Caldaie a gas, stop in vista: ecco quando spariranno dal mercato

Dal 2029 non saranno più disponibili caldaie a gas. L’Italia, come il resto d’Europa, punta tutto sulla pompa di calore e sulle fonti rinnovabili.

 

Stop alle caldaie a gas a partire dal 2029. Ancora qualche anno e una parte essenziale del RePower Eu, il programma per l’economia sostenibile dell’Unione europea, arriverà a dama.

Caldaie a gas stop
Foto © AdobeStock

Il tempo sembra ampio ma è solo un’apparenza. L’avvio del progetto, infatti, è già abbondantemente cosa fatta. Se non altro in virtù dei limiti sempre più stringenti sui dispositivi installati nei nostri appartamenti. L’obiettivo è favorire sempre di più le caldaie ecocompatibili, per poi abbandonare definitivamente quelle alimentate in modo autonomo da combustibili fossili entro la fine del decennio. La regola è abbastanza semplice: le caldaie a gas andranno man mano a essere declassate, diventando entro il 2029 non più conformi con gli standard energetici. Il tutto in un’ottica sempre più sensibile al tema della sostenibilità ambientale ma anche del risparmio energetico.

La pompa di calore è, nei piani dell’Unione europea, lo strumento cardine della rivoluzione energetica. Assieme, chiaramente, a dispositivi quali i pannelli solari e altri incentrati sull’assorbimento e la trasformazione delle energie rinnovabili. E se in alcuni campi ci vorrà del tempo, come quello delle auto, sull’impiantistica domestica un minimo di accelerazione sembra possibile. L’orizzonte resta sempre il 2030, anno in cui i vari partner europei puntano a raggiungere un livello quantomeno vicino alle emissioni zero. Complicato, vista anche l’emergenza Covid con tutto quello che ne è derivato. Le caldaie a gas, però, già ora rappresentano qualcosa di obsoleto.

Caldaie a gas, addio: il futuro parla la lingua dell’efficienza energetica

Entro una data ben più prossima, il 2025, scadranno tutte le agevolazioni che permettono di sgravare un po’ il portafogli dall’acquisto di caldaie a gas. Questo perché, a partire da quell’anno, il Regolamento sull’etichettatura energetica le renderà di fatto non più a norma. Viceversa, si procederà con uno sprint per quel che riguarda l’installazione di impianti a pompa di calore. Le agevolazioni verranno quindi convertite, attraverso dei probabili piani di rifinanziamento, per l’acquisto e l’impianto dei nuovi dispositivi. I quali, assieme ai pannelli solari, diventeranno praticamente obbligatori. Alcuni Paesi, come la Germania, hanno addirittura ridotto i tempi: già dal 2025 varrà il divieto. In sostanza, qualunque cittadino tedesco si trovasse già ora a dover sostituire la propria caldaia, si guarderà bene dall’acquistarne una a gas.

Anche in Italia, a ogni modo, installare un dispositivo simile produrrebbe più effetti negativi che positivi. Soprattutto nell’ottica degli standard energetici dell’edificio. Caldaie declassate, infatti, impatteranno in modo tutt’altro che positivo sulla classe energetica del nostro appartamento e, più in generale, sui consumi di fine mese. Del resto, l’Ue ha deciso di giocare forte: 210 miliardi sul tavolo, con l’obiettivo sia di migliorare gli impianti domestici che di ridurre la dipendenza delle economie continentali dai combustibili fossili. E, per inciso, dalle forniture russe. Altro punto da non sottovalutare visto il momento storico. L’accelerazione sull’efficientamento energetico diventa parte del programma di disincentivo alle mire belliche di Mosca.

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