Incubo carcere e lavoro per la collettività al fine di contrastare l’evasione fiscale. Ecco cosa sta succedendo.
Tra le maggiori piaghe della nostra società, continua la lotta all’evasione fiscale. Diverse le proposte in merito, come il carcere e il lavoro per la collettività. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.
L’evasione fiscale si presenta come uno dei principali problemi della nostra società. Tali comportamenti, infatti, finiscono per pesare sul bilancio dello Stato e di conseguenza sulle nostre tasche, dato che con le tasse che paghiamo contribuiamo all’erogazione dei vari sussidi e servizi pubblici.
Proprio al fine di contrastare tale piaga, si assiste a controlli sempre più serrati da parte dell’Agenzia delle Entrate che a tal fine si avvale anche della cosiddetta Anagrafe dei conti correnti. Se tutto questo non bastasse, diverse sono le proposte in tale ambito, come il carcere e il lavoro per la collettività. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.
Evasione fiscale, incubo carcere e lavoro per la collettività: tutto quello che c’è da sapere
Diverse sono le misure messe in atto dal governo al fine di contrastare l’evasione fiscale. Proprio in tale ambito si è spesso parlato della possibilità di mettere in carcere gli evasori. Una soluzione che non viene considerata però percorribile dagli addetti ai lavori, anche perché poco conveniente.
A ribadirlo è il direttore dell’agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini, in occasione della presentazione del suo libro “Uguali per Costituzione. Storia di un’utopia incompiuta dal 1948 a oggi” al Festival Internazionale dell’Economia. A tal proposito, infatti, Ruffini, così come riportato dall’Ansa, ha dichiarato:
“La pena detentiva per chi non paga le tasse non mi ha mai convinto. Preferisco mettere in carcere l’evasore così poi fallisce l’attività o farlo lavorare finché non ripaga la collettività? Sono 19 milioni le persone che non pagano le tasse”. Per poi aggiungere: “Li abbiamo individuati, ma a chi conviene metterli tutti in cella?”.
Secondo Ruffini, infatti, il “sistema ideale è quello in cui i cittadini sanno che chi non paga viene intercettato e l’azione viene punita facendoli pagare. Chi è poi così autolesionista da evadere?“. In parole povere mettere tutti gli evasori in carcere non è fattibile. La strada da percorrere, invece, in base a quanto affermato Ruffini, è quella di individuare gli evasori e farli continuare a lavorare, in modo tale che possano così pagare quanto dovuto al Fisco.