Lavorare in Belgio, l’opportunità è a portata di mano: stipendi molto interessanti

Lavorare in Belgio è una buona scelta, a patto di conoscere come funziona il mercato del lavoro locale e quali sono gli step burocratici da rispettare

Lavorare in Belgio 

Il Belgio come l’Italia è uno dei paesi fondatori dell’Unione Europea e negli scorsi decenni ha attirato moltissimi nostri connazionali, alla ricerca di fortuna in questo paese del nord Europa.

Vero è che trovare lavoro in Belgio non è impresa impossibile, neanche nei tempi odierni. Con una ricerca approfondita delle opportunità di lavoro, una buona conoscenza delle lingue e tanta buona volontà, riuscire a firmare un contratto di lavoro per vivere e lavorare in Belgio, è cosa più che fattibile.

Anticipiamo altresì che i cittadini dell’UE – ovviamente italiani compresi – hanno il vantaggio di non dover seguire un rigido e lungo percorso a livello di burocrazia e documenti da possedere, per stabilirsi nel paese a tempo indeterminato.

Di seguito intendiamo dare tutte le informazioni essenziali per chi intende prendere un aereo con destinazione Bruxelles, non nella mera finalità di fare una vacanza, bensì di inserirsi nella società di questo paese. Magari svolgendo una professione direttamente collegata al proprio percorso di studi. Facciamo chiarezza.

Lavorare in Belgio: lingua, economia, clima

Il Belgio è da molti anni uno dei primi paesi a cui si pensa, se ci si riferisce all’ondata migratoria degli italiani, i quali – in gran numero – negli anni ‘40 e ’50 fecero le valige per lasciare il nostro paese ed emigrare là.

All’epoca, l’occupazione principale in Belgio era rappresentata dal lavoro in miniera, ma oggi le cose sono cambiate. Il paese è moderno ed è certamente da includere tra quelli più dinamici, multietnici e cosmopoliti del continente. In particolare il Belgio, insieme al Benelux, all’Italia e alla Francia, è stato uno dei fondatori dell’UE, prima denominata CEE.

L’internazionalità del Belgio è certamente un elemento che ha spinto in questo paese un grandissimo numero di lavoratori da ogni parte del vecchio continente e del mondo. Non solo italiani dunque.

Il paese è e resta un rilevante centro per la politica internazionale e un luogo azzeccato per incontrare nuove persone di tutte le nazionalità e background. In questi territori è possibile affinare le abilità linguistiche e ampliare le proprie esperienze.

Da notare che gli stessi belgi parlano tre lingue. Infatti il paese è uno stato federale nel quale si parlano:

  • il fiammingo (una specie di dialetto olandese) nelle Fiandre (la regione settentrionale);
  • il francese nella Vallonia meridionale:
  • il tedesco nelle zone confinanti con la Germania a est.

In particolare, la regione di Bruxelles è ufficialmente bilingue anche se con una prevalenza della lingua francese. Ciascuna regione ha una sua lingua ufficiale, ma non deve stupire che la popolazione abbia un buono o ottimo livello di conoscenza dell’inglese.

Sul piano della popolazione, il Paese non è molto esteso geograficamente ma ha una densità piuttosto elevata: conta una popolazione di 11 milioni di persone su una superficie di 30mila chilometri quadrati.

In tema di economia nazionale, occorre ricordare che la regione della Vallonia, tradizionalmente mineraria e industriale, ha patito non poco la crisi degli ultimi decenni. Oggi invece sono le Fiandre il vero motore economico del paese, in virtù della posizione che ne ha da sempre favorito l’attitudine commerciale, e anche in considerazione della forte laboriosità dei suoi abitanti. Inoltre, investimenti molto consistenti sono stati fatti sulle infrastrutture di comunicazione, a partire dalla rete portuale. E ciò contribuisce a rendere il Belgio un paese evoluto e moderno.

Nel territorio belga troviamo un clima freddo d’autunno e di inverno, mentre le estati sono miti e caratterizzate dalle piogge. I trasporti sono di buon livello: garantiti i collegamenti con l’Italia, i quali sono regolari ed agevoli. Infatti, con un volo di 2-3 ore si raggiungono tranquillamente tutti i maggiori aeroporti italiani.

Lavorare in Belgio: i buoni motivi per scegliere di trasferirsi qui

La scelta di trasferirsi in Belgio per lavoro non è certamente azzardata. Vivere e lavorare da quelle parti garantisce la possibilità di crescere professionalmente, di maturare esperienza e di poter godere di ambienti meritocratici.

Soprattutto, ciò che spicca è che la maggior parte dei lavoratori dipendenti del Belgio, si definiscono felici. Proprio questo paese detiene il primo posto nel Global Workplace Happiness Index 2020.

L’indice è molto interessante perché misura vari parametri. In particolare:

  • Quanto i dipendenti siano soddisfatti del loro lavoro;
  • A che livello è la loro fiducia nei confronti dell’economia locale;
  • Quali sono le prospettive di carriera nei prossimi anni.

Insomma, il buon clima nel mondo del lavoro è un dato di fatto e si tratta di qualcosa di attribuibile al coinvolgimento dei dipendenti in ufficio. Le aziende belghe adottano specifiche strategie per l’acquisizione e la conservazione dei talenti e del personale in generale. Inoltre, fissano nuovi standard europei per i benefici del personale, gli stipendi e l’equilibrio tra lavoro e vita privata. Tutto ciò fa sentire stimato il dipendente, e ciò si traduce nel proficuo svolgimento del lavoro.

Non solo. Il Belgio è uno dei paesi più ospitale, tolleranti ed accoglienti del pianeta. Altrimenti non si spiegherebbero i moltissimi italiani che vivono e lavorano là da tempo e che non hanno alcuna intenzione di tornare in Italia, se non in visita ai familiari. Gli italiani presenti in Belgio sono almeno 250mila, frutto delle migrazioni avvenute soprattutto negli anni ’50 del secolo scorso.

Ricordiamo inoltre, che sul piano territoriale, il paese è suddiviso in tre regioni: Fiandre, Vallonia (o Wallonia), Bruxelles Capitale. Le tre regioni sono competenti per questioni riguardanti aree quali ambiente e energia rinnovabile, pianificazione territoriale, commercio con l’estero, economia, lavoro, abitazioni, mobilità, infrastrutture, agricoltura e pesca, politica comunale.

Lavorare in Belgio, documenti: l’iscrizione all’Ufficio Stranieri

Come già per gli altri paesi UE, anche in Belgio i cittadini dell’Unione possono – in linea generale – usufruire della libertà di circolazione delle persone, anche per motivi di lavoro.

In termini pratici, ciò significa che il cittadino italiano ha diritto di essere trattato nell’identico modo in cui sono trattati i cittadini belgi per quanto attiene importanti aspetti della vita quali, ad esempio, opportunità di lavoro, accesso, alle cure mediche, stipendi e accesso ad un alloggio.

Lavorare in Belgio stabilmente per gli italiani non rappresenta un vero ostacolo, anzi. La burocrazia è semplificata: in quanto cittadini dell’Unione Europea, gli expat italiani sono liberi di vivere e lavorare in Belgio, senza necessità di un visto o permesso di soggiorno o di lavoro.

In sostanza, i documenti italiani basteranno almeno inizialmente, per poter lavorare in Belgio. Ci riferiamo, ovviamente, alla carta d’identità e ad un passaporto in corso di validità.

Dopo i primi tre mesi di permanenza nel paese occorre iscriversi all’anagrafe nazionale. Insomma, occorre registrarsi presso gli Uffici Stranieri del comune dove ci si andrà a stabilire, dichiarando la propria identità e la finalità della permanenza.

Per ottenere l’iscrizione basta presentarsi negli uffici preposti, muniti di:

  • Documento d’identità valido;
  • Tessera TEAM (tessera sanitaria/codice fiscale);
  • Due foto formato fototessera;
  • Disponibilità di un alloggio / contratto di affitto;
  • Risorse economiche adeguate.

Anche per gli studenti valgono simili indicazioni, ma si aggiunge la prova di iscrizione ad un istituto riconosciuto.

Le verifiche sui documenti

A seguito di questa prima fase, gli uffici pubblici consegneranno un documento d’identità provvisorio che includerà anche il rijksregisternummer o numéro de Registre national, l’equivalente del nostro codice fiscale.

Dopo circa 90 giorni, nel cui ambito vi sarà la visita di un funzionario che controllerà l’effettiva residenza, sarà fissato un secondo appuntamento in cui l’expat italiano dovrà fornire:

  • Copia del contratto di lavoro, o attestato di frequenza dell’università o un documento che attesti l’attività di libero professionista:
  • Un documento che comprovi le possibilità economiche.

Se sarà tutto ok, l’expat potrà conseguire la carta d’identità elettronica belga con validità di 5 anni. In essa anche l’equivalente del nostro codice fiscale.

Si tratta di una registrazione che serve per essere ‘visibili’ alle autorità locali: infatti, il citato numero di registrazione nazionale è mirato a lavorare stabilmente nel paese e allo svolgimento di varie pratiche burocratiche.

Lavorare in Belgio: l’iscrizione all’AIRE

Non solo. Nelle circostanze in cui ci si trasferisca in Belgio per un lasso di tempo sopra i 12 mesi, è necessario effettuare l’iscrizione all’AIRE (anagrafe degli italiani all’estero). In dette circostanze, occorre ovviamente essere muniti di:

  • Un documento d’identità valido:
  • Documentazione comprovante la residenza nella circoscrizione consolare;
  • Moduli previsti e compilati all’atto dell’iscrizione.

Raccomandabile anche aprire quanto prima un conto in banca, giacché di frequente ai colloqui di lavoro è richiesto di indicare il numero di conto nei moduli da compilare.

Lavorare in Belgio: tessera TEAM e assicurazione sanitaria

Documento molto importante è la tessera sanitaria europea, la quale permette di accedere a tutti i servizi sanitari del paese come se fossimo nel nostro, e ciò per il primo periodo di 90 giorni.

Qualora l’expat italiano intenda trasferirsi in modo definitivo, sarà obbligatorio sottoscrivere un’assicurazione sanitaria (la cd. assurance maladie) per accedere al sistema della sanità pubblica.

Da notare che l’iter in caso di lavoro subordinato, sarà avviato dal datore di lavoro alla firma del contratto. Questi si occuperà così di versare i contributi dalla busta paga.

In ipotesi di lavoro indipendente invece, sarà necessario provvedere autonomamente alla registrazione e ai versamenti, per il tramite degli uffici di sicurezza sociale. Vero è che talvolta le compagnie di assicurazione sanitaria richiedono un’assicurazione aggiuntiva.

Mercato del lavoro, contratti e orari

Da rimarcare che in Belgio l’economia è in buona salute: conseguentemente, il mercato del lavoro belga è fiorente e ben diversificato. Tra i settori clou abbiamo l’intera industria e il campo dei servizi, specialmente quelli della tecnologia e finanziari. Come accennato in precedenza, nel paese c’è una vasta comunità di expat, e la posizione geografica fa del Belgio anche un’opportunità di espansione ideale per molte aziende di rilievo internazionale.

Non bisogna farsi trarre in inganno: il basso tasso di disoccupazione nel paese non significa che molte organizzazioni non soffrano di mancanza di competenze e figure professionali. Anzi è il contrario: le aziende con sedi in questo paese sono sempre desiderose di considerare le candidature di coloro che hanno le competenze giuste. E ciò vale anche per gli stranieri, e in particolar modo per gli italiani.

Il contratto di lavoro varia in base alle mansioni: i contratti sono distinti per i lavoratori manuali e per gli impiegati. Inoltre, vi sono contratti separati per i lavoratori domestici, i lavoratori che studiano al contempo, gli sportivi professionisti e gli operatori del telelavoro.

Nel paese è fondamentale essere in regola con i contratti, giacché la legislazione belga punisce sia il lavoratore che il datore di lavoro in ipotesi di lavoro non regolarmente contrattualizzato.

Lo stipendio medio in Belgio oscilla tra i 2.000 euro e i 3.000 euro al mese lordi: si tratta di valori parametrati al costo della vita che, lo ricordiamo, è un po’ più alto che da noi. Per fare un esempio pratico, lo stipendio di un pizzaiolo a Bruxelles è pari a circa 2.000 euro al mese. Stipendi mediamente più alti per coloro che lavorano alle dipendenze di qualche grande azienda.

Ma i valori possono oscillare molto e se si tratta di un laureato con solide competenze e esperienza pluriennale, lo stipendio mensile può lievitare e superare i 5mila euro lordi al mese. E’ chiaro che anche per l’expat italiano ci sono potenzialmente tutte le condizioni per vivere dignitosamente in questo paese nordeuropeo, che tiene la meritocrazia in grande considerazione.

Le norme sul lavoro, in vigore in Belgio, stabiliscono – in linea generale – che l’orario di lavoro giornaliero è entro le 8 ore giornaliere e al di sotto delle 40 settimanali. Laddove siano superati detti limiti, si parla di heures supplémentaires, vale a dire di “straordinario” retribuito. Queste ore sono retribuite il 50% in più rispetto alla retribuzione ordinaria. Ma si può arrivare anche al 100% in più, se le ore in questione sono fatte in un giorno festivo. Per quanto attiene alle ferie, il diritto alle vacanze estive è di almeno quattro settimane.

Quanto indicato finora ci fa capire con nettezza perché i lavoratori che vivono in Belgio sono mediamente soddisfatti dell’equilibrio tra lavoro e vita privata.

Belgio: i servizi per l’occupazione

Da notare che gli expat, italiani compresi, possono contare su un sistema locale che incentiva molto le assunzioni. Ogni anno è redatta la cd. knelpuntberoepenlijst (in fiammingo) o liste des fonctions critiques (in francese), vale a dire la lista delle professioni nelle quali c’è carenza di personale. L’interessato può consultarla nei siti web dei centri per l’impiego di Fiandre, Vallonia e regione di Bruxelles.

Inoltre, nelle città del Belgio ci sono degli speciali uffici chiamati Agentschap Integratie en Inburgering o Centre pour l’intégration, i quali hanno la funzione di dare la migliore assistenza agli stranieri, al fine di favorire la loro integrazione nella società locale.

Questi uffici potranno indirizzare gli expat italiani verso i centri dell’impiego locali, per trovare lavoro. Ma anche potranno essere d’aiuto nella ricerca di corsi di lingua più idonei alle proprie esigenze e al budget di spesa.

Non solo. Gli uffici in questione garantiscono gratuitamente un corso di integrazione, che dà tutte le informazioni pratiche che permettono di vivere positivamente nella società belga. I corsi sono facoltativi ma consentono di frequentare anche dei corsi serali di lingua, sempre a costo zero.

Menzioniamo altresì la rete di agenzie interinali che somministrano lavori come pulizie, traslochi, edilizia, giardinaggio, montaggio, e non solo. La rete funziona molto bene e garantisce diverse tutele ai lavoratori.

I settori lavorativi più interessanti su cui puntare

Il Belgio è un paese che ha fatto dei servizi il suo settore di punta, ma investe con forza ogni anno anche in istruzione e ricerca. Altro settore clou per trovare lavoro è quello amministrativo e diplomatico, in quanto nel paese – oltre ai vari uffici dell’Unione Europea a Bruxelles – vi sono le sedi dei maggiori uffici della NATO e una moltitudine di altre sedi diplomatiche. Aver svolto studi universitari nell’ambito, rappresenta dunque un ottimo biglietto da visita.

Il settore farmaceutico e biomedico è in grande crescita. In particolare, l’industria farmaceutica utilizza più di 30mila persone, rendendo il Belgio tra le 10 nazioni più innovative nell’ambito delle scienze biomediche.

Non solo. Nel campo energetico e in quello della green economy, il Belgio intende creare diverse migliaia di posti di lavoro nei prossimi anni.

Anche finanza e commercio sono altri settori molto dinamici ed interessanti, e considerazioni simili possono farsi anche per il mercato immobiliare e il turismo.

Lavorare in Belgio: gli stipendi

Secondo Statbel, l’ufficio di statistica belga, le posizioni specifiche e più qualificate come medici, dentisti o farmacisti, ricevono stipendi più elevati della media. Ad es. i medici incassano in media più di 7mila euro lordi al mese, uno dei lavori meglio pagati nel paese.

I professionisti sanitari meno qualificati ottengono invece salari decisamente inferiori. Per fare un confronto, gli operatori sanitari guadagnano poco più di 2.500 lordi euro al mese, o “una somma che è circa il 30% sotto lo stipendio del belga medio” fa notare Statbel nelle sue analisi.

Anche lo staff dei negozi guadagna una media di 2500 euro lordi al mese. Mentre la logistica, che comprende autisti, magazzinieri e fattorini, paga la maggioranza dei lavoratori poco meno di 3,000 euro lordi ogni mese.

In media, un dipendente che lavora a tempo pieno guadagna poco meno di 3.758 euro lordi al mese. E’ quanto emerge dai più recenti risultati di Statbel, pubblicati sul proprio sito web e basati su un’indagine sui guadagni tra 118.164 dipendenti delle aziende belghe.

Il settore petrolchimico è il più pagato, invece i salari nel “settore horeca” sono più bassi.Il salario medio è di 3.486 euro. Ciò significa che il 50% dei dipendenti guadagna un massimo di 3.486 euro, mentre l’altra metà guadagna uno stipendio più alto. Il gruppo più numeroso, il 43% di tutti i dipendenti, guadagna un importo compreso tra 2.500 euro e 3.750 euro lordi al mese.Il 10% di tutti i dipendenti guadagna mensilmente meno di 2.295 euro lordi. All’estremo opposto, il 10% dei dipendenti guadagna più di 5.886 euro lordi.

Le persone che lavorano a Bruxelles generalmente guadagnano di più che in altre regioni. I salari sono più bassi nella provincia del Lussemburgo.

Anche il diploma ha un ruolo. Chi ha un master guadagna il 48% in più del belga medio. Chi ha lasciato la scuola senza diploma percepisce uno stipendio del 26% inferiore alla media nazionale.

Inoltre, resta un divario del 4,1% tra le donne che lavorano a tempo pieno e i loro colleghi maschi, sebbene il divario retributivo si sia molto ridotto nell’ultimo decennio. Gli stipendi più alti sono corrisposti ad amministratori delegati e amministratori delegati (178% sopra la media nazionale), i più bassi a camerieri e baristi (37% sotto la media nazionale).Il concetto di salario considerato da StatBel include i premi periodici che sono pagati in ogni lasso di tempo. Gli esempi includono i premi per i turni notturni o nei fine settimana.

Inoltre, l’analisi di StatBel si focalizza sui dipendenti a tempo pieno di imprese con almeno dieci dipendenti. Alcuni settori, come l’agricoltura, la pesca, la pubblica amministrazione, l’istruzione, la sanità e altri servizi alla persona non sono inclusi in questo studio.

Secondo StatBel, le professioni meno pagate sono quelle della cura dei bambini: infatti, i lavoratori di daycares e asili nido guadagnano mediamente a 2,317 euro ogni mese.

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