Reddito di Cittadinanza, doccia gelata: per questi beneficiari cambia tutto

I beneficiari di misure analoghe al Reddito nelle province autonome di Trento e Bolzano finiscono sotto la lente dell’Inps: ecco perché.

 

Novità in vista per il Reddito di Cittadinanza. E, come spesso accaduto in questi mesi, non sono esattamente belle notizie. Ben presto, per una discreta schiera di beneficiari, il grafico potrebbe scendere.

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E senza nemmeno la necessità di aver mancato di osservare le regole. La ragione infatti, non sarebbe da ricerca nel comportamento di chi percepisce la misura di sostegno al reddito, quanto nella struttura stessa del provvedimento. L’Inps ha infatti inaugurato altre due categorie di contributi economici, inseriti anch’essi nel Sistema informativo unitario dei servizi sociali (Siuss). Una novità contenuta nel messaggio n. 1244/2022, che ha comunicato l’aggiunta dei benefici e il loro inquadramento nell’ambito dei sussidi statali. Cosa c’entra, quindi, il Reddito di Cittadinanza? Il nodo è nella normativa che regola i sostegni di tipo statale.

In questo senso, il reddito familiare viene calcolato al netto delle prestazioni assistenziali contenute nell’Isee, con aggiunta di quelle “in corso di godimento”. Questo significa che l’integrazione del RdC sarà ridotta in virtù della convergenza delle forme di sussidio percepite. L’agevolazione si costituisce di due differenti componenti, ossia l’integrazione al reddito familiare e il rimborso per le spese di affitto (non più di 280 euro mensili). O, in alternativa, il rimborso della rata del mutuo fino a 150 euro. L’incompatibilità fra il Bonus affitto e il Reddito di Cittadinanza è da leggere nell’ottica del Fondo nazionale Sostegno delle locazioni.

Reddito di Cittadinanza, nodo incompatibilità: le ragioni del taglio

Il problema, quindi, sarebbe da ricercare nella Legge 431 del 1998. L’incompatibilità della Quota B del RdC con il Bonus affitto è nella natura stessa dell’agevolazione, fornita dai Comuni tramite le risorse del Fondo per il Sostegno delle locazioni. Lo scorso luglio, sul tema era intervenuto anche il Ministero delle Infrastrutture e delle Mobilità sostenibili, approvando il decreto che definiva, all’articolo 1, le modalità di erogazione e di tracciabilità delle agevolazioni comunali. L’Inps ha poi fatto sapere che i Comuni saranno tenuti a trasmettere al Siuss tutti i dati riferibili al contributo erogato, dalle date di inizio e fine del versamento fino all’importo complessivo. In pratica, tramite il Siuss, l’Inps avrà contezza delle famiglie che percepiscono il Bonus affitto.

Il taglio riguarderà quindi la Quota B, ossia la parte di Reddito di Cittadinanza pagata in qualità di rimborso per le spese d’affitto. In pratica, l’Istituto riconoscerà il Bonus affitto come una quota di copertura per tali spese, che renderebbe quindi superflue le risorse del RdC erogate per la stessa ragione. E’ pur vero che, per quanto nutrita, la categoria di beneficiari che sarà interessata dalla misura è abbastanza ristretta. Va considerato che il riferimento dell’Inps è alle sole Province autonome, le quali emettono misure con finalità del tutto analoghe a quelle del Reddito di Cittadinanza statale. Rientreranno nel gruppo, quindi, le province di Trento e Bolzano, per tutte quelle misure finanziate a partire dall’1 gennaio 2022. Chi figurerà inquadrato nel Bonus affitto, dovrà dire addio a una parte del RdC.

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