Richiamo alimentare, se avete dei wurstel a casa controllate prima l’etichetta

Il Ministero della Salute dispone il richiamo di un lotto di cibo confezionato. Il motivo è un difetto di trasparenza nell’etichetta.

 

Ancora un richiamo alimentare, ancora verso alimenti di largo consumo. Un’attenzione sempre elevata quella del Ministero della Salute, che monitora costantemente i potenziali rischi per l’integrità dei consumatori.

Wurstel richiamo alimentare
Foto © AdobeStock

Si tratta, come sempre, di un ritiro a scopo precauzionale, dovuto a una mancata trasparenza sull’etichetta del prodotto. In questo caso, il riferimento è alla presenza di allergeni non riportati debitamente sull’etichettatura, e l’alimento in questione è un lotto di wurstel di puro suino del marchio Dulano. La procedura è sempre la stessa: ai compratori viene consigliato di non consumare il prodotto e riconsegnarlo al supermercato d’acquisto per il rimborso. Al rivenditore, invece, viene imposto il ritiro dagli scaffali. I wurstel in questione sono stati richiamati in quanto la presenza di allergeni non dichiarati, oltre che violare le normative di trasparenza, potrebbe mettere a rischio la salute di alcuni soggetti.

Nello specifico, si tratta di proteine del latte. Obbligatorio indicarle in quanto consumatori intolleranti al lattosio potrebbero incorrere in gravi problematiche di salute. Il richiamo è comunque legato a due soli lotti di wurstel di carne suina, a marchio Dulano e dal peso di 2oog. I numeri in questione sono 46L0702X038G23 e 46L0702X039G28, con marchio di identificazione dello stabilimento DE RP 03001 EG. Il prodotto è stato commercializzato dall’azienda Sutter GmbH per Lidl e il richiamo è stato deciso a seguito del riscontro della presenza di allergeni riconducibili a latte.

Richiamo alimentare, dove monitorare l’elenco del Ministero

Il Ministero della Salute aggiorna costantemente i consumatori sui lotti soggetti a richiamo o accertamento precauzionale da parte degli esperti. L’attenzione posta è la medesima, anche in caso di violazioni differenti. Il richiamo può infatti avvenire per la riscontrata o sospetta presenza di sostanze nocive nei prodotti, così come per un’etichetta fuorviante, errata o incompleta. La natura della violazione sarebbe comunque sostanzialmente la stessa, in quanto entrambe le situazioni potrebbero potenzialmente mettere in pericolo la salute del consumatore. Oltretutto, il mancato rispetto di una procedura obbligatoria (nel secondo caso) impedirebbe al prodotto di essere commercializzato. Il ritiro preventivo, in questo senso, sarebbe la misura principale oltre che immediata.

L’elenco dei richiami da parte degli operatori è aggiornato costantemente dal Ministero sul proprio sito internet (qui per verificare le disposizioni e i lotti ritirati). Un filo diretto coi consumatori rafforzato ulteriormente dalle normative europee sulla trasparenza delle etichettature, oltre che da alcune decisioni sulla presenza, ritenuta dannosa, di alcune determinate sostanze sui prodotti di largo consumo.

Nei mesi scorsi, ad esempio, è stata avviata un’azione decisa contro l’ossido di etilene, presente nei pesticidi e, quindi, in piccole tracce anche sui prodotti finiti. La soglia di guardia di 0.05 mg/kg, ritenuta il limite massimo consentito per non arrecare danno a chi consuma i prodotti che lo contengono, è stata al centro di un acceso dibattito. L’idea era di rimuovere del tutto la possibilità anche minima della presenza di una sostanza simile. Per il momento, si è scelta la via dell’attenzione massima. E i richiami in massa degli scorsi mesi lo dimostrano.

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