Agenzia Entrate, 100 mila verifiche: subito! Ci siete anche voi?

Affilate le armi per la lotta all’evasione fiscale, il Fisco si prepara alla stretta. Controlli in serie con l’obiettivo di azzerare le pendenze entro l’anno.

 

Obiettivo 2 miliardi e mezzo. Il Governo Draghi ha fissato la cifra che intende raggiungere entro la fine del 2022, recuperando quanto finora sottratto al Fisco dall’evasione fiscale.

Conto corrente evasione
Foto © AdobeStock

La mission dichiarata a inizio mandato entra più che mai nel vivo. Dopo i rafforzamenti sui controlli, i nuovi limiti al contante e i giri di vite sui pagamenti non tracciabili, l’esecutivo prepara un’ulteriore mossa che andrà a creare un buco della serratura direttamente sui conti correnti degli italiani. All’Agenzia delle Entrate sarà affidato il compito di inviare quasi 3 milioni di missive ai contribuenti ritenuti morosi, ai quali verrà concesso il ravvedimento operoso o semplicemente il pagamento di quanto dovuto e non versato. Entro la fine del 2022, l’obiettivo sarebbe mettere nelle casse statali almeno 10 miliardi di euro. Una cifra fissata e che Draghi ha tutta l’intenzione di raggiungere.

La strategia è chiara: dotare gli enti adibiti al controllo e alla riscossione degli strumenti tecnologici giusti per confrontare i dati, individuare rapidamente i debitori e riscuotere altrettanto velocemente, così da pareggiare i conti e reimpiegare le risorse. La tecnologia, in questo senso, interverrà in modo deciso, mettendo a disposizione di chi controlla un doppio database, utile per confrontare i dati in possesso e quelli dichiarati per individuare eventuali situazioni incoerenti.

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Fisco, come funzioneranno i nuovi controlli

Il Fisco, insomma, si prepara a fare sul serio. Il nuovo meccanismo agile sarà messo in atto in modo convergente dall’Agenzia delle Entrate e dalla Guardia di Finanza, che potrebbe essere chiamata in causa per eventuali ulteriori accertamenti. L’obiettivo è snellire sempre di più le procedure di controllo, sfruttando non uno ma due database contenenti le informazioni finanziarie e contributive dei cittadini. Il tutto nel rispetto dei diritti di privacy, come richiesto specificamente dal Garante. L’idea è quella di indurre i contribuenti al saldo spontaneo delle pendenze, andando a selezionare accuratamente quali di loro sono effettivamente in deficit di pagamenti, così da ridurre al lumicino i possibili errori. Una serie di sviste che, negli ultimi anni, sono costati tempo e soldi.

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Anche il sistema di fatturazione elettronica (imposto anche ai forfettari) verrà in aiuto del Fisco. La digitalizzazione dei sistemi dichiarativi sarà fondamentale nella lotta all’evasione, anche se non sarà l’unico strumento utilizzato. Un altro elemento, infatti, andrà ricercato nelle bozze dei registri e delle liquidazioni, validi per circa 2 milioni di Partite Iva. Questo non toglie che i consueti sistemi di monitoraggio resteranno più che mai attivi. Ed entro il mese di dicembre, arriveranno almeno 100 mila verifiche tra Agenzia delle Entrate e Fiamme gialle, volte a individuare frodi ed eventuale utilizzo illecito di crediti d’imposta. Stesso discorso per gli incentivi, come già accaduto per alcune agevolazioni. La guerra all’evasione è cominciata.

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