Divisione dell’eredità: come si fa? Se sei un coerede ricorda queste regole essenziali

La divisione della comunione ereditaria si fonda sul possesso di specifici requisiti e può essere svolta in due modi diversi.

La divisione dell’eredità è una procedura che può essere compiuta o con accordo / contratto dei coeredi oppure con intervento del magistrato. Ecco alcuni dettagli chiave della procedura per ripartire i beni del de cuius.

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La divisione dell’eredità o suddivisione dei beni del defunto si può attuare con accordo / contratto o attraverso il tribunale e ciò ben si comprende se si pensa che la legge non impone a nessuno di restare proprietario di qualcosa che non desidera.

Di seguito intendiamo fare il punto proprio su come fare la divisione in presenza di una comunione ereditaria. C’è una procedura ben precisa da seguire, che considereremo più avanti sia in riferimento all’accordo, sia in riferimento alla divisione tramite tribunale. Ecco i dettagli che è necessario approfondire insieme.

Comunione ereditaria: in che cosa consiste?

La legge indica che laddove più persone divengano eredi dell’identico soggetto si forma tra essi ciò che, dal punto di vista tecnico-giuridico, è detta ‘comunione ereditaria’.

In base ad essa, ogni erede acquisisce la proprietà su tutto il patrimonio in relazione alla propria quota. Per fare un esempio pratico, un erede al 33% diviene proprietario di un terzo di tutti i beni rientranti nell’iter di successione (abitazioni, conti correnti ecc.).

Questa ipotesi si manifesta soltanto laddove non sia stato già il soggetto deceduto a indicare a suo tempo, nel suo testamento, quali beni assegnare a ogni erede, così chiarendo in anticipo le caratteristiche della suddivisione del suo patrimonio. In queste ultime circostanze, non c’è bisogno di procedere con una divisione.

Come funziona? I requisiti

Al fine di superare la comunione ereditaria, i coeredi possono scegliere più alternative. Oltre alla possibilità della vendita o della donazione dell’intero asse ereditario a uno dei coeredi o a un terzo, c’è spazio per la cd. divisione.

Attenzione però: al fine di procedere alla divisione della comunione ereditaria sono sempre necessari i seguenti presupposti:

  • vi debbono essere più eredi,
  • ogni erede deve essere titolare di una semplice quota ideale sul patrimonio del defunto e non di particolari beni;
  • gli eredi devono aver accettato l’eredità.

In particolare, attraverso il meccanismo della divisione, ogni coerede diviene proprietario esclusivo di specifici beni, individuati uno ad uno, per un valore corrispondente alla sua stessa quota. Ciò è ben diverso dall’essere proprietari di una quota astratta del patrimonio del defunto, come nel caso della comunione ereditaria.

La prassi tuttavia insegna che non sempre la divisione dell’eredità è agevole e veloce, anche perché spesso i beni sono diversi tra loro e le quote sono frammentate tra più persone. Ecco perché, onde evitare contrasti tra i familiari del defunto e appianare la situazione, la cd. divisione dell’eredità può essere ottenuta o con accordo tra i coeredi o con ricorso presso il tribunale.

Divisione dell’eredità con accordo

Se gli eredi riescono a trovare un accordo, la divisione dell’eredità può essere fatta attraverso un contratto, che dovrà essere scritto se nel patrimonio del defunto vi sono anche immobili. Grazie a questo contratto, gli eredi potranno distribuire e dividere l’eredità su loro stessa iniziativa.

Ma è pur vero che il contributo di un avvocato in questa particolare fase sarebbe comunque d’aiuto, per svolgere le operazioni nel pieno rispetto delle regole di legge.

Attraverso il contratto in oggetto gli eredi potranno dividere tutta l’eredità e non solo i beni del defunto, vale a dire: patrimonio mobiliare e immobiliare ma anche i crediti vantati verso i terzi. Attenzione però: ai fini della validità del contratto, quest’ultimo deve essere sottoscritto da tutti gli eredi e non soltanto da alcuni.

Divisione dell’eredità tramite il giudice

Oltre alla possibilità della divisione dell’eredità con accordo/contratto, è possibile ottenere lo stesso risultato rivolgendosi al tribunale. Ad esso infatti si può ricorrere in due ipotesi:

  • su richiesta di uno o più coeredi che intenda “separarsi” dalla comunione ereditaria, pur con la opposta volontà degli altri o che non concordi sulle modalità per effettuare la divisione proposta dagli altri eredi;
  • su domanda congiunta di tutti i coeredi che, pur avendo le stesse idee su come dividere l’eredità, preferiscono affidarsi all’attività di un magistrato, che redigere le caratteristiche della divisione dell’eredità in un contratto.

In queste circostanze sarà il tribunale a scegliere le modalità di divisione dell’eredità e dunque del patrimonio. In particolare il giudice potrà anche decidere di mettere in vendita i beni, in modo da dividere il ricavato tra i vari eredi. Chiaro che la divisione dell’eredità effettuata tramite tribunale può consentire di evitare attriti e liti tra familiari, perciò in molti casi risulta preferibile alla divisione con accordo / contratto.

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