Donne e lavoro, ecco il fondo perduto: a chi spettano i soldi

A maggio parte il Fondo impresa femminile. Contributi alle donne intenzionate ad aprire nuove attività o a potenziare quelle già esistenti.

 

Ripartire dai giovani e dall’imprenditoria femminile. La strategia della ripresa definitiva butta un occhio laddove, fin qui, si è agito in modo non sempre strutturato.

Contributi fondo perduto donne
Foto © AdobeStock

E se per la forza lavoro più fresca le cose sono state complicate ulteriormente dall’impatto della pandemia, per quanto riguarda le cosiddette quote rosa la situazione è da sempre piuttosto complicata dal punto di vista dell’equiparazione. Non è un caso che, negli ultimi tempi, oltre al rinnovo di Opzione Donna per favorire l’uscita anticipata delle lavoratrici dall’attività, si sia cercato di implementare anche i contributi a fondo perduto a favore dell’imprenditoria al femminile. Nello specifico, gli incentivi sono stati convogliati nel Fondo impresa femminile, volto a favorire e promuovere l’ambiente produttivo delle imprenditrici e delle aspiranti tali. I fondi in questione, infatti, sono destinati non solo all’avviamento di nuove attività ma anche al consolidamento di quelle già esistenti, cooperative o società che siano. A patto che, fra i soci, il 60% siano donne.

Il Fondo, in sostanza, mira a incentivare il lavoro femminile, anche nella creazione di nuove opportunità di impiego. Nel pacchetto finiscono anche società di capitale, composte da organi di amministrazione che contino almeno due o tre donne nell’organigramma. Inoltre, potranno accedere ai fondi anche lavoratrici autonome con Partita Iva e imprese individuali con una donna come titolare. Una novità pronta a partire già dal mese di maggio, nel quale si cercherà di dare una spallata alla crisi pandemica attraverso l’estensione delle possibilità lavorative. Con particolare attenzione ai progetti innovativi, dall’industria alla trasformazione dei prodotti agricoli, passando per turismo, artigianato, commercio e naturalmente servizi.

Donne e lavoro, fondo perduto al via da maggio: come fare richiesta

Il Fondo per le imprese femminili potrà contare su risorse complessive pari a 200 milioni di euro. I quali saranno destinati non solo alle lavoratrici già operative o con un’impresa avviata ma anche alle donne disoccupate intenzionate ad avviarne una, senza nessun limite di età. Per fare richiesta, infatti, basterà inviare una semplice domanda, in base alle date di apertura degli sportelli dedicati. Si comincerà il prossimo 5 maggio, alle ore 10: in quel momento potranno essere compilate le domande per l’avvio di nuove imprese femminili, oppure per quelle costituite da un lasso di tempo inferiore ai 12 mesi. La domanda dovrà essere inviata a partire dalle 10 del 19 maggio successivo. Toccherà poi alla compilazione e al successivo invio delle domande per le imprese femminili costituite da più di 12 mesi. Date e orari saranno, rispettivamente, il 24 maggio 2022 alle 10 e il 7 giugno, sempre ore 10.

Gli sportelli saranno naturalmente online, gestiti dalla piattaforma Invitalia per conto del Ministero dello Sviluppo economico. Al momento, questi sono aperti per fornire indicazioni sulla modalità di richiesta ma anche per la formazione della cultura imprenditoriale delle donne intenzionate a richiedere i finanziamenti. Con riferimento, chiaramente, a coloro in procinto di costruire un’impresa da zero. Basterà accedere alla piattaforma tramite identità digitale (Spid, Cie o Cns) ed essere dotate di un indirizzo Pec.

I fondi ottenibili

Per quanto riguarda i fondi ottenibili, per le imprese giovani o al debutto i progetti di investimento possono accedere a un massimo di 250 mila euro a fondo perduto. Per progetti fino a 100 mila euro, i contributi copriranno l’80% delle spese. Il 90% se le richiedenti sono donne disoccupate ma con abbassamento dell’ottenibile 50 mila euro. In merito alle imprese già attive da più di un anno, i progetti d’investimento potranno ottenere un massimo di 250 mila euro. E questo sia per l’avvio di nuove realtà che per l’ampliamento di quelle esistenti. Si procederà con un aiuto composto sia da fondo perduto che da finanziamento a tasso zero, fino a un massimo dell’80% di copertura spese. Il massimo sarà di 320 mila euro, con rimborso in 8 anni. E progetto da realizzare in 24 mesi. Dettaglio obbligatorio e imprescindibile.

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