Pensioni militari e coefficienti di trasformazione: la proposta innovativa

Incrementare il coefficiente di trasformazione per favorire i lavoratori dal lato previdenziale. L’ipotesi Siulp – Siap

La proposta dei sindacati Siulp e Siap in tema di pensioni è certamente interessante e permetterebbe di superare il problema della mancanza della previdenza complementare per il settore delle forze dell’ordine.

Forse non tutti sanno che i cd. coefficienti di trasformazione rappresentano i valori che permettono di calcolare le pensioni con il metodo contributivo. Come opportunamente indicato nel sito web dell’Inps, in virtù di detti valori il montante contributivo versato dal lavoratore nell’ambito di tutta la sua carriera professionale è trasformato nella pensione annua.

Ricordiamo altresì che i coefficienti di trasformazione cambiano sulla scorta dell’età anagrafica del lavoratore alla data nella quale consegue la prestazione pensionistica, a cominciare dall’età di 57 anni fino ai 70 anni. Più alta l’età del lavoratore, più alti saranno i coefficienti di trasformazione.

Ebbene, per la categoria dei militari la proposta dei sindacati che rappresentano i settori difesa e sicurezza è sicuramente degna di nota. In base ad essa l’intenzione è quella di aumentare il coefficiente di trasformazione.

In buona sostanza, la logica è quella di cambiare i criteri di calcolo della pensione Inps al fine di risolvere il problema della mancata istituzione della previdenza complementare per il comparto. Vediamo dunque più da vicino i contenuti di questa interessante proposta.

Pensioni militari e coefficienti di trasformazione: la proposta dei sindacati Siulp e Siap

La citata iniziativa di modifica dei coefficienti di trasformazione è frutto dei contributi dei sindacati Siulp (Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia) e dal Siap (Sindacato Italiano Appartenenti Polizia), ovvero le associazioni che rappresentano il personale della Polizia di Stato. L’iniziativa è stata resa nota lo scorso 20 aprile a Roma nell’ambito di una riunione con i vertici del Corpo.

Se ci si chiede il perché che sta alla base della proposta in oggetto, la risposta è molto semplice da dare. La modifica ai coefficienti di trasformazione pensioni avrebbe ragion d’essere a seguito della mancata attuazione della previdenza complementare per il settore pubblico non contrattualizzato.

Potrà apparire inverosimile ma in questi anni le istituzioni non hanno mai dato effettiva concretizzazione alla previdenza integrativa anche per il personale militare e le forze dell’ordine. Senza contare i riflessi a livello giudiziario, legati alle cause intraprese per il risarcimento del danno derivante dalla mancata attuazione della previdenza complementare, tenuto anche conto delle previsioni di cui alla nota legge di riforma del sistema pensionistico obbligatorio e complementare (cd. Riforma Dini n. 335 del 1995).

Pensioni militari e coefficienti di trasformazione: il nuovo meccanismo in sintesi

Gli osservatori più attenti hanno altresì notato che passare alla previdenza integrativa, con le stesse modalità valevoli per la generalità degli altri dipendenti pubblici, comporterebbe oggettivi svantaggi per le categorie rappresentate da Siulp e Siap.

Non solo. La magistratura contabile ha detto no all’ipotesi di conservare il sistema retributivo per il calcolo delle pensioni, con riferimento al personale in questione – in modo da controbattere alla mancata attuazione della previdenza complementare.

La soluzione da dare alla categoria – a garanzia dei diritti dei lavoratori rappresentati – comporta piuttosto un nuovo percorso, al fine di individuare una previdenza ad hoc, ma non complementare in senso stretto.

In altre parole, l’idea di Siulp e Siap è quella di intervenire direttamente sul meccanismo di calcolo della pensioni pubbliche obbligatorie. Come? Agendo appunto sui citati coefficienti di trasformazione. L’ipotesi in campo è la seguente:

  • usare nel caso di pensionamento il coefficiente di trasformazione legato all’età anagrafica prevista per il trattamento di vecchiaia della generalità degli appartenenti al pubblico impiego dei dipendenti pubblici (vale a dire 67 anni);
  • invece che il coefficiente inferiore correlato all’età dell’assicurato alla data della decorrenza del trattamento pensionistico che, solitamente, il personale in questione ottiene a 60 anni.

Pensioni militari e coefficienti di trasformazione: i vantaggi della modifica

Di fatto l’incremento del coefficiente di trasformazione andrebbe a favore in particolare degli iscritti senza contribuzione al 31 dicembre 1995. E la novità entrerebbe in gioco senza pregiudicare i diritti acquisiti, tra cui ad es. i sei scatti e il TFS.

Infine non possiamo non notare che secondo i sindacati, vi sarebbero le condizioni per intervenire con una legge ad hoc. Infatti la manovra 2022 ha predisposto un fondo presso il MEF per la realizzazione di interventi perequativi di ambito previdenziale proprio per il personale delle forze armate, delle forze di polizia e del corpo nazionale dei vigili del fuoco. Le risorse messe in campo potrebbero tornare utili proprio per concretizzare la proposta dei sindacati Siulp e Siap. Vedremo dunque come le istituzioni si muoveranno nelle prossime settimane e mesi.

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