Nuova legge contro le borseggiatrici, niente più scuse: cosa succede

Una situazione che spesso aveva diviso l’opinione pubblica. Una questione vagamente cinematografica come ricorderanno alcuni.

La notizia arriva da Milano dove la questione negli ultimi mesi sta prendendo una piega assolutamente inaspettata. Li infatti un’altra concentrazione di furti e situazioni in qualche modo lontane dal concetto di legge fanno spesso scattare la pubblica opinione infastidita da alcune concessioni in genere concesse ai protagonisti di vicende non proprio ammirevoli.

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Polemiche, tante polemiche in merito al trattamento solitamente ricevuto da numerose donne che finiscono in carcere per furto. Considerate poi le condizioni delle stesse donne, spesso incinte la pena finisce per essere di fatto annullata. Questo tipo di condotta non piace affatto alla gente considerato poi che in genere si parla di borseggiatrici che poi ci si ritrova comunque quotidianamente di fronte anche successivamente ad un arresto.

Milano attanagliata dalle polemiche insomma con la procura competente costretta a prendere una decisione in merito. Al centro di tutto la sicurezza dei cittadini, una sorta di rispetto anche morale di alcune indicazioni legislative e la tutela dei turisti, migliorare in pratica quel biglietto da visita che può essere considerato il primo approccio alla città. Situazione insomma da considerare da un nuovo punto di vista con decisioni forti da prendere li nel capoluogo lombardo.

La legge sta per cambiare: la specifica circolare della procura di Milano

I casi in questione riguardano quindi borseggiatrici seriali con numeri rilevanti di precedenti aperti a loro carico in procura. Succede in pratica che considerato il riproporsi di stati di gravidanza e il numero spesso notevole di minori a carico non si può procedere con il rispetto dell’articolo 146 del codice penale. In questi casi infatti la pena differisce nelle seguenti condizioni: “se deve aver luogo nei confronti di donna incinta; se deve aver luogo nei confronti di madre di infante di età inferiore ad anni uno”.

Una circolare abbastanza recente della stessa procura di Milano inoltre ha specificato quanto segue: “la recenti pronunce del tribunale di Sorveglianza di Milano hanno ritenuto che la disposizione prevista dall’articolo 146 c.p., sebbene obbligatoria, dev’essere intesa nel senso che il magistrato di Sorveglianza deve procedere al giudizio di bilanciamento tra tutela dei diritti del detenuto (e del minore) e la tutela delle esigenze della collettività”. In questo caso dunque il magistrato di sorveglianza può scegliere se procedere con la diversa lettura dell’articolo in questione o disporre gli arresti domiciliari.

In pratica a decidere è lo stesso giudice di sorveglianza. Le forse dell’ordine insomma procedono con l’esecuzione emesso dalla stessa procura. La modifica insomma appare più rilevante per le forze dell’ordine che operano nei vari territori, in sostituzione di fatto della circolare della precedente circolare secondo la quale: “gli operanti dovranno sospendere l’esecuzione, verbalizzare le circostanze della sospensione e trasmettere il verbale al magistrato assegnatario“. Una buona notizia insomma per i cittadini spesso lamentatisi di determinate situazioni scaturite proprio da una certa applicazione della legge.

In questo modo, si spera potrebbe essere quindi garantita una nuova condizione di sicurezza per gli stessi cittadini. Il tutto chiaramente anche per i turisti che affollano le strade ed i mezzi pubblici del capoluogo lombardo. Una situazione certo tutta da scoprire insomma, ad oggi nuova e quindi tutta da valutare tra qualche tempo. Nel frattempo però la nota positiva arriva quantomeno dalla possibilità di leggere in maniera diversa una norma che finora aveva spesso fatto discutere.

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