“Fermati mi hai distrutto lo specchietto”: l’incubo in tangenziale e la lezione da imparare

Torna l’incubo in strada, più forte e rischioso che mai. Succede a Milano, succede ancora una volta tra dubbi e incredulità.

Quante volte ci capita di leggere o di ascoltare storie, vicende che riguardano tentativi di truffe spesso andate a segno. Nei giorni scorsi abbiamo appreso dalle cronache dei tentativi mirati in quel Roma ai danni di anziani, spesso soli in casa, letteralmente perseguitati da chi prova in tutti i modi di portargli via del denaro. Momenti di pura follia insomma.

Specchietto rotto truffa
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Nei giorni scorsi tra l’altro altri fatti di cronaca hanno tenuto banco tra le notizie, come quello riguardante i falsi operatori dell’azienda idrica in Lombardia che andavano a simulare finti interventi di manutenzione per poi farsi pagare il lavoro svolto. Vittime prescelte quasi sempre anziani che vivono da soli. Non dimentichiamo però gli altri tentativi di truffa che affliggono i cittadini italiani, come quello ormai celebre del falso incidente e dello specchietto apparentemente frantumato senza nemmeno essersene resi conto. In merito a ciò una segnalazione è arrivata nei giorni scorsi presso la nostra redazione.

La vicenda al centro del racconto della nostra lettrice riguarda una giovane donna, Chiara, che qualche giorno fa si trovava in macchina, da sola lungo la tangenziale di Milano. Mentre era intenta a percorrere uno dei tratti della lunga rete stradale, all’improvviso Chiara ha avvertito alcuni colpi contro la carrozzeria della sua auto, probabilmente sassi. Dopo qualche metro un’auto le si è avvicinata intimandosi di fermarsi. L’uomo uscito dall’auto in questione ha subito manifestato rabbia nei confronti della donna, colpevole a detta sua di avergli fracassato uno degli specchietti esterni.

L’uomo, non contento, per non coinvolgere le assicurazioni e non creare ulteriori fastidi ad entrambi fa una richiesta esplicita: 180 euro per risolvere la questione. La donna, sbigottita per non aver compreso praticamente di quanto accaduto, considerato di non aver affatto notato di essersi scontrata con l’altra auto, prende tempo ed in preda anche ad un leggero timore chiama il suo ragazzo per spiegargli l’accaduto. Alla fine i due concordano di far abbassare le pretese all’uomo, ancora apparentemente incollerito all’esterno della sua auto. Alla fine la donna offre 80 euro all’uomo che ancora sbraitando e per niente soddisfatto va via. Dopo qualche minuto, Chiara, ripercorrendo nella sua mente quanto accaduto comprende di essere stata truffata.

“Fermati mi hai distrutto lo specchietto”: l’incubo di Chiara e la lezione da imparare ancora una volta

Tornata a casa, Chiara, affranta e rammaricata per quanto accaduto ha subito cercato attraverso il web fatti simili a quello capitatogli poco prima. Da li la decisione di scrivere alla nostra redazione. L‘intento è quello di mettere in guardia quanti più cittadini possibile dalle mire dei truffatori in quel tratto di strada ma praticamente in qualsiasi località del nostro paese. La corsa alla truffa insomma non si arresta, il metodo purtroppo collaudato, tutto incentrato sull’apparente danno subito, simulato dai colpetti inferti con dei sassi, riesce quasi sempre alla perfezione. La vittima, nel dubbio, pur di non coinvolgere assicurazioni e avvocati paga, escludendo quindi un pesante fastidio. Il risveglio però è doloroso, la rabbia è davvero tanta.

Storie come quelle di Chiara, purtroppo, sono ancora all’ordine del giorno nel nostro paese. Quotidianamente centinaia di cittadini rischiano di rimanere vittima di truffatori senza scrupoli. Individui che non fanno altro che proporre la solita fastidiosa trama pur di approfittarsi del prossimo. Vicende come questa appena raccontata, si spera possano aprire gli occhi di chi ancora forse non accetta alcuni tratti della realtà che viviamo. Il rischio costante, la rabbia che ne scaturisce ed un senso di provvisorietà che spesso fa male. Occhi aperti insomma e dubitare di qualsiasi inverosimile dinamica prima di pagare in buona fede.

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