Addio alla casa (con Imu a carico): mai dimenticare questa comunicazione

Momento complicato per i proprietari di immobili. Così come per gli aspiranti tali. E la riforma del catasto potrebbe portare novità per la casa.

 

L’acquisto di una casa è la spesa maggiore, in media (ma non solo), effettuata da un cittadino. Anche per questo non è sempre possibile arrivare ad acquistare un immobile.

Imu perdita casa
Foto © AdobeStock

Il rialzo dei tassi di interesse per i mutui è destinato a scoraggiare ulteriormente i futuri richiedenti. La rivalutazione operata dalla Bce, con il taglio al Quantitative easing, ha definitivamente chiuso il periodo di acquisto di titoli di debito, riportando quindi i Paesi membri a una condizione sostanzialmente pre-pandemica. Senza contare che, come spiegato dalla stessa presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, la salita dei tassi è destinata a proseguire, seppur più gradualmente, anche durante i prossimi anni. È chiaro che il quadro generale, stando così le cose, non favorisce la disponibilità economica dei nuclei familiari italiani, né la possibilità di accedere ai mutui in modo semplice, visto il rialzo della rata (soprattutto per i tassi variabili).

Positivo sarebbe ricevere una donazione oppure un’eredità ma non tutti sono così fortunati. A conti fatti, quindi, il momento storico per conciliare le spese della vita quotidiana e quelle per la propria abitazione è tutt’altro che favorevole. Anche per questo è bene fare attenzione se si è già proprietari. È vero, infatti, che alcune agevolazioni ad hoc sono state già pensate, come lo sgravio dall’Imu sulla prima casa, oppure la riduzione dell’imposta di registro e dell’Iva per acquisti rispettivamente in privato e da un’impresa. Occhio però, perché l’Imposta municipale propria non è sempre rimossa in caso di prima casa. A determinate condizioni continuerà a essere dovuta in forma obbligatoria.

Acquisto di casa, momento difficile: a cosa fare attenzione se si è già proprietari

L’esenzione Imu è stata disposta nel 2011 ma, per successivo provvedimento, figura come obbligatoria solo per quel che riguarda la seconda casa. In sostanza, se un proprietario di immobile è titolare anche di un secondo, sarà tenuto al versamento dell’imposta. Questo, tuttavia, non mette totalmente al riparo i proprietari dall’obbligo tassativo. Ci sono infatti delle eccezioni che impongono l’Imu anche sulla prima casa, anche in assenza di un secondo immobile di proprietà. Va ricordato che l’imposta è dovuta per le abitazioni principali inserite nelle categorie catastali A/1 (abitazioni signorili), A/8 (ville), A/9 (castelli o palazzi di pregio storico-artistico). Volendo categorizzare al massimo, il riferimento è alle cosiddette abitazioni di lusso. Un novero di immobili all’apparenza ridotto, almeno per quel che riguarda la maggior parte dei cittadini.

Bisogna però fare attenzione anche a un altro dettaglio. Gli incentivi in materia edilizia, infatti, hanno portato (o potrebbero portare) alcune abitazioni a una rivalutazione catastale, in virtù di una valorizzazione strutturale o energetica. Una definizione che arriverà più chiaramente quando la riforma del catasto sarà arrivata a dama ma che, già ora, impone una presa di coscienza ai proprietari sul futuro della propria casa. L’obiettivo è quello di aggiornare il catasto per limitare al massimo l’abusivismo edilizio, fino a eliminarlo del tutto. In questo senso, alcune abitazioni rivalutate tramite valorizzazione effettuata potrebbero subire uno scatto catastale. In questo modo, oltre alla perdita degli incentivi, ci si ritroverebbe con l’obbligo di regolarizzare il proprio immobile in base alla variazione delle rendite catastali. Con Imu a carico ovviamente.

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