Bonus 100 euro, i soldi volano via: ecco chi deve restituirli

Rincari sul carburante, costi delle utenze livellati e, ora, anche la restituzione del Bonus 100 euro. La riduzione della platea dei beneficiari costa caro.

 

“Tempi oscuri davvero” quelli che stiamo vivendo. Una massima disneyana risalente al 1963 ma particolarmente azzeccata per il decennio del Duemilaventi, iniziato decisamente sotto prospettive quantomeno incerte.

Bonus 100 euro
Foto © AdobeStock

Per non dire pessime visto quanto sta accadendo. Ma quel minimo di forza d’animo è bene conservarlo se non si vuole affondare nelle sabbie mobili dello sconforto portato da guerra, pandemia e crisi economica. Il problema è che la quotidianità racconta altro. Dal momento storico condizionato dai rincari sul carburante alla difficoltà di chi cerca di ripartire, fino ai costi delle utenze, lievitati a livelli record. Tutto sembra costringere a una visione nera delle cose. Colpa del conflitto in Ucraina, imprevisto (almeno dai cittadini) e su larga scala, specie in termini economici. Se a questo si aggiungono alcune modifiche ai piani agevolativi già previste per il 2022, la situazione inizia a farsi davvero critica.

L’anno in corso, infatti, porta brutte notizie per i percettori del Bonus 100 euro, ossia l’ex Bonus Renzi. Buona parte di questi, sarà chiamata a restituire quanto ottenuto, nella più classica delle beffe dei periodi di crisi. Questo perché la platea dei beneficiari è stata ridotta e chi ha avuto la sfortuna di non rientrare nel gruppo dei salvati, dovrà metter mano al portafogli e rimettere sul piatto quanto percepito in più in busta paga. Dalla notizia, naturalmente, sono esclusi i lavoratori autonomi, i pensionati e i lavoratori domestici, già estromessi dalla misura originaria.

Bonus 100 euro, pronti all’addio: ecco chi sarà chiamato alla restituzione

Lavoratori dipendenti, a tempo determinato e indeterminato (più tutte le altre categorie inquadrate contrattualmente rientranti fra i beneficiari), farebbero bene a informarsi per tempo. L’agevolazione è infatti rivolta a loro e sempre fra di loro usciranno coloro che saranno chiamati alla restituzione del Bonus 100 euro. Si tratta, nello specifico, di quei beneficiari la cui fascia di reddito scende sotto la soglia dell’8,174, quindi figuranti fra gli incapienti, e di coloro il cui reddito va oltre i 40 mila euro. Qualcosa cambia anche per i beneficiari con redditi fra 15 mila e 28 mila euro, che potranno continuare a ottenere il Bonus solo se nella dichiarazione dei redditi riferita all’anno di imposta 2022 (quindi quella da presentare il prossimo anno) certificheranno detrazioni superiori all’Irpef dovuta.

Parzialmente coinvolti anche i redditi fra 28 mila e 40 mila euro. Per costoro, il Bonus 100 euro dovrà essere restituito solo in parte, dal momento che il trattamento spetterà in misura pari alla differenza fra detrazioni e imposta lorda. Chi ha ricevuto l’agevolazione fra gennaio e giugno 2020, dovrà procedere alla restituzione solo se nell’anno in questione ha percepito redditi lordi fra 26.600 e 28 mila euro. Non verrà intaccato, invece, quanto percepito con l’agevolazione da giugno 2020 in avanti.

In base alla dichiarazione dei redditi, sarà possibile che la restituzione (totale o parziale) avvenga anche per i redditi superiori a 28 mila euro. Il comune denominatore è per tutti il medesimo, ossia l’applicazione del trattamento integrativo. Se le detrazioni non andranno oltre l’imposta lorda, sarà meglio mettersi l’anima in pace.

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