cui si va in contro.

Un’assunzione non regolare, ovvero non supportata da un accordo sottoscritto dalle parti interessate, espone il “datore di lavoro” a sanzioni pecuniarie. Il loro valore dipende dall’arco di tempo durante il quale il lavoratore in nero ha prestato servizio:

  • Per meno di 30 giorni di lavoro in nero è prevista una sanzione pecuniaria che va da un minimo di 1.800 euro ad un massimo di 10.800 euro.
  • Per meno di 60 giorni, la legge prevede una sanzione economica che va da un minimo di 3.600 euro ad un massimo di 21.600 euro.
  • Se il rapporto in nero si è perpetuato oltre i 60 giorni, la sanzione monetaria va da un valore minimo di 7.200 euro ad un importo massimo di 43.200 euro.

Le sanzioni economica sopra citata riguardano il rapporto tra il datore di lavoro irregolare e lo Stato.

Rapporto di lavoro inrregolare: cosa succede con il lavoratore

La legge, però, dispone anche la regolarizzazione con il lavoratore, colf o badante che sia, e che prevede il pagamento di tutti gli stipendi maturati durante il rapporto di lavoro, per i quali il datore non è in grado di dimostrare di aver effettuato i pagamenti con modalità tracciabili.

Altrimenti, la legge dispone il versamento della differenza contributiva, nel caso in cui il datore di lavoro sia in grado di dimostrare di aver versato la retribuzione durante il rapporto di lavoro irregolare.

Inoltre, il datore di lavoro è tenuto ad occuparsi degli adempimenti contributivi non versati. Compresa l’erogazione del Trattamento di fine rapporto, che equivale ad una mensilità per ogni anno di lavoro.

Infine, se si decide di avere una badante o una colf in nero, in caso di denuncia si è tenuti a versare il corrispettivo economico delle ferie e dei permessi non goduti.

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