Energia, altro che rincari: l’ombra del blackout terrorizza l’Europa

Un aumento progressivo del costo dell’energia e un rischio sempre più concreto di ritrovarsi senza. Un paradosso che potrebbe costare un… corto circuito.

Il rincaro del costo dell’energia non è solo uno spauracchio sui conti di fine mese. Più che altro, si tratta di una prospettiva a lungo termine, figlia diretta del momento storico.

Blackout rincaro energia
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Il problema, chiaramente, si ripercuote sulle famiglie. Coloro che si ritroveranno a dover fare letteralmente i conti con gli effetti della crisi energetica e nemmeno unicamente sul fronte della bolletta. Il pacchetto di riforme adottato per contrastare gli effetti dei rincari è stato da più fronti giudicato insufficiente. Sia su un piano prettamente interno, in termini di tutela dei risparmiatori, sia sul fronte del mercato europeo. Secondo Assofond, infatti, nel medio periodo c’è il rischio che l’applicazione dei prezzi a valle finisca per generare un ritardo rispetto alla concorrenza continentale.

C’è da dire che la situazione non è migliore nemmeno oltreconfine. Anche perché i prezzi in salita non si registrano solo sul fronte dell’energia ma anche in altri ambiti. Il tasso di inflazione è in salita e, con esso, il costo medio della vita raffrontato alle disponibilità finanziarie dei cittadini. L’aumento delle bollette rappresenta solo una parte, seppure sostanziale, del problema generale. Senza contare che un progressivo rincaro delle materie prime, considerato il vero guaio a monte, finirebbe per generare una serie di effetti a catena difficilmente quantificabili.

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Dalle scuole alle attività culturali, finanche ai palazzi delle istituzioni: la crisi dell’energia rischia seriamente di coinvolgere ogni branca della società, proprio in virtù del caro che sta coinvolgendo le materie prime. Il Decreto Sostegni punta a tamponare l’emergenza ma viene dichiarato insufficiente per riuscire a contrastare efficacemente l’aumento medio delle spese per l’energia, pari a circa il 55%. Una percentuale che le risorse messe in campo coprono in maniera parziale, senza la possibilità di garantire un aiuto per la parte che resta fuori. Trasferendo il problema in un ambito europeo, nelle scorse settimane era stata più volte pronosticata la possibilità di un blackout, dovuto proprio all’impossibilità di garantire un bilanciamento fra approvvigionamento di energia e fabbisogno della cittadinanza.

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Una possibilità che non è più solo un rischio, visto che a Berlino è già successo. Migliaia di abitazioni al buio, con un guasto generale al sistema centrale di alimentazione che, però, non ha convinto del tutto. La crisi energetica è effettiva e ritrovarsi in una situazione simile per mancanza di materia prima sarebbe tutt’altro che da escludere. Già a fine novembre ne aveva parlato il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, nel suo intervento all’assemblea di Confartigianato. Secondo gli esperti, le temperature registrate finora avrebbero contribuito a mitigare il rischio. Dovesse arrivare un repentino abbassamento, le scorte si ridurrebbero di colpo (addirittura sotto i 200 TWh) entro fine marzo. Il pericolo è che nonostante gli aumenti ci si trovi lo stesso con un pugno di mosche. Il classico scenario in cui al danno si aggiungerebbe la beffa. Quello che gli italiani di certo non vogliono.

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