IMU, pessime notizie per i proprietari di immobili: una sentenza mostra l’amara verità

L’IMU deve essere corrisposta dai proprietari di immobili abusivamente occupati. Questa è la sentenza della Corte di Cassazione che stupisce e delude i contribuenti.

IMU immobile occupato
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La sentenza della Corte Suprema arriva come una doccia gelida. Anche se l’immobile di proprietà è occupato abusivamente e, di conseguenza, non produce alcun reddito per il legittimo proprietario, l’IMU dovrà essere versato. Parliamo del tributo di tipo patrimoniale che attualmente vige per le seconde case, le aree fabbricabili e i terreni agricoli.

Cosa ha stabilito la sentenza della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha definitivamente chiarito che l’occupazione abusiva di un immobile di proprietà non incide sull’obbligo che il proprietario ha di corrispondere l’IMU. Tale sentenza ha di fatto cancellato alcune pronunce effettuate in relazione a casi equivalenti in cui la ragione è stata data al contribuente. La Commissione tributaria regionale del Lazio, ad esempio, ha accolte le istanze di alcuni soggetti dopo la presentazione di ricorso all’Agenzia delle Entrate. La Corte di Cassazione, invece, ha stabilito la necessità di pagamento dell’IMU nonostante l’occupazione abusiva motivando la decisione su un preciso articolo del Decreto Sostegni Bis. Il riferimento è all’asserzione per cui l’esenzione dal versamento del tributo riguarda solamente le persone fisiche proprietarie di un immobile concesso in locazione a uso abitativo che hanno ottenuto l’emissione di una convalida di sfratto.

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L’IMU si deve pagare, altre motivazioni

Nella sentenza, la suprema Corte spiega, poi, come la redditività dell’immobile non abbia alcuna rilevanza nel pagamento del tributo. L’IMU deve essere versato indipendentemente dalla capacità della casa di proprietà di generare reddito. Affronta, poi, la tematica della titolarità dei diritti reali sull’immobile. L’occupazione abusiva, secondo quanto stabilito, non toglie al proprietario il possesso del bene. Di conseguenza, il contribuente continuerà ad essere soggetto alle tasse relative alla casa fino a quando non giungerà il decreto di esproprio.

La sentenza, dunque, fa riferimento alla Legge in vigore e su tali basi fornisce le motivazioni per cui un proprietario che di fatto si vede togliere dalle mani un proprio bene deve continuare a corrispondere un tributo dall’importo considerevole. La tutela del contribuente sembra essere, così, effimera mentre le tasse sono reali e tangibili.

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