L’estensione del certificato di conformità cambia le carte in tavola per i Bonus casa “minori”. La detrazione fiscale acquista punti sulla cessione del credito.
Tecnicamente non cambia nulla per quanto riguarda i Bonus casa diversi dal Superbonus del 110%. Tuttavia, alcuni accorgimenti come l’estensione del visto di conformità obbligatorio e l’asseverazione potrebbe rendere alcune agevolazioni previste sul metodo di pagamento meno convenienti rispetto al passato. In primis lo sconto in fattura e la cessione del credito, ovvero le metodologie più utilizzate per la sostituzione di impianti o lo svolgimento di alcuni lavori di piccola entità.
Una modifica che apparirebbe un tecnicismo ma che, in realtà, proietta i fruitori delle agevolazioni verso soluzioni in passato meno battute, come la detrazione fiscale in dichiarazione dei redditi. Di fatto un posticipo del rimborso, accantonato in favore di riscontri immediati come lo sconto immediato sul prezzo finale. Tuttavia, per quanto conveniente all’apparenza, con il cambiamento dei connotati dei vari Bonus casa la musica sembra destinata a cambiare.
Bonus casa, no alla cessione del credito per i piccoli lavori: ecco perché
Per le spese 2020 e 2021, il legislatore aveva optato per alternative alle detrazione fiscale in relazione a bonus come quello per la ristrutturazione, le facciate e l’ecobonus ordinario. Disposizione che, almeno in prima battuta, aveva trovato riscontri. Lo sconto in fattura, soprattutto, risultava conveniente nell’immediato per il fruitore del bonus e, alla lunga, per l’impresa esecutrice, pronta a recuperare il corrispettivo come credito d’imposta, da utilizzare anche come compensazione. Stesso discorso la cessione del credito a terzi, compresa la stessa ditta esecutrice. Questo finché la legislazione in merito non prevedeva asseverazione per i Bonus casa diversi dal Superbonus 110%.
A cambiare le carte in tavola arriva il decreto anti-frode, pensato come antidoto agli abusi delle agevolazioni. E che, inevitabilmente, ha finito per modificare la percezione di passaggi finora convenienti, come appunto lo sconto in fattura e, soprattutto, la cessione del credito. I certificati di conformità, infatti, dovranno attestare la congruità delle spese ai lavori eseguiti anche per i Bonus casa “minori”, anche nel momento in cui si opti per lo sconto direttamente in fattura o, appunto, per la cessione del credito. Un estensione dell’obbligo di fatto, che riporta improvvisamente in auge la soluzione della detrazione fiscale in luogo di una spesa non eccessiva. Questo perché il visto di conformità, così come l’asseverazione, comporterebbe costi aggiuntivi. Tali da vanificare la convenienza a uno sconto diretto qualora la spesa non fosse elevata. Tecnicamente non cambia nulla ma sul piano pratico il discorso è sempre diverso.