Facebook, il nuovo scandalo che mette in dubbio la sicurezza degli utenti

A portare alla luce questa incresciosa situazione che vede coinvolto Facebook e altri social network, è stata un’indagine di meta. Tutti i dettagli in merito

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Fonte Adobe Stock

La privacy e la sicurezza sui social network sono ormai un grosso punto interrogativo. In tanti quotidianamente si chiedono che fine fanno i dati degli utenti su piattaforme come Facebook, Instagram e Whatsapp.

Una risposta in tal senso può darla l’indagine effettuata da Meta (impresa statunitense che controlla i servizi di rete di alcune delle più importanti piattaforme social). Ha scoperto infatti qualcosa di realmente spaventoso. Vediamo di cosa si tratta nello specifico.

Facebook: le informazioni che sono emerse dal lavoro di ricerca di Meta

In pratica ha sospeso 1.500 account in seguito alla scoperta di azioni di hacking da parte di alcune organizzazioni, allo scopo di acquisirli segretamente. Per questo Facebook ha avvisato 50.000 utenti di paesi differenti. Gli ha comunicato che probabilmente hanno perso il loro profili.

Il forte sospetto è che possano essere stati presi da società di sorveglianza che lavorano per alcune agenzie governative. Per questo è stata intrapresa un’azione volta a tutelare le vittime impedendo ai cybercriminali di proseguire il loro lavoro indisturbati.

Sono state scoperte almeno sette organizzazioni che agiscono sia Facebook, Instagram e Whatsapp. Dunque al contrario di quanto si possa pensare, non è stata considerata una sola applicazione.

L’interrogativo principale però sorge spontaneo: chi sono le persone prese di mira? Tra queste ci sono alcune celebrità o personaggi che hanno un impatto importante all’interno della società, come ad esempio politici, giornalisti, avvocati o dirigenti. 

Seppur in quantità minore, sono oggetto di controlli segreti anche alcuni cittadini comuni. L’obiettivo di questi gruppi era quello di spingere le persone prescelte per indurle a rivelare i loro dati privati. 

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A rendere ancora più clamorosa la vicenda è una scoperta di Citizen Lab (studia i controlli delle informazioni, come la sorveglianza della rete e il filtraggio dei contenuti).

In pratica, i suoi esponenti hanno affermato che uno dei perseguitati è l’esponente dell’opposizione egiziana Ayman Nour. Già in passato aveva dichiarato di essere stato soggetto ad azioni simili. Non resta che attendere ulteriori investigazioni in merito per appurare lo stato dei fatti.

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