Superbonus, dal sogno all’incubo: famiglie senza casa

Lavori iniziati e poi bloccati. Da quel momento inizia l’odissea per una famiglia di Monsummano Terme, sedotta e abbandonata dal Superbonus.

L’ultima uscita del premier Mario Draghi sul Superbonus ha generato diverse perplessità. Il presidente del Consiglio si è detto tutt’altro che un fan della principale fra le agevolazioni edilizie.

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foto adobe

Un paradosso se si pensa a quanto, nel corso dei mesi, si è cercato di metterne a punto regole, limitazioni e controlli sulla regolarità delle procedure. Eppure tant’è. Il Superbonus, fin dalla sua introduzione, ha conosciuto pochi momenti effettivamente positivi. Anzi, perlopiù ve ne sono stati di negativi. A cominciare dalla querelle sulla cessione del credito, che ha caratterizzato gli ultimi mesi e ha di fatto contribuito a far perdere alla misura quel minimo di appeal che si era creata. Secondo Draghi, il Superbonus triplica i pezzi. Molto più semplicemente, rischia di trasformarsi in una procedura infinita, tra i necessari controlli e i tempi richiesti per eseguire i lavori. Due fattori che, intrecciandosi, rischiano letteralmente di lasciare delle famiglie in mezzo alla strada.

In senso semi-figurato naturalmente ma il concetto è sostanzialmente questo. Basti pensare a quanto accaduto a una coppia di Monsummano Terme, in provincia di Pistoia, che aveva riposto nella misura le speranze di vedere la propria casa sistemata prima della nascita del figlio. In questo caso è stata proprio la cessione del credito a combinare il disastro. O meglio, il blocco della cessione. Un problema gigantesco, coi lavori rimasti di fatto infangati fra monitoraggi e burocrazia, mentre la casa auspicata come nido della famiglia è rimasta un cantiere. Con tanto di mutuo aperto per cercare un risparmio che chissà se e quando ci sarà.

Superbonus 110%, crisi burocratica: il caso di Monsummano Terme

Gli scatoloni trasferiti nell’appartamento, in attesa che la palazzina fosse rimessa a nuovo, a quanto pare resteranno lì per un bel pezzo. Col timore che la loro esperienza possa essere quella di molte altre famiglie. L’ennesima controprova su un’agevolazione, il Superbonus, che pare presentare più rischi che opportunità. Lì per lì, l’idea di richiedere l’agevolazione con sconto in fattura sembrava effettivamente buona, almeno sul fronte del risparmio. Il mutuo richiesto è stato di 60 mila euro, ottenuto a inizio 2021. I lavori, iniziati praticamente subito, sono stati bloccati nel mese di novembre, poco prima che scoppiasse la bomba dello stop alle cessioni del credito. Le misure restrittive del Governo hanno dapprima portato la banca a fermare il mutuo, dopodiché a richiedere ulteriori controlli burocratici sui lavori.

Gli interventi iniziati non sono stati completati, quelli da cominciare chissà quando lo saranno. Nel frattempo, la casa è letteralmente un cantiere aperto, con gli impianti idraulici, di riscaldamento ed elettrici inservibili perché in procinto di essere modificati. E a fine giugno c’è una bimba in arrivo. Nonostante lo sblocco favorito con le nuove misure più “leggere” sul numero di cessioni accettate, quelle iniziate e poi bloccate rischiano di restare tali. Anche perché la quarta cessione è stata avallata solo per i crediti richiesti dall’1 maggio 2022. Quelle vecchie, in pratiche, restano fuori dalle agevolazioni e i lavori iniziati rischiano di accumularsi senza poter essere smaltiti. Del resto, anche il Fondo Monetario Internazionale ha espresso perplessità sulle strategie della misura. Altro che pantano…

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