Casi da zona rossa, una Regione verso il lockdown: “E’ una tragedia”

La Valle d’Aosta registra numeri preoccupanti. Il governatore Lavevaz teme il lockdown in un momento di relativa ripresa degli impianti di risalita.

Zona rossa lockdown
Foto © AdobeStock

Ancora incerta la situazione contagi in Italia. Specie per l’apporto alla pandemia portato dalla variante Omicron, estremamente contagiosa seppure, secondo gli esperti, meno pericolosa rispetto alle forme del virus circolate negli ultimi due anni. In generale, in Italia emergono i primi segnali di frenata, segno che il picco è probabilmente vicino. Le zone gialle restano e lo stato di emergenza è stato prorogato fino a marzo, ma con l’apporto dei vaccini la speranza è di riuscire a gestire anche questa fase pandemica. Il problema è che in alcuni territori italiani la marcia del virus continua a essere sostenuta. Tanto da far tornare lo spettro di un nuovo lockdown.

La Regione più vessata, al momento, è la Valle d’Aosta. Il più piccolo dei territori italiani, infatti, avrebbe numeri già da zona rossa e il presidente Erik Lavevaz ha tracciato un primo bilancio della situazione con sole due parole, riferite in un suo intervento a SkyTg24: “Una tragedia”. La Valle d’Aosta, infatti, ha toccato il 68% di occupazione dei posti letto nei reparti ordinari, dato che potrebbe già far pensare a una possibile zona rossa. A “salvare” per il momento la situazione è il tasso di ricoveri in terapia intensiva che, al 24%, viene ancora considerato da zona arancione. Ossia la fascia di rischio in cui attualmente si trova la Regione.

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Per il passaggio in zona rossa, il tasso delle terapie intensive dovrebbe toccare il 30%, mentre l’incidenza dei casi dovrebbe essere di 250 ogni 100 mila abitanti. Secondo il governatore Lavevaz, la preoccupazione che la situazione peggiori ulteriormente c’è. Ed è tangibile. Anche perché l’eventuale passaggio in zona rossa sarebbe una catastrofe per l’intero territorio. Significherebbe, ha spiegato il presidente, “chiudere gli impianti di risalita in un momento in cui c’è un po’ di ripresa rispetto all’anno scorso“. In pratica, tornare a confrontarsi faccia a faccia con lo spettro di un lockdown che chiunque sta cercando di dimenticare. Anche per questo Lavevaz chiede il ricalcolo del bollettino quotidiano, considerando anche che, al momento, in terapia intensiva si trovano 7 persone. Una delle quali, vaccinata, “è ricoverata per un politrauma, non ha nulla a che vedere con il Covid”.

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Il passaggio in zona rossa restringerebbe automaticamente le libertà di movimento anche per i vaccinati. Per costoro, infatti, cambia poco o nulla il fatto che la Regione di appartenenza si trovi in zona bianca oppure arancione. Un peggioramento ulteriore della situazione riporterebbe tutti sullo stesso piano, con chiusure generalizzate che coinvolgerebbero anche i settori maggiormente trainanti delle economie locali. Nel caso della Valle d’Aosta, chiaramente, gli impianti di risalita delle stazioni sciistiche. Un lockdown di fatto. L’attesa è per venerdì 21 gennaio, quando il ministro della Salute, Roberto Speranza, firmerà il decreto che modificherà i colori delle Regioni. E, nonostante l’inverno pieno, sul confine nord-occidentale l’atmosfera è decisamente calda.

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