Buoni fruttiferi che valgono (molto) più di un Btp: la scelta che rende felici

I tempi dei tassi alle stelle sono finiti da tempo. Ma alcuni Buoni fruttiferi, se aperti tempestivamente, valgono anche più di un Btp.

Buoni fruttiferi postali
Foto © AdobeStock

Uno strumento interessanti i Buoni fruttiferi postali. Uno di quelli che consente di investire senza perdere, anzi, protraendo i rendimenti per diversi anni nel futuro. Qualche tempo fa, tali opzioni riuscivano a garantire rendite importanti, addirittura con un raddoppio del capitale entro il primo quinquennio e con tassi attorno al 15%. Qualcosa che, oggi come oggi, si fa fatica a vedere. Ma non per mancanza di bontà nello strumento in sé, quanto per il periodo non fortunatissimo in termini di tassi. Anche se qualcuno dei vari Buoni fruttiferi ancora salva gli investitori, oltre che sé stesso.

Il buono dedicato ai minori, infatti, può garantire un’ottima rendita a lungo termine. L’intestatario, come intuibile, può essere esclusivamente un minore, per un lasso di tempo che può durare dalla nascita fino al compimento dei 18 anni. Una volta raggiunta la maggiore età, il buono smetterà di fruttare interessi e, quindi, diventerà pienamente riscattabile. In pratica, qualora un genitore o un nonno decida di intestare un buono di questo tipo al figlio o al nipote nel giorno stesso della sua nascita, questo sarà utilizzabile per un massimo di 18 anni. Con un interessantissimo tasso annuale del 2,5% lordo.

I Buoni fruttiferi migliori dei Btp: quanto rendono quelli per i minorenni

Qualora si decidesse di investire 1.000 euro, alla scadenza sarebbe possibile incassarne 1.484,09. Rispetto al 15% di qualche anno fa il paragone non regge chiaramente. Tuttavia, considerando il momento storico non particolarmente favorevole ai tassi d’interesse sugli strumenti di investimento, un 2,1875% per Buoni fruttiferi intestati a un minore costituiscono comunque una buona base di partenza. Anche perché, considerando l’obiettivo d’inflazione al 2% fissato dalla Banca centrale europea, con un semplice buono si andrebbe a creare una cupola protettiva attorno ai risparmi del giovane. Il quale, diventato maggiorenne, si ritroverebbe con un tesoretto da poter utilizzare al meglio.

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A conti fatti, il Buono in questione rende potenzialmente più di un Btp. A parità di durata, infatti, il Btp 1 agosto 2039, con cedola al 5%, viaggia su un rendimento netto annuale dell’1,17%. Per un totale cumulativo, alla scadenza, del 20,5%. Per intenderci, il netto del tasso complessivo attribuito al Buono per i minorenni si attesterebbe al 48,4%. E’ vero che il calcolo degli interessi avviene in modo diverso: le cedole dei Btp vengono riscosse a cadenza semestrale, mentre per i buoni la riscossione avviene alla scadenza. Si tratta, quindi, di un calcolo rispettivamente a interesse semplice e composto. Nel secondo caso, gli interessi finirebbero per fruttarne altri. Bisogna comunque tenere conto di alcuni fattori: innanzitutto l’età del minore, tenendo presente che se avrà un’età di 8 anni, il buono sarà valido per i successivi 10. In questo caso, il rendimento dell’interesse composto si ridurrebbe sostanzialmente.

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